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Padri in sala parto

di Redazione PianetaMamma - 03.10.2008 Scrivici

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Oggi molti padri decidono di condividere attivamente con la propria compagna l’esperienza del parto. Questo sembra il primo momento di reale compartecipazione alla gravidanza ma non è una scelta che va condizionata

come_sostenere_lagestazione_1E’ arrivato il momento di partorire. Forse avete seguito insieme al vostro partner un corso di preparazione al parto, oppure avete parlato di questo importante momento che attendete da nove mesi. Eppure la decisione riguardo alla diretta partecipazione del padre all’evento della nascita non è semplice. La classica scena da film della sala di attesa dell’ospedale, con un numero imprecisato di uomini che escono alternativamente a fumare, mentre attendono che il proprio figlio nasca è passata di moda: oggi molti padri decidono di condividere attivamente con la propria compagna l’esperienza del parto.
Da una parte questo sembra il primo momento di reale compartecipazione alla gravidanza. Per molte donne poter contare sul sostegno diretto del proprio compagno in un momento così difficile è senza dubbio fonte di supporto emotivo e di tranquillità. La decisione però spetta unicamente a lui.

Il parto è un evento cruento, che per alcune persone può avere un effetto traumatico. Assistervi può generare in alcuni soggetti una sintomatologia simile a quella da stress acuto post-traumatico: l’evento cioè può essere rivissuto in modo ripetitivo nel corso del tempo durante il sogno o disturbare i pensieri con delle immagini intrusive. Ad essere traumatico non è solamente la vista del sangue, ma piuttosto l’ansia che si può provare in questa situazione straordinaria, nel vedere soffrire la persona che si ama, nel non capire quello che sta succedendo, se tutto stia andando per il meglio.

In altri soggetti si può verificare successivamente un calo del desiderio sessuale. E’ pertanto importante che questa decisione sia ponderata attentamente e che soprattutto sia il partner l’autore della decisione circa la partecipazione diretta al parto. Una promessa “estorta” nel corso della gravidanza potrebbe infatti avere degli esiti indesiderabili. Non è quindi il caso di tenere il broncio al proprio compagno se non se la sente di entrare in sala parto: quello che a una donna può sembrare un atto quasi doveroso in realtà è una scelta che non deve essere condizionata, perché la percezione del trauma è ineludibilmente soggettiva, vale a dire che per alcune persone può essere traumantico qualcosa che per altre non lo è.

In secondo luogo è bene ricordare che ci sono diversi modi di assistere a questo evento: non è necessario assumere la prospettiva dell’ostetrica! Si può rimanere vicino alla propria compagna stando alle sue spalle. Inoltre sono disponibili on-line diversi video di parti. Per chi è indeciso se affrontare o meno questo momento in prima persona e’ possibile dare un’occhiata a questi documenti, per avere una misura del se effettivamente ci si sente in grado di tollerare l’impatto con questo particolare evento.
Qualora la scelta della partecipazione diretta sia ben ponderata e spontanea essa può essere certamente accettata: i resoconti disponibili anche on-line di alcuni padri che hanno scelto di condividere il momento del parto liberamente e coscienti di ciò che li aspettava sono infatti favorevoli. Per alcuni di loro è stata un’esperienza incredibile, che li ha resi intimamente vicini alla propria partner e al proprio figlio

Dott.ssa Isabella Ricci
Psicologa

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