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La ventosa e il forcipe: quando si usano e con quali rischi

di Akira Di Paola - 14.07.2021 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Ventosa e forcipe: come funziona il parto operativo con forcipe e ventosa in Italia, quando vengono usati e quali possono essere le complicanze

Ventosa e forcipe

A volte il parto naturale si interrompe proprio durante l'ultima fase: quella espulsiva. 

La donna è completamente dilatata, ma le sue contrazioni poco efficaci, l'utilizzo dell'anestesia epidurale, o la sua scarsa collaborazione per stanchezza determinano una difficoltà nelle spinte finali e la testa del bambino, anche se ben posizionata non scende. E' in questi casi che possono essere usati ventosa e forcipe durante il parto.

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Parto operativo con forcipe e ventosa

Se la testa del bambino non è troppo alta, o il bacino della donna troppo stretto per far passare il feto, il medico può decidere di rendere operativo il parto agendo efficacemente avvalendosi di strumenti che permettono la discesa della testa del bambino accelerando i tempi di espulsione.

Cos'è il forcipe

Il forcipe fu inventato nel lontano 1600 quando già a quel tempo si scoprì che poteva essere utile per far scendere la testa del bambino. Il forcipe è costituito da due braccia metalliche incrociate che funzionano come una grande pinza in grado di cingere la testa del bambino favorendo la fuoriuscita dello stesso in tempi brevi.

Forcipe, conseguenze

Utilizzare il forcipe non è un'azione totalmente priva di rischi, il piccolo può presentare della abrasioni a livello del viso e delle orecchie e anche la madre può subire delle lacerazioni della pelle e quindi è poco usato, i medici preferiscono ricorrere a un cesareo (se questo è possibile) oppure alla ventosa che è il secondo strumento a disposizione dei dottori per favorire la fase espulsiva del parto.

Uso della ventosa durante il parto

La ventosa è stata inventata negli anni Cinquanta e si avvale di una coppa metallica applicata al termine di una pompa che viene inserita in vagina e applicata direttamente alla testa del bambino. La ventosa saldamente applicata alla testa del piccolo presenta una maniglia posizionata sul tubo esterno e il medico tramite questa tira la testa ruotando il piccolo fino alla completa uscita.

Così come con il forcipe, la fase espulsiva del bambino viene comunque eseguita seguendo la naturale rotazione che il corpo del piccolo compie nell'espulsione. Questa metodica è più sicura per i tessuti della madre e del piccolo. L' unico inconveniente è che il bambino può presentare un allungamento della testa causata dall'uso della pompa della ventosa, ma questa alterazione scompare senza lasciare tracce nei giorni successivi alla nascita.

Forcipe e ventosa in Italia

Sono anni ormai che la ventosa ed il forcipe non vengono utilizzati con frequenza in sala parto. Il forcipe non si usa quasi più, spiega Enrico Ferrazzi, direttore del dipartimento Donna, mamma e neonato dell'Ospedale Buzzi di Milano, mentre la ventosa viene usata nel 10-20 percento dei casi per fare in modo di cambiare la posizione della testa del bambino e favorire l'espulsione.

In Italia oggi si usa soprattutto la ventosa 'kiwi', con un cappuccio di plastica più piccolo che non esercita grosse pressioni come le vecchie ventose, ma si limita a modificare l'asse della testa. Il forcipe è stato abbandonato perché le indicazioni il suo utilizzo sono ormai quelle per il parto cesareo

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