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Parto indolore in analgesia: pro e contro

di Redazione PianetaMamma - 22.05.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
Analgesia epidurale, pro e contro. Quando prenderla in considerazione? Partorire è, o dovrebbe essere, la cosa più naturale del mondo, ma il dolore viene vissuto in maniera differente da ogni donna, così che a volte può essere alleato e a volte nemico

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Analgesia epidurale, pro e contro

Partorire è, o dovrebbe essere, la cosa più naturale del mondo, ma il dolore durante il travaglio viene vissuto in maniera differente da ogni donna, così che a volte può essere alleato e a volte nemico. Ecco quando prendere in considerazione l'analgesia epidurale.
Manca poco ormai, il nostro pancione sta per scoppiare e il piccoletto/a scalcia impaziente di conoscerci! Ci facciamo tante fantasie e ci creiamo ansie e paure sul “nostro” parto, leggendo racconti, informazioni, parlando con parenti e spacialisti. Così facciamo un pensierino anche all'epidurale. Prima di decidere però prendiamo in considerazione tutto: PRO, CONTRO E METODI ALTERNATIVI.

Parlare di parto significa parlare di dolore fisico che accompagna la donna fin dalla notte dei tempi. Se fino a poco tempo fa era scontato che la donna dovesse patire i dolori del travaglio e del parto ora c'è la possibilità di scegliere di partorire in analgesia. Se per alcune donne i dolori del parto sono il significato stesso del dare alla luce, altre rinuncerebbero volentieri allo strazio delle doglie. Quindi, dato che la medicina ci dà questa possibilità, perché non informarci e valutare tutte le opportunità?

Epidurale fa male

La mia ostetrica al corso di preparazione al parto sosteneva che i dolori del parto sono fondamentali! Questi infatti, differenti da ogni altro dolore, hanno lo scopo di guidare la donna nel percorso fino alla nascita, segnalando l'inizio del travaglio e il progredire di questo; i dolori infatti aumentano man mano che le fasi progrediscono e comunicano alla donna che tutto sta procedendo fisiologicamente e bene. Pare che i dolori del travaglio poi siano fatti apposta per essere tollerati da ogni donna: infatti se è vero che ad ogni contrazione il dolore è fortissimo ed estenuante, è anche vero che queste si alternano a dei piccoli momenti di pausa che ci permettono di riprender fiato e riacquistare energia.

Oltre a questo, il dolore stesso manda all'organismo il segnale di rilasciare le endorfine, degli ormoni che fungono da antidolorifici naturali e che aiutano anche il bimbo a sopportare meglio lo stress della discesa lungo il canale del parto, cosa che non avviene invece nel parto in analgesia.

Anche l'ossitocina, l'ormone che viene rilasciato durante il travaglio proprio perchè scaturito dal dolore, viene a mancare ed è quindi indispensabile che venga somministrata sinteticamente, andando incontro ad un parto sempre più strumentalizzato e medicalizzato. Naturalmente non è la sofferenza del travaglio e del parto a fare di una donna una mamma e le mamme che ricorrono all'analgesia non si devono sentire “meno mamme" perchè non hanno vissuto il dolore del parto! Mamme si nasce con la nascita dei nostri piccoli e si diventa giorno dopo giorno, accudendoli e amandoli, cercando di dar loro il meglio e costruendo un mondo che si adatta alle loro esigenze non facendo adattare loro alle nostre esigenze
Se tutte le donne fossero correttamente informate, dal ginecologo, ostetrica, o frequentando un corso di preparazione al parto, ci sarebbero molte meno richieste di parto in analgesia o adirittura richieste di taglio cesareo. Certo è che ogni donna deve essere libera di poter scegliere di poter usufruire dell'anestesia se così preferisce ma di essere rassicurata sulle sue potenzialità e cioè che può affrontare il parto senza ricorrere all'epidurale, sarebbe quindi giusto parlare del parto indolore, senza consigliarlo a priori. 

Spesso infatti soprattutto tra le più giovani o tra le mamme già sugli “anta”, l'epidurale è quasi una moda, basta sentir l'amica che l'ha fatta e subito ci si orienta sull'analgesia o ancora, magari spaventate dai racconti di mamma, sorelle e zie, letteralmente terrorizzate dall'idea di fare ore e ore di travaglio, vien voglia di escludere questa possibilità e optare per il parto indolore.

La donna deve essere consapevole di poter affrontare il parto, deve essere certa che ha tutte le potenzialità per affrontare il parto senza strumenti esterni e queste certezze le dà solo tanta informazione da parte di personale formato e preparato, che deve palare chiaramente di travaglio e parto, nessuna di noi si aspetta che sarà una passeggiata, ma arrivare pronte, consapevoli di quello che sarà, delle sensazione che si proveranno, delle nostre forze, aiutandoci con le varie tecniche (massaggi, respirazione ecc), libere di poterci muovere e scegliere le posizioni che assecondano il dolore, consapevoli che il dolore ci deve attraversare come un'onda, imparando quindi ad accoglierlo e non a respingerlo, sicuramente ci aiuterà a fare una scelta più consapevole e magari avremo voglia di provare a partorire senza aiuti esterni e senza rischiare di medicalizzare eccessivamente la nascita del nostro bebè.

Con l'epidurale il parto non è più naturale e fisiologico ma medicalizzato; si svolge mediante la somministrazione dell'anestesia, effettuata tramite un sottile catetere in plastica nella zona epidurale o peridurale della colonna vertebrale e questo necessita un continuo controllo della pressione arteriosa materna e dei battiti cardiaci del feto. Nelle donne che soffrono di problemi di coagulazione del sangue, scoliosi, allergie note all'anestetico o che hanno infezioni nella zona che si presta alla somministrazione del farmaco, non è possibile effettuarla.

  • In alcuni casi, dove la donna è particolarmente ansiosa e paurosa e preferirebbe addirittura fare un taglio cesareo piuttosto che un parto naturale, è indicata l'epidurale;
  • In alcuni casi, dove il travaglio si protrae per troppe ore e la mamma è al limite delle forze fisiche e non collabora più, intervenire con l'epidurale può scongiurare un cesareo.
  • Anche in altri casi, dove la mamma è affetta da alcune patologie, quali insufficienza cardiaca e/o respiratoria o a rischio di ictus, ovvero la dove non si può affrontare lo stress del travaglio, è consigliata se non indispensabile l'analgesia epidurale.

Spesso il parto naturale in analgesia epidurale si trasforma in parto pilotato, cioè appare il bisogno di somministrare ossitocina o di intervenire con strumenti per tirar fuori il bambino quali forcipe e ventosa e in alcuni casi di intervenire con il taglio cesareo.
L'epidurale agisce bloccando la stimolazione nervosa degli stimoli dolorosi a livello del midollo spinale, elimina il dolore lasciando inalterata la percezione e la sensibilità cutanea, facendo percepire quindi le contrazioni ma senza accusare dolore.

Epidurale, effetti collaterali

A volte si manifestanio effetti collaterali quali febbre, mal di testa, problemi di deambulazione (camminare), ipotensione (abbassamento della pressione arteriosa), lombalgia e prurito e sono transitori, alcuni più importanti quali cefalea resistente, incontinenza urinaria e lombalgia possono invece permanere.

Quando l'ostetrica consiglia l'epidurale

In alcuni casi è lo staff medico stesso a proporre alla futura mamma l'analgesia epidurale.

  • Un esempio quando il travaglio diventa troppo lungo e stancante, e la mamma mostra segni di cedimento con forte stress che si ripercuote inevitabilmente sul bebè;
  • anche quando la donna richiede assolutamente un cesareo perché ha una vera e propria fobia della paura del parto vaginale è consigliato il parto in analgesia, per poter risparmiare l'intervento chirurgico;

Quando evitare l'anelgesia epidurale

Trovarsi in un'ambiente confortevole e rassicurante con l'assistenza adeguata, attenta ma senza essere invadente, lasciando la donna libera di muoversi e di sperimentare le posizioni che meglio le consentono di sopportare e affrontare il dolore, può essere un'arma contro l'epidurale. Avere compagnia in sala parto e durante il travaglio, potendo scegliere una persona cara (compagno, sorella, mamma) e sapere di non affrontare questi momenti da sola essendo rassicurate e sostenute può essere un altro punto a favore

I pro dell'epidurale

L'epidurale come metodo per combattere il dolore del parto, è più efficace di altri metodi; dà relax immediato e riduce la produzione degli ormoni dello stress; in caso di tocofobia cioè paura eccessiva del parto, è un'alternativa al cesareo su richiesta.

I contro dell'epidurale

  • Medicalizza il parto;
  • interrompe la produzione naturale di endorfine utili per la progressione del travaglio;
  • ha diversi effetti collaterali più o meno gravi

Metodi alternativi per combattere il dolore

Esistono tante terapie utili ed efficaci per combattere il dolore senza utilizzare analgesico, conosciamoli e confrontiamoli per poterci orientare meglio e poter fare la giusta scelta:

  • Corso di preparazione al parto: questi corsi che accompagnano la donna da metà gravidanza nel percorso che la guida fino alla nascita del proprio figlio, preparano appunto a conoscere e riconoscere le diverse fasi del travaglio, dal suo inizio fino al momento vero e proprio del parto. La donna che frequenta uno di questi corsi arriva preparata al momento del parto, consapevole delle sue capacità e di ciò che è il parto, e se ha imparato le tecniche di rilassamento ed è in grado di metterle in atto, con la respirazione e il training autogeno, affronterà probabilmente un travaglio più breve e meno stressante, con meno possibilità che questo si medicalizzi.
  • Idropuntura: tecnica poco conosciuta e poco usata, praticata anche dalle ostetriche, dove alcuni punti selezionati dell'agopuntura vengono stimolati tramite iniezioni sottopelle di soluzione fisiologica. Provoca una notevole riduzione del dolore che dura anche fino a 2 ore e può essere ripetuta. La futura mamma può muoversi liberamente.
  • Agopuntura: necessita l'intervento e la presenza costante di un medico agopuntore, utilizza alcuni punti situati sulle mani, nelle gambe e nella colonna sacrale, che possono essere stimolati manualmente o mediante elettrostimolazione. La mamma a causa della presenza degli aghi o dei fili degli elettrostimolatori non può muoversi liberamente.
  • Autoipnosi: esistono dei corsi per le future mamme che, se svolti bene, al momento giusto, aiutano la mamma ad entrare in una sorta di leggera trance, che fa vivere il travaglio in uno stato tra sonno e veglia, riducendo notevolmente il dolore.
  • Acqua: tra i metodi più usati nei nostri ospedali, l'immersione nell'acqua ha un effetto rilassante per l'intera muscolatura, e influisce positivamente sull'umore. Riduce notevolmente il dolore e accorcia i tempi del travaglio, in alcune strutture per la fase espulsiva la mamma viene fatta uscire dalla vasca e si sceglie una posizione tradizionale.
  • Massaggi: alleviano leggermente il dolore e aiutano la mamma a rilassarsi, in alcuni centri è effettuato dalle ostetriche stesse ,che utilizzano anche lo Shiatsu o il Tuj-na, che funzionando facendo pressione sugli stessi punti dell'agopuntura

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