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Perdite post parto e capoparto

di Ostetrica Barbara Colombo - 14.09.2017 Scrivici

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L'ostetrica ci parla delle perdite post parto, della loro natura e durata. Cosa fare se le lochiazioni post parto durano oltre i 40 giorni e come distinguere le perdite post parto dal capoparto

In questo articolo

Perdite post parto

Dopo il parto e per un periodo di tempo piuttosto lungo sono presenti delle perdite di sangue. Vediamo di capire insieme che cosa sono e quali caratteristiche hanno durante tutta la fase del puerperio.

Perdite post parto sono sintomi di cosa?

Normalmente sono sintomo del buon funzionamento del nostro corpo. Ovvero esse ci dicono che il corpo ha capito che la gravidanza si è conclusa e sta mettendo in atto tutte le azioni necessarie per il ripristino della condizione pre-gravidanza. E queste azioni sono: contrazione e “rimpicciolimento” dell’utero fino al volume precedente la gravidanza; chiusura dei vasi che collegavano la placenta all’utero e pulizia della cavità uterina perché possa ricominciare il normale ciclo della fertilità.

Perdite di sangue post parto

Il distacco della placenta, la pulizia della muscosa uterina dopo il parto e la necessità dell’utero di contrarsi provoca delle perdite di sangue piuttosto abbondanti che vanno via via diminuendo e cambiando di caratteristiche come colore, intensità e frequenza. Dopo il parto nello specifico la quantità di perdite sarà molto abbondante, per intenderci circa un assorbente da notte (quelli voluminosi) pieno. Poi in un periodo di circa 40 giorni post parto esse si ridurranno fino a macchioline rosate sul salvaslip.

Perdite post parto cesareo

Spesso mi viene chiesto dalle donne che partoriranno tramite parto cesareose anche loro avranno delle perdite di sangue post parto. Sì assolutamente, anche se il parto avviene per via addominale (quindi col cesareo) la placenta viene ugualmente staccata e l’utero si deve “ripulire”. Può esserci una leggera differenza in termini di quantità delle perdite e di durata nel tempo, questo perché il sangue proviene non solo dalla cavità uterina ma anche dal collo dell’utero e dal canale vaginale che durante un parto naturale hanno subito diversi traumi mentre nel parto cesareo non vengono toccati. Diciamo quindi che con il parto spontaneo i tessuti che si devo riparare sono di più e quindi può essere che le perdite siano più abbondanti e più durature rispetto al parto cesareo ma saranno presenti anche nel secondo caso.

Lochiazioni

Scientificamente parlando, tutte le perdite post parto vengono chiamate lochiazioni. Sottolineo tutte perché le caratteristiche delle lochiazioni si modificano nel tempo sia come quantità che come caratteristiche. All’inizio, nell’immediato dopo parto, saranno le classiche perdite di sangue tipo mestruazione, quindi rosso vivo, molto abbondanti. Col passare dei giorni si ridurranno di intensità e il colore cambierà da rosso vivo a marroncino, come gli ultimi giorni di mestruazione, e poi diventeranno giallastre e biancastre fino a scomparire del tutto. Quindi anche le perdite non rosso/marroncine che avvengono dopo il parto vengono chiamate lochiazioni.

Durata delle lochiazioni 

Mediamente le lochiazioni durano circa 40 giorni dal momento del parto. Però anche in questo caso, come in molti altri in ostetricia, esiste una variabilità individuale piuttosto elevata.

La variabilità della durata dipende da molti fattori: la facilità che ha l’utero di chiudere i vasi che prima lo collegavano con la placenta, la quantità di sangue perso durante il parto, il tipo di parto (non solo cesareo o spontaneo, ma anche se ad esempio è stata usata una ventosa o se il parto è stato molto veloce/molto lento).

La fine delle lochiazioni coincide con la scomparsa assoluta delle perdite, quindi non solo delle perdite di sangue ma anche di quelle giallastre e bianche che sono la normale evoluzione delle perdite ematiche. Ha una grossa influenza sulla durata e quantità delle lochiazioni l’allattamento al seno. Questo perché grazie all’azione dell’ossitocina si crea più velocemente il coagulo di sangue che “tappa” i vasi che c’erano tra utero e placenta, riducendo l’intensità e la durata delle perdite. Vorrei sottolinare che questa maggiore velocità non significa che in due giorni spariscono le perdite, diciamo che la riduzione è mediamente di 5-7 giorni.

Perdite post parto oltre i 40 giorni

Perdite che durano oltre i quaranta giorni possono essere sia fisiologiche che invece destare qualche sospetto.

Fisiologiche perché la variabilità individuale sulla durata delle lochiazioni è molto importante, quindi possiamo considerarle fisiologiche fino intorno ai 50 giorni. Questo però a patto che comunque seguano le modificazioni tipiche, ovvero diminuiscano di intensità e cambino di colore. Se invece restano perdite abbondanti e rosso vivo oltre i 40 giorni è necessario effettuare una visita di controllo con ecografia, perché potrebbero essere rimaste dentro l’utero dei piccoli pezzetti di placenta, o comunque dei pezzetti del sacchettino che conteneva il bambino. La presenza di questo materiale dentro l’utero non gli permette di contrarsi e chiudere i vasi sanguigni presenti durante la gravidanza e quindi l’emorragia continua. Quindi il consiglio è di anticipare di una settimana/dieci giorni la visita normalmente fissata a 40 giorni, qualora le perdite non cambiassero le caratteristiche. Se con l’ecografia viene riscontrata la presenza di materiale in utero, purtroppo si dovrà procedere con un piccolo intervento di revisione (ovvero di pulizia) della cavità uterina.

Perdite dopo il parto maleodoranti

Le lochiazioni normalmente non hanno un particolare odore, non hanno sicuramente un odore sgradevole. Quindi nel caso notiate che nonostante un’igiene ben mantenuta (non eccessiva, altrimenti potrebbe alterare la flora batterica che ci protegge dalle infezioni) le lochiazioni abbiano un odore molto forte e sgradevole conviene fare una visita per capire se può essersi sovrapposta un’infezione. Soprattutto nel caso abbiate anche l’episiotomia (il famoso taglio) è importante che dopo un paio di ore cambiate l’assorbente, e facciate un’igiene anche solo con acqua.

Quando le perdite saranno ridotte potrete passare anche a quattro ore, ma sempre mantenendo l’igiene ad ogni cambio assorbente. In questo modo si impedirà ai batteri di proliferare nell’umidità che si mantiene tra la pelle e l’assorbente e quindi eviteremo infezioni sovrapposte. Esiste un unico caso in cui perdite maleodoranti possono essere considerate comunque fisiologiche, ovvero se per caso dopo qualche tempo viene espulso un coagulo (ovvero un pezzetto di qualcosa che era rimasto in utero).

Essendo un pezzo di sangue vecchio esso potrà avere un odore piuttosto forte, ma il giorno successivo all’espulsione le perdite torneranno a non avere odori particolarmente forti.

Capoparto e allattamento

La parola capoparto e la parola lochiazioni non sono sinonimi. Le lochiazioni sono le perdite dopo parto mentre il capoparto è il primo ciclo mestruale dopo il parto. Quindi possiamo dire che temporalmente una volta terminate le lochiazioni può passare un po' di tempo prima che arrivi il capoparto. L’arrivo di quest ultimo indica la ripresa della ciclicità mestruale e quindi della fertilità. Ma che relazione esiste tra capoparto e allattamento? Gli alti livelli di prolattina dovuti all’allattamento esclusivo al seno impediscono agli ormoni del ciclo mestruale di variare e quindi non avviene l’ovulazione e non riprende la fertilità.

Attenzione però l’allattamento non è un metodo contraccettivo efficace al 99% come tutti gli altri metodi, questo perché oltre all’allattamento vanno considerati altri fattori come l’età del bambino, la tipologia di allattamento (cioè se esclusivo e a richiesta è più probabile che venga inibita l’ovulazione mentre se è misto o anche ad orari lo è meno). Quindi possiamo dire che si assiste ad un ritardo nella comparsa del capoparto nelle donne che allattano esclusivamente al seno, ritardo che può anche arrivare a 6-9 mesi dopo il parto.

Il capoparto non arriva

E se il capoparto non arriva? Fino a 6-9 mesi a seconda delle caratteristiche individuali non ci preoccupiamo particolarmente. Anche qui la variabilità individuale gioca un ruolo importante perché i livelli di ormoni possono tornare alla situazione pre-gravidanza in tempi diversi. Dopo i 9 mesi, specie se l’allattamento non è al seno o non lo si fa più a richiesta e in maniera esclusiva, se non compare il capoparto è consigliabile un controllo ginecologico. Semplicemente si andrà a valutare la situazione dell’utero e delle ovaie con l’ecografia ed eventualmente si andranno a dosare gli ormoni nel sangue per capire se c’è qualche anomalia.

Nel caso non venga riscontrato nulla di rilevante dalla visita e dagli esami si aspetta semplicemente l’arrivo spontaneo del ciclo.

Mi è capitato diverse volte che si ripresentasse spontaneamente dopo un anno dal parto, senza che ci fosse nessuna anomalia. Il nostro corpo ha semplicemente bisogno dei suoi tempi per ripristinare lo stato precedente alla gravidanza.

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