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Adozioni: in calo il numero di richieste da parte delle coppie italiane

di Francesca Capriati - 03.10.2011 Scrivici

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Le cause: un iter burocratico sfiancante e costi che non proprio alla portata di tutti

Burocrazia, costi elevati, aspettative deluse. Questi e mille altri motivi sarebbero alla base del calo costante che da cinque anni a questa parte si registra nelle domande di adozioni in Italia.
Come riferito dal quotidiano La Stampa il numero di richieste di idoneità ai Tribunali per un’adozione internazionale è calato del 32%  (si è passati da 8274 a 5576) e quello per le adozioni italiane del 35% (da 16234 richieste a 10611). Eppure l’Italia, dopo gli Stati Uniti, era il Paese dove si adottava di più a dimostrazione che la volontà da parte delle coppie resiste.
E nel primo semestre del 2001 il numero di bambini adottati che arrivano in Italia è in crescita: +15,2% rispetto al primo semestre del 2010.

Ma si tratta di un effetto legato alle domande di adozione presentate anni fa, quindi i primi dati relativi a un calo del numero dei bambini affidati a coppie italiane causato dalla riduzione del numero di domande si avrà solo tra qualche anno.

Le cause di questo calo costante sono da ricercare soprattutto nei costi, sempre più elevati e stabiliti da un vero e proprio tariffario calcolato dalla Commissione Adozioni Internazionali.

Tutto dipende dal Paese al quale si vuole far richiesta di adozione e il primo passo è rivolgersi ad una delle sessanta associazioni che si occupano di avviare le pratiche: un passo che, da solo, può costare dai 5.223,18 euro - per rivolgersi  all’AIAU, Associazione Italiana Aiuti Umanitari, specializzata nell’adozione dall’Ucraina - fino a più di 12mila euro per l’Ai.Bi, Amici dei Bambini, che si occupa delle adozioni dal Nepal.

Ma si tratta, appunto, solo dei

costi preliminari

perché l’intero iter di adozione può costare tra i 17mila e i 25mila euro. Non sorprende, dunque, che le coppie che riescono ad adottare siano prevalentemente di reddito medio alto e per il 65% residenti nel Centro-Nord.

Marco Griffini, presidente dell’Ai.Bi, spiega che “

nessuno ha pensato di studiare i motivi del calo anche se noi abbiamo chiesto di farlo. A mio avviso, però, i problema economico è la principale causa di questa fuga ormai costante delle coppie dall’adozione

”.

Ma gioca un ruolo imponente anche la crescente difficoltà ad avere l’

idoneità all’adozione

;

moltissimi i vincoli e troppi colloqui (in certi casi si può arrivare a doverne sostenere anche

quindici

).

E cosa ne pensa il Sottosegretario

Carlo Giovanardi

, presidente della Commissione Adozioni Internazionali?

Intervistato da La Stampa, spiega che i Paesi stranieri stanno ponendo dei

limiti

sempre maggiori alle adozioni internazionali, ciò comporta un crescendo di difficoltà e lungaggini non dipendenti dall‘Italia.

Inoltre, precisa Giovanardi, è sempre meno facile andare incontro alle richieste delle coppie che spesso vogliono un

bambino piccolo

e difficilmente accettano di accogliere dei fratelli, o un bambino più grandicello o con dei problemi.

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