Dopo il suo impegno per definire "italiani" tutti i bambini che nascono nel nostro paese (LEGGI), a prescindere dall'origine dei genitori, il ministro Kyenge continua la sua battaglia contro l'omofobia, la xenofobia, e a favore dell'uguaglianza, ma questa volta anche chi di solito appoggia le sue tesi ha criticato la sua nuova proposta.
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Cécile Kyenge avrebbe approvato l'idea di una delegata del Comune di Venezia di sostituire sui documenti le parole " madre" e "padre" con "genitore 1" e "genitore 2". Camilla Seibezzi, delegata “ai Diritti Civili e alla Politiche contro le discriminazioni” al Comune, avrebbe chiesto di imitare una norma già adottata in altri Paesi, come Francia, Spagna e Usa. Un modo per lottare contro gli stereotipi di genere, l'omofobia e le discriminazioni ed evitare che i bambini alla scuola materna si possano sentire diversi dagli altri.
Ma ha fatto scalpore che l'idea sia stata accolta con piacere da
Cécile Kyeng
e: "Mi sono sempre battuta per le pari opportunità, se questa è una proposta che le rafforza, mi trova d’accordo", ha detto il
ministro per l'Integrazione,
alimentando le polemiche già accese contro di lei. E naturalmente le reazioni contrariate non si sono fatte attendere: dal capogruppo della
Lega Nord al Senato
a quelle più dure di
Matteo Savini
.
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Ma anche chi in passato ha appoggiato le posizioni del ministro ha manifestato il suo stupore, come
Elvira Serra che sulla 27esima ora
ha scritto: "credo che ogni bambino abbia diritto di sapere come è stato concepito. Da due ovociti non nasce un embrione. Da due spermatozoi non nasce un embrione.
Così è. Mentre è vero che come si amano un uomo e una donna si amano due donne e due uomini, che da quell’amore possono desiderare un figlio. Figlio che però non nascerebbe senza i due ingredienti fondamentali"
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