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Addio a Marcello D'Orta, il maestro napoletano che raccontò i suoi allievi

di Francesca Capriati - 19.11.2013 Scrivici

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Il suo "Io speriamo che me la cavo" fu un successo enorme: un compendio di sessanta temi scritti dai suoi bambini della provincia di Napoli

"La mamma è una cosa seria. Essa si sacrifica da quando noi nasciamo. Essa produce il latte per noi. Quando siamo piccoli produce il latte, perché è un mammifero: per ciò si chiama mamma"

Questa ed altre divertenti, tenere, drammatiche e ironiche frasi sono contenute nel libro di Marcello D'Orta di maggior successo.

Stiamo parlando di "Io speriamo che me la cavo", una raccolta di sessanta temi scritti dagli allievi della scuola elementare di Arzano, in provincia di Napoli, dove Marcello D'Orta ha insegnato per molti anni.
Il libro ebbe un grande successo e fu materiale per realizzare anche un divertente film con Paolo Villaggio e diretto da Lina Wertmüller.


Parlare in dialetto ai bambini si o no?



Marcello D'Orta si è spento a Napoli a soli 60 anni. Da tempo combatteva con un tumore. La sua ultima lettera poco più di un anno fa a Il Giornale nella quale raccontava di immaginare il Paradiso un po' come la sua Napoli: "me lo immagino come un vicolo di Napoli ma con il mare e pieno di sole".

Come scrisse sulla Gazzetta del Sud "Io, modesto maestro elementare, dissento da glottologi, filologi e professori universitari. Il dialetto nasce dentro, è lingua dell'intimità, dell'habitat, "coscienza terrosa" di un popolo, sta all'individuo parlante come la radice all'albero; nasce nella zolla, si nutre nell'humus, si fonde nella pianta stessa. È, insomma, l'anima di un popolo"

Per omaggiarlo abbiamo deciso di selezionare alcune delle frasi tratte dal suo libro più celebre.

Per riflettere e sorridere, incantati da quella straordinaria ironia che caratterizza i partenopei sin da quando sono bambini.


Primo giorno di scuola: le frasi più divertenti dei bambini


"Mia madre dice che il Terzo Mondo non tiene neanche la casa sgarrupata, e perciò non ci dobbiamo lagniare: il Terzo Mondo è molto più terzo di noi!"

"A Arzano non c'è nessuno che chiede la limosina perché sa che nessuno gliela può dare"

"La Rivoluzione francese vide che c'era stata la Rivoluzione americana e fece la Rivoluzione francese"

"Io preferisco Garibardi perché è l'eroe dei due mondi, e così ora l'Italia non ha più vergogna di andare in America"

"Io penzo (e credo) che la donna deve essere uguale a l'uomo, perché non è giusto che non è uguale. L'8 Marzo la donna deve essere uguale, all'uomo!"

"Quando io correvo sulla spiaggia tutta la rena andava in faccia ai signori che dormivano, e quelli gridavano.

Ma a me che me ne fotte? io correvo!"

"Ora io già lo so che tutti diranno che non è giusto, ma io invece dico che è giusto. Infatti io credo che gli uomini non sono tutti uguali, ci sono i belli, i brutti, gli alti, i bassi, gli intelligenti e i scemi. Così ci sono pure i popoli diversi"

"La fame nel mondo brulica come i vermi, come i lombrichi. Ci sono popoli ricchissimi, che non sanno neanche dove sta di casa la fame, ma c'è l'India, l'Africa e la Basilicata che lo sanno dove sta di casa, la fame!"

Napoli, bambino chiede al Sindaco più sicurezza

"Un povero che chiede la carità a

Milano

, non è di Milano, è di Foggia"

"Al Nord il maltempo è sempre cattivo, piove e nevica sempre, le persone si svegliano umide"

"L'hanno scorso io mi sono vestita da Cenerentola, e pure quest'anno mi vestirò da Cenerentola, perché il vestito è facile, basta che prendi delle pezze."

"I buoni rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del purgatorio un po ridono e un po piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle. Io speriamo che me la cavo"

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