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Differenze tra figli illegittimi, legittimi e naturali

di Emanuela Cerri - 26.03.2010 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Che differenze ci sono, a livello legislativo, tra figli naturali (o illegittimi come si diceva prima) e legittimi?

Per secoli ai ‘figli illegittimi’, figli nati fuori dal matrimonio spesso da donne sole e di condizione sociale umile, se la sono passata malissimo e con essi le loro madri. Molti venivano abbandonati davanti a chiese e conventi o all’ospedale oppure depositati direttamente

sulla ‘ruota degli esposti’

e affidati alla pietà di qualcuno.

Oggi i figli illegittimi (molto diffusi soprattutto se si pensa ai personaggi famosi) spesso devono sottoporsi al test del dna per verificare la paternità, vedi figli di Vasco Rossi, Maradoni, Elvis Presley ma la lista potrebbe essere infinita.

In Italia la più alta incidenza di figli illegittimi si ha in Lombardia e Lazio con il 10%, e in Italia il 10% dei figli sono illegittimi. Ma ora chiariamo un concetto:

I figli legittimi sono quelli nati all’interno di un matrimonio; quelli naturali sono i figli nati al di fuori del matrimonio che possono essere o non essere riconosciuti dai genitori o da uno di essi.

Ecco cosa spiega una nostra utente della community bnella bacheca Famiglie allargate

: alla stregua della vigente legislazione si parla di figlio legittimo o naturale a seconda che i genitori siano o meno sposati.

il figlio nato o concepito in costanza di matrimonio è legittimo;

il figlio nato fuori dal matrimonio è naturale (chiaramente il figlio nato fuori dal rapporto matrimoniale

va riconosciuto legalmente dal padre).

se i genitori di un figlio naturale si uniscono in matrimonio il figlio acquisisce lo status di figlio legittimo.

Oggi le famiglie allargate pongono con forza il problema del rapporto tra figli legittimi e naturali.

La situazione dei figli nati fuori del matrimonio si diversifica da quella dei figli legittimi per diversi aspetti; uno di questi è che non hanno rapporti ‘giuridici’ con i parenti del loro genitore a eccezione degli ascendenti, cioè nonni e bisnonni.

Ciò significa, ad esempio, che

non acquisiscono legalmente ‘zii’ o ‘cugini’

. Questa situazione è stata confermata anche da Corte cost., 07/11/1994, n.377, secondo cui “I diritti accordati dall’art. 30 comma 3 cost. ai figli naturali riconosciuti sono limitati ai rapporti del figlio con il genitore, dal quale è stato riconosciuto, mentre, nei rapporti con gli altri parenti del genitore, può desumersi dal citato articolo solo una direttiva tendente al miglioramento del trattamento giuridico dei figli naturali, la cui attuazione, con opportuna gradualità, è rimessa alla discrezionalità del legislatore; pertanto, è inammissibile la questione di legittimità costituzionale degli art. 565, 572, e in linea subordinata dell’art. 468 c.c., sollevata con riferimento agli art. 3 e 30 cost., nella parte in cui rispettivamente non prevedono la successione dei fratelli e sorelle naturali del “de cuius”, in mancanza di discendenti, ascendenti, fratelli e sorelle legittimi, con precedenza sulla vocazione dei parenti collaterali dal terzo al sesto grado nonchè nella parte in cui non ammette i discendenti di sorelle o fratelli naturali del “de cuius” a rappresentare il genitore che non può o non vuole accettare l’eredità”.

In termini di diritti i figli legittimi e naturali vantano esattamente gli stessi diritti nei confronti dei genitori.

Sussistono, tuttavia, ancora due antiche discriminazioni:

* in linea di principio il figlio naturale non istituirebbe rapporti di parentela con i parenti del genitore - tuttavia la giurisprudenza tende ampiamente al superamento di questa antica discriminazione. Pensate che si tende ad assicuare ai bambini - tutti nessuno escluso - un sano ed amorevole rapporto con i nonni.

* in caso di concorrenza tra figli legittimi e naturali in uno stesso asse ereditario, i primi possono liquidare i secondi - in pratica gli corrispondono l'equivalente economico del complesso dei loro diritti ereditari. in questo modo evitano, per esempio, che dividano con loro il titolo di proprietà d'un bene immobile.

la definizione di figli illegittimi è, insomma, stata superata

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