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Stili di attaccamento e modelli comportamentali

di Emmanuella Ameruoso - 24.07.2014 Scrivici

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Diversi studi hanno confermato quanto la tipologia della relazione che i genitori stabiliscono con i propri figli (gli stili di attaccamento)influisca sul modello comportamentale

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Stili di attaccamento nel bambino

Quando ci troviamo di fronte ad un bimbo timido, ci domandiamo come mai risulta essere tanto diverso e sensibile a differenza dei suoi coetanei. Da cosa dipende?
Diversi studi hanno confermato quanto la tipologia della relazione che i genitori stabiliscono con i propri figli influisca sul modello comportamentale.

Bowlby, uno psicoanalista britannico, ha condotto un’analisi approfondita (1969, 1973) sulla relazione tra il bambino e la propria madre, quest’ultima considerata comunemente il caregiver ossia “la persona che si prende cura di”, e ha valutato che ogni individuo presenta uno stile di attaccamento strutturato in base al legame con la figura di riferimento.

In tale contesto, soprattutto i primi due anni di vita sono molto importanti per stabilire una base (affettiva) sicura che verrà ricercata ogni qualvolta il bambino avverte momenti di pericolo, o si ammala o è stanco. In questo modo tenderà a tranquillizzarsi e riuscirà nuovamente a ritornare alla quotidianità con più serenità. Questa esperienza influenza ed organizza le percezioni, i sentimenti e tutta la personalità dell’individuo.

Secondo Bowlby non sussiste nessun dato che avalli l’idea che un padre non possa diventare una figura di attaccamento nel caso in cui sia lui a dispensare le cure al bambino.
Quindi, chiunque può essere un caregiver.

Ma quali sono gli stili di attaccamento?

Lo stile sicuro

Il papà o la mamma risponde ai bisogni del bambino, è sempre presente, non si nega, è diretto e disponibile alle sue richieste. Le caratteristiche principali di questa relazione sono l’affidabilità, la sicurezza di affrontare il mondo, la certezza di essere amabile, la capacità di sopportare distacchi prolungati e nessuna paura dell’abbandono. Le relazioni future che si andranno a strutturare saranno delineate da rispetto e fiducia, socievolezza e sicurezza di sé.

Lo stile insicuro/evitante

Il caregiver è inaffidabile, poco presente e rifiutante. Non manifesta sempre la propria disponibilità e spesso evita di rispondere alle richieste del bambino o non ne capisce pienamente il senso. La relazione è caratterizzata da un senso di rifiuto percepito, da una sfiducia nel mondo esterno e una tendenza all’evitamento per paura del rifiuto. Le relazioni future saranno caratterizzate da una convinzione di non essere amato e da difficoltà a dimostrare fiducia ed affetto verso gli altri.

Lo stile ansioso/ambivalente

Il papà o la mamma non è sempre presente, è discontinuo e la relazione si basa sulla paura di essere abbandonato. Il bambino percepirà di essere amato in maniera discontinua e, per questo, tenderà a sviluppare ansia e paura abbandonica. Le relazioni future saranno caratterizzate da gelosia, possessività, ossessione e tenderà ad avere scarsa fiducia in se stesso e nelle proprie capacità sopravvalutando gli altri.




Nel 1985 la Main approfondendo questo studio valuta l’esistenza di un quarto stile:

Stile disorganizzato/disorientato

Il caregiver è spaventato e spaventa anche il bambino che manifesta comportamenti opposti e ambivalenti a livello emotivo in situazioni stressanti.
Rifiuta qualsiasi intimità e conflittualità nelle relazioni affettive verso le quali sviluppa una modalità emotiva di dipendenza.

È facile comprendere quanto le esperienze infantili condizionino fortemente i legami affettivi e qualsiasi tipo di relazione.


Ma allora cosa fare? Che tipo di risposte è possibile dare ai piccoli?

- La rassicurazione è importante in qualsiasi contesto.

- La disponibilità all’ascolto: le richieste, i capricci, le paure vanno contenute.

- Considerare la sua sensibilità ed i suoi tempi come tratti importanti del suo carattere e quindi non sottovalutarli.

- Far percepire al bambino che si è sempre presenti anche se fisicamente si è lontani.

- Manifestare il proprio affetto con le coccole e con le parole.

- Guardarlo negli occhi sempre e comunque.

Il rapporto con i genitori è quindi fondamentale per permettere ai piccoli di divenire espansivi ed aperti agli altri soprattutto nei primi anni di vita. Infatti, i bambini con una esperienza affettiva soddisfacente sono più socievoli, amichevoli, spontanei, diretti e manifestano meno paura nel relazionarsi ai coetanei.
Insomma, fare il genitore non è poi così semplice!

A cura della Dott.ssa Emmanuella Ameruoso
Psicologa e Psicoterapeuta

BAMBINI CON LE MAMME (FOTO)

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