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Mio figlio non è più un bambino

di Giulia Fontana - 29.04.2015 Scrivici

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La pedagogista ci parla del delicato passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Di cosa ha bisogno nostro figlio per essere accompagnato e sostenuto nel processo di crescita?

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Dall'infanzia all'adolescenza

Nella nostra società odierna l'entrata nella preadolescenza prima e nell'adolescenza poi si è molto anticipata, tanto che già quando un figlio o una figlia raggiungono gli 11-12 anni, i genitori si rendono conto che non possono più considerarlo un bambino o una bambina. I grossi cambiamenti fisici e psicologici che vivono i loro figli li fanno infatti essere anche ai loro occhi ormai dei ragazzi: diventa chiaro a tutti che la fase della vita dell'infanzia è ormai conclusa, e attorno ai 13-14 anni inizia quella che possiamo definire l'adolescenza vera e propria.

Ma come cambiano i nostri figli? Che caratteristiche hanno in generale gli adolescenti? Di cosa hanno bisogno per essere accompagnati e sostenuti nel loro processo di crescita?

Cambiamenti fisici 

Il cambiamento più grosso e evidente che vivono i nostri ragazzi è quello fisico: il corpo si trasforma, cresce, si modifica e avviene la cosiddetta maturazione sessuale. Arriva il menarca per le ragazze (talvolta anche già attorno ai 10 anni) e si apre in maniera evidente la tematica del piacere e della sessualità. Il ruolo degli adulti di riferimento è fondamentale per aiutare i ragazzi innanzitutto a vivere un rapporto sereno con il proprio corpo che cambia e che, inizialmente, è spesso vissuto come estraneo e diverso dalle proprie aspettative, e poi per accogliere dubbi, pensieri, domande, considerazioni, sulla tematica dell'affettività e della sessualità da cui i ragazzi sono molto attirati, ma spesse volte anche intimoriti.

Cambiamenti cognitivi

La differenza tra un bambino e un ragazzo si manifesta chiaramente anche nel “tipo” di pensiero che entrambi hanno: se il primo pensa in modo molto concreto e ego-centrato (centrato su di sé e sulle proprie esigenze), il secondo inizia a produrre un pensiero che è in grado di nutrirsi di astrazioni, di riflessioni, di considerazioni, di opinioni...che vanno al di là dell'esperienza concreta e di sviluppare la cosiddetta “logica” finalizzata alla risoluzione di problemi.

E' questo infatti il periodo della vita in cui il ragazzo inizia a mettere a confronto le varie ideologie, i vari pensieri di artisti, filosofi, cantanti, scrittori, attori. Cerca di farsi una propria idea sulle vicende storiche e inizia ad avere una coscienza politica: in poche parole cerca di costruire la propria identità, alternando il desiderio di conformarsi alla massa ad una spinta individualistica che lo porta a considerarsi unico e irripetibile e quindi alla ricerca di originalità.

In questo senso è fondamentale che gli adulti che lo circondano siano punti di riferimento stabili e riconoscibili, con i quali lui si possa confrontare e in relazione ai quali possa scegliere a seconda dei momenti e/o di alcune particolari caratteristiche di assomigliare o al contrario di differenziarsi; devono cioè fornire dei “modelli”, di “tipi” di adulto che possano mostrare al ragazzo il loro modo e la loro scelta di vita adulta che l'adolescente sceglierà o meno di fare propria. E' tipico e fondamentale lo “scontro” con il mondo adulto, la ribellione, l'opposizione a tutti i costi con i genitori che da un lato ha la funzione per l'adolescente di “testare” la solidità e la convinzione dell'adulto, dall'altro di permettergli di differenziarsi per riscoprirsi non solo come figlio di mamma e papà ma come persona indipendente e a sè stante con caratteristiche diverse e uniche. E' in questo periodo che l'adolescente inizia a porsi anche domande etiche e morali, sul senso della vita e sui valori che vuole porre alla base della propria esistenza.

Cambiamenti psicologici

Dal punto di vista psicologico infine l'adolescente appare visibilmente più vulnerabile rispetto al bambino, più sensibile sia ai numerosi cambiamenti che avvengono in lui sia al pensiero, alle emozioni e ai vissuti degli altri intorno a sé. E' il momento della vita in cui il gruppo dei pari assume un ruolo fondamentale, un banco di prova in cui testare la propria capacità di piacere agli altri, in cui confrontarsi e in cui costruire importanti relazioni affettive (di amicizia e di amore) fuori dalla realtà domestica: è il gruppo che il ragazzo si sceglie, nel quale ha bisogno di identificarsi per una costruzione di un'identità collettiva prima di essere in grado di costruire la propria identità personale; il gruppo dei pari diventa anche il luogo in cui condividere i propri sentimenti e i segreti.

L'adulto non può che comprendere questo bisogno fisiologico del ragazzo di riconoscersi e di vivere nel gruppo, ma è importante che lo aiuti sempre di più a cogliere anche l'importanza di differenziarsi, di scoprire chi è lui nella propria individualità e nelle proprie caratteristiche al di là delle persone e degli affetti che lo circondano. Oltre al gruppo dei pari, l'adolescente andrà quindi in cerca anche di adulti in cui identificarsi e anche dal punto di vista della propria identità professionale futura cercherà dei “mentori” dai quali ispirarsi e farsi consigliare in modo da costruire giorno per giorno la propria personale idea di ciò che vorrà essere e ciò che vorrà fare da grande.

A questo proposito lo psicologo Levinson afferma che l'adolescente in questa sua fase della vita definisce in modo più netto il “Sogno” della propria esistenza e inizia a costruire la strada per provare a realizzalo. Quando l'adolescente avrà intrapreso questo particolare e delicato compito, sarà pronto per affrontare in maniera più consapevole la propria vita adulta.

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