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Parlare in dialetto ai bambini: sì o no?

di Emanuela Cerri - 06.12.2010 Scrivici

Parlare in dialetto ai nostri figli può rappresentare una minaccia per l’apprendimento corretto della lingua italiana? Il tema è stato a lungo dibattuto, ma una posizione chiara sembra difficile da raggiungere

Parlare in dialetto ai nostri figli può rappresentare una minaccia per l’apprendimento corretto della lingua italiana? Il tema è stato a lungo dibattuto, ma una posizione chiara sembra difficile da raggiungere. Per analizzare al meglio la questione, bisognerebbe innanzitutto chiarire le idee su cosa sia un dialetto.

Da un punto di vista strettamente linguistico, tra dialetto e lingua non c’è alcuna differenza, in quanto  la definizione di dialetto si basa su un concetto puramente sociale, ovvero sul prestigio che questo modo di comunicare ha acquisito nella società, e sul fatto che sia o meno riconosciuto come lingua ufficiale di uno Stato. Il linguista Weinreich spiega perfettamente questo concetto sostenendo che la differenza tra lingua e dialetto sta semplicemente in chi dei due detiene la l’esercito e la marina: "Una lingua è un dialetto con un esercito e una marina". 
Ora il bambino, che non è conscio della differenza di importanza sociale tra lingua e dialetto, è in grado di sviluppare un perfetto bilinguismo italiano-dialetto napoletano, o italiano-dialetto veneto e così via, esattamente come sarebbe in grado di sviluppare, grazie all’interazione degli sforzi di genitori e scuola, un perfetto bilinguismo italiano-tedesco o italiano-francese (cosa che avviene, ad esempio, nei bimbi altoatesini o valdostani).
Perché allora, in bambini che parlano abitualmente il dialetto, si possono osservare delle difficoltà con la lingua italiana?

Le risposte sono molteplici. Innanzitutto, e sembra scontato precisarlo, difficoltà anche gravi si possono riscontrare anche in bambini che a casa hanno sempre parlato solo ed esclusivamente in italiano: è possibile cioè che alcune difficoltà di comunicazione non abbiano niente a che fare col fatto che un bimbo parla, o sente parlare, il dialetto. E’ possibile inoltre che il bambino abbia ricevuto insufficienti stimoli a parlare un italiano corretto: in pratica, per un bambino che a casa parla solo dialetto, le normali ore di lezione a scuola possono essere insufficienti per l’apprendimento di un buon italiano, e dovranno essere integrate da letture, programmi tv adeguati ecc. In terzo luogo, i genitori abituati a parlare in dialetto che tentano di parlare solo in italiano con i loro figli commettono spesso una serie di errori grammaticali difficili poi da sradicare: “spacciando” per italiano ciò che non lo è, i genitori tendono quindi a generare confusione nella mente dei loro ragazzi, che non distinguono più le strutture dialettali da quelle italiane.

Come regolarsi, allora, per non commettere errori grossolani? Stimolare sempre e comunque il bambino all’apprendimento della lingua italiana tramite supporti adeguati: tante fiabe per i più piccoli, e libri per ragazzi per i più grandicelli, oltre a documentari e trasmissioni culturali pensate apposta per loro

L. Dal Checco

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