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Alternative ad una sgridata

di Daniela Poggi - 16.12.2014 Scrivici

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Come gestire capricci e litigi? La tentazione è quella di sgridare i bambini. Ecco qualche alternativa che vale la pena di provare

Educare i bambini

La reazione più istintiva di fronte a un bambino che fa i capricci o che si comporta male è di sgridarlo. Sgridare però non è un atteggiamento positivo che mostriamo ai nostri figli, soprattutto se pensiamo che potrebbero ripeterlo, con noi o con i compagni.

Sgridare dimostra una chiusura da parte del genitore e il tentativo di reprimere un problema.

Sicuramente ci sono tante situazioni diverse in cui il comportamento di un bambino debba essere ripreso, ma quello che vorremmo è poter mantenere sempre la calma e affrontare la situazione con un buon autocontrollo.

Quali possono essere le alternative a una sgridata?

  • Contare fino a 10

può sembrare la soluzione più banale, ma contiamo dieci alternative per dire quello che abbiamo in mente con parole meno forti. Come nel gioco del telefono senza fili, cambiando le parole, migliorerà il tono e l’impatto di queste.

  • Dichiariamo una pausa

quando la reazione in noi rischia di essere troppo forte, fermiamoci! Possiamo dirlo chiaramente ai bambini: abbiamo bisogno di una pausa per calmarci e trovare le parole giuste. In questo modo insegniamo loro a non essere impulsivi.

  • Mettiamoci nei suoi panni

per la regola di provare sempre a vedere le situazioni con gli occhi di un bambino, proviamo a cambiare prospettiva e sarà più semplice trovare il modo corretto per comunicare con lui.

  • Abbracciamolo

sembrerà strano proporre un abbraccio in alternativa a una sgridata, ma il bambino quando sbaglia sa già cosa ha fatto di “male” e il miglior aiuto che possiamo dargli è dimostrargli che siamo lì per aiutarlo anche quando le cose non vanno bene.

  • Cerchiamo la causa nascosta

il bambino si è comportato così perché lo abbiamo lasciato solo? Non abbiamo ascoltato una sua richiesta? Siamo state a lungo al telefono?

  •  Nominiamo le emozioni

insegniamo ai bambini a dare un nome a ciò che provano. L’educazione emotiva inizia dando il nome giusto a ogni emozione.

  • Sediamoci vicini in silenzio

il silenzio è terapeutico. Stare seduti vicini senza parlare, senza reagire è il modo migliore per prepararsi a una conversazione in cui si analizzerà l’accaduto con calma.

  • Diciamo “piano”

come insegna il “Metodo Maman” delle mamme francesi proviamo a sostituire i rimproveri forti come: “Smetti di correre!” con indicazioni più pacate e ragionevoli come: “Vai piano!”

  • Usiamo affermazioni al positivo

è più diretto un messaggio espresso in modo positivo di uno negativo. I bambini capiscono prima una indicazione come: “Versa l’acqua con attenzione!” invece del suo opposto negativo: “Non rovesciare l’acqua!”.

  • Ridiamo se qualcosa ci fa ridere

la marachella in fondo è qualcosa di buffo che racconteremo agli amici? Ridiamone subito e spieghiamo per quale motivo non va ripetuta.

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