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Differenze tra maschi e femmine: ultime scoperte

di Redazione PianetaMamma - 05.06.2009 Scrivici

Sono molto gli studi in merito alle differenze di genere e sembra che durante i primissimi mesi di vita i nostri piccoli abbiano già le idee decisamente chiare sulla differenza tra i sessi, sia da punto di vista sociale che da quello fisico i comportamenti differiscono in modo interessante

Sono molto gli studi in merito alle differenze di genere e sembra che durante i primissimi mesi di vita i nostri piccoli abbiano già le idee decisamente chiare sulla differenza tra i sessi, sia da punto di vista sociale che da quello fisico i comportamenti differiscono in modo interessante.
Il. dott. Kimberly Parker, medico di Atalanta esperto in età evolutiva sottolinea in diversi studi le tante differenze che compaiono già dai primi mesi di vita, dal punto di vista fisico, come la resistenza che vede differenze sostanziali, e dei sensi come la vista.
I risultati di suddetti studi sottolineano che le bimbe siano maggiormente in grado di percepire le differenze di colore degli oggetti e siano più socievoli oltre a riconoscere prima i volti familiari, mentre ai bimbi risulta più facile discernere posizione, direzione e velocità di oggetti in movimento tenendone la traccia; differenze che forniscono una spiegazione al perché un bimbo preferisce il pallone, mentre la bimba in genere sceglie la bambola.

Inoltre, Adie Goldberg, coautore di “Baby It’s a Boy!” e “It’s a Baby Girl!” sostiene che è possibile individuare già, durante la prima infanzia, oltre cento differenze tra il cervello maschile e quello femminile; la conclusione della ricerca cerca di giustificare i genitori che nonostante tutti i loro sforzi di creare una parità tra i sessi fin dall’infanzia non riescano comunque a unire le bambole alle macchine. Gli scienziati dell'Ottocento, già, notarono che il cervello dell'uomo è più grande rispetto a quello della donna e, pur sapendo che il corpo dell'uomo è generalmente più pesante, si lasciarono vincere dai loro pregiudizi, sostenendo che l'uomo era più intelligente della donna. Solo col tempo ci si rese conto che potevano esistere degli uomini geniali con un cervello piccolo.

La differenza reale invece riguarda i due emisferi cerebrali. Oggi si sa che in entrambi i sessi la metà di sinistra è specializzata nel linguaggio e nelle funzioni logiche, mentre quella di destra è specializzata nelle funzioni emotive, affettive e percettive. I due emisferi sono collegati da un ponte di fibre nervose, che consente ai due emisferi di scambiarsi le informazioni. Molte ricerche hanno dimostrato che questo ponte è nella donna più voluminoso: ciò comporta una maggiore integrazione tra le funzioni dei due emisferi e quindi una loro minore reciproca autonomia. La donna cioè tende, in altre parole, a mutare più facilmente i propri punti di vista e a interagire meglio con l'ambiente.

A qual è età cominciano ad essere evidenti tale differenze di genere? All'età di un anno è impossibile distinguere un maschio da una femmina: i gesti, il pianto, il ridere sono identici. Soltanto all'età di 18 mesi il bambino comincia a distinguere una persona sulla base del sesso.

Tuttavia non farebbe una differenza "culturale" se non gliela imponessero i suoi genitori. Uno psicologo francese, da un'indagine fatta su 100 bambini maschi, ha mostrato che nessuno di loro preferiva essere una femmina, mentre su 100 femmine ben 15 volevano essere un maschio. Perché? Era stato insegnato loro che la caratteristica principale del maschio è la forza, con la quale possono imporsi nella società. Non molto tempo fa i figli maschi venivano criticati di più se piangevano o esprimevano i loro sentimenti. E comunque ancora oggi sono più indotti dagli adulti alla competizione, rispetto alle bambine.

Eppure fino a 4-5 anni sia i maschi che le femmine giocano con qualsiasi giocattolo: un maschio, per esempio, può tranquillamente giocare con le bambole se ha una sorella maggiore. Sono gli adulti che, differenziando i giocattoli a seconda del sesso, incoraggiano quei comportamenti che ritengono più adatti.

Una ditta straniera di giocattoli fece un esperimento. In una stanza lasciò liberi di giocare maschi e femmine, permettendo loro di scegliere i giocattoli che volevano. La loro attenzione si concentrò soprattutto su un estintore, con cui era possibile giocare ai pompieri. La ditta, nella sua pubblicità, considerò il giocattolo del tipo "unisex", ma i genitori lo comprarono solo per i maschi. La ditta così fu costretta a cambiare pubblicità. A proposito di pubblicità: è molto facile notare come essa sia convenzionale e stereotipata riguardo alle differenze di sesso. Dunque, ecco perché a 5-6-7 anni i bambini assumono gli stereotipi di "genere" (maschile e femminile) a loro imposti dall'ambiente, sociale e familiare.

Si pensi ad esempio anche alla scelta dello sport: già all'età di 12-13 anni le differenze sono piuttosto nette. Al massimo i genitori possono accettare di più una figlia che partecipa a giochi maschili, che non un figlio cui piacciono giochi tradizionalmente femminili

Dott.ssa Giuliana Apreda
Psicologa Psicoterapeuta

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