a cura di Jessica (Parlare con i bambini)
“
Praticare la medicina è in qualche modo un'arte.
”
(Christopher M. Johnson)
Il dottor
in un suo libro sulla comunicazione in pediatria fa un'osservazione divertente: dice che tutte le
serie televisive super accessoriate che si occupano di medicina
- e sono tante - non le danno affatto un buon aiuto, anzi!
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Secondo il dottor Johnson, infatti, questi telefilm
ci illudono che la medicina sia tutta tecnica e scienza
, che basti affidarsi ad un apparecchiatura sofisticata per fare una diagnosi e cose così. In realtà, continua, “
la medicina fa uso della scienza... ma è un insieme di esperienza, intuizione, buon senso e congetture
” in cui la relazione e la
comunicazione con i pazienti
svolgono un ruolo molto importante, di aiuto ma anche, a volte, di ostacolo.
Spesso si dice che un
ostacolo alla buona comunicazione medico-paziente
sia la differenza in conoscenze tra le due parti e ci citano i
termini tecnici incomprensibili
usati a volte dai medici oppure si deridono le storpiature che ne fanno i pazienti: ci sono libri umoristici su entrambi i fronti ed è facile capire perché, quando si sente dire che i pazienti hanno un'alterazione dell'apparato tegumentario per dire “
una malattia della pelle
”, oppure "
hanno un sensorio obnubilato con una riduzione del livello di attenzione
" invece di dire che “
sono confusi
” (
).
In realtà, la
differenza di conoscenze
va anche in un'altra direzione, se ci pensiamo bene: è, infatti, il paziente che sa molti dettagli della sua malattia o degli eventi che hanno causato un problema medico, quindi è molto importante che anche
. Alcuni studi hanno mostrato che lasciar parlare il paziente non allunga i tempi della visita, anzi: proprio perchè, in un dialogo aperto, vengono fuori
più informazioni
, questa buona pratica aiuta il medico nel suo compito di raccogliere informazioni e a farlo in modo efficace nel minor tempo.
Da parte sua,
il paziente, o il genitore, deve cercare di essere pertinente e efficace
, magari preparando una cartella clinica con la storia medica dei figli e raccogliendo le idee prima di entrare nell'ambulatorio.
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C'è anche un ultimo aspetto importante della
condivisione di informazioni
di cui parleremo oggi e riguarda ciò da cui siamo partiti, la medicina come arte. Non so se avete mai avuto la sensazione che vi fossero
segnati alcuni esami 'a caso'
, oppure di spaventarvi molto per un esame critico che vi veniva richiesto, magari solo per escludere l'eventualità più grave e non perché il medico ne fosse sicuro.
E' importante che il medico informi il paziente
del perché di un'analisi o di una cura, condividendo le certezze, ma anche i dubbi: “
il buon medico
- sostiene, infatti, il dottor Johnson -
condividerà sempre con te quello che sa- e quello che non sa.
”
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