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Come mettere in punizione i figli? Esempi educativi

di Giulia Fontana - 03.11.2016 Scrivici

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Come mettere in punizione i figli? Ecco i consigli della nostra pedagogista che ci spiega quali caratteristiche dovrebbero avere le punizioni per essere vincenti

In questo articolo

Come mettere in punizione i figli

Molto spesso ci si chiede se sia giusto punire i propri figli nel momento in cui si comportano male o mettono in campo comportamenti negativi. La punizione, se usata in maniera adeguata può essere davvero utile ed efficace; certo è opportuno che non se ne abusi e che i genitori la utilizzino quando si rendono conto che in quel momento essa rappresenta il modo migliore per far comprendere al bambino dove ha sbagliato. 

Talvolta infatti ci si rende conto che le parole non bastano e che il bambino ha bisogno di una punizione esemplare che lo aiuti a riflettere su ciò che ha fatto e lo scoraggi dal ripeterlo nuovamente. Ma quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere per essere vincente? Come mettere in punizione i figli fornendo loro degli esempi educativi?

Esempi di punizioni educative

Ecco come dovrebbero essere le punizioni efficaci ed educative sia a scuola che in casa.

  • Tempestiva

Per essere efficace la punizione deve innanzitutto essere data immediatamente dopo che il bambino ha compiuto il fatto; soprattutto per i più piccoli infatti in questo modo sarà chiaro in modo inequivocabile il nesso tra questa e il proprio comportamento.

  • Significativa

Deve riguardare qualcosa a cui il bambino tiene o al contrario che lui proprio non sopporta; nel momento in cui si sceglie di punire il bambino è perché lo si ritiene giusto e importante, pertanto lo si deve fare proibendogli di fare qualcosa che a lui interessa molto o chiedendogli di fare un compito che gli pesa parecchio; la punizione deve cioè avere delle caratteristiche tali da coinvolgere profondamente il bambino nei suoi interessi e nelle sue preferenze così che egli se ne possa ricordare più facilmente in futuro.

  • Chiara ed evidente

Non deve necessitare di troppe spiegazioni, ma deve essere auto evidente; il bambino ha subito ben chiaro in cosa consiste la punizione, i tempi e i modi in cui si svolgerà

  • Rispettata

Fondamentale è che una volta che viene data la punizione, i genitori si preoccupino ad ogni costo che venga rispettatata. Una punizione disattesa perde di significato e soprattutto fa perdere di credibilità a chi l’ha affidata. Non avrà quindi più quella funzione fondamentale di deterrente per il comportamento futuro.

  • Comprensibile e motivata

E' fondamentale che il bambino comprenda i motivi per cui è stato punito e in questo senso è cruciale la mediazione dell’adulto che gli spiegherà quanto successo ripercorrendo con lui quanto accaduto. La punizione non può mai essere data senza che l’adulto compia questo intervento di “traduzione”. Essa avrà il significato di far comprendere gradualmente al bambino che il comportamento è negativo in sé e che non può portare di per sé ad esiti positivi: se il bambino comprenderà questo punto, in futuro non agirà perché ha paura della punizione ma perché avrà avuto modo di comprendere che quel determinato agito è sbagliato di per sé e quindi da evitare.

  • Limitata

Infine è fondamentale che la punizione riguardi un tempo assolutamente limitato e sia data in risposta ad un singolo preciso comportamento. Reiterare una punizione e estenderla per altri comportamenti non farebbe che creare confusione al bambino e diventare uno strumento rischioso in alternativa al dialogo e al confronto. Una volta che il bambino ha “scontato” si ricomincia, insieme, genitori e figli.

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