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Come comportarsi quando il bambino ruba ?

di Emmanuella Ameruoso - 02.10.2015 Scrivici

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Impadronirsi degli oggetti altrui è frequente tra i più piccoli e il furto ha un significato preciso. La psicologa ci spiega cosa fare se il bambino ruba e come intervenire per evitare una condotta ossessiva

In questo articolo

Cosa fare se il bambino ruba

“I concetti di mio e non mio si sviluppano molto gradualmente, parallelamente ai progressi che conducono il bambino all’acquisizione della sua individualità” A. Freud 

Fino ai 6-7 anni periodo in cui comincia la socializzazione non è fortemente chiaro in lui il concetto di “non mio”. Mentre nel primo caso, riprendendo l’affermazione della Freud, la sua percezione dell’oggetto è prettamente egocentrica, in seguito, superata questa fase e rinunciando al suo esclusivismo, inizia a concepire la realtà in maniera differente.

Il furto è un comportamento molto frequente nei bambini e corrisponde a circa il 70% delle condotte delinquenziali infantili (Marcelli, Braconnier, 1997) ma se accidentale non necessariamente il piccolo seguirà la carriera di ladro. Può cominciare in casa con piccole cose che variano dalle monetine, alle caramelle, alle ghiottonerie per poi dirigere l’attenzione al vicinato, ai compagni di scuola con il furto dei libri o di oggetti desiderati. In realtà l’importanza è rivestita dal comportamento piuttosto che dall’oggetto in sé che spesso e volentieri non risulta di grande utilità.

Può succedere anche che il bambino nasconda accuratamente la refurtiva per non essere scoperto e per via dell’angoscia che lo pervade, oppure lo lascia individuabile così da poter essere smascherato o lo regala al primo che capita o, addirittura, lo rompe. I più piccoli non avvertono il senso di colpa, anche perché l’atto compiuto ingenuamente e senza la consapevolezza della proprietà, assumerà soltanto in seguito il suo reale significato mentre in tale frangente non viene percepito con carattere di gravità neanche dagli adulti.

Perché i bambini rubano?

Durante i primi anni di vita il bambino si impadronisce degli oggetti altrui quindi senza effettivamente rendersi conto che non gli appartengono. Soltanto dopo i 6-7 anni il piccolo è portato ad avvertire i sensi di colpa anche se questo non avviene in maniera generica. Spesso, infatti, non avverte né tensione, né senso di colpa e, quando scoperto, giustifica il suo gesto considerandolo un ‘prestito’ poiché l’idea del furto è denegata.

In adolescenza, tali comportamenti sono più legati ad aspetti di appartenenza al gruppo o come rito iniziatico per entrare nelle bande di quartiere piuttosto che ad una reale necessità. Ed anche in questo caso il significato riveste un interesse notevole. Il richiamo del bambino è piuttosto evidente in situazioni di carenza affettiva e abbandono e manifesta il bisogno di riappropriarsi dell’affetto materno: impossessarsi di un oggetto significa per lui riprendersi un qualcosa che gli appartiene. È un suo diritto poter ricevere le attenzioni e l’amore della mamma e la sua è una rivendicazione. È importante non deludere questa attesa (Marcelli, Braconnier, 1997) poiché a lungo andare, qualora ci fosse un atteggiamento persistente di punizione e sospetto nei suoi confronti, il suo modo di fare potrebbe divenire una condotta ossessiva (cleptomania) o, al contrario, sentirsi autorizzato se ci si mostra troppo permissivi nei suoi confronti tanto da divenirne complici.

Come comportarsi se il bambino ruba?

  • Per evitare quindi che tale comportamento possa trasformarsi in patologico è bene “affrontarlo” direttamente per fargli comprendere che tale azione implica delle conseguenze significative sul piano sociale e personale e per questo va evitato.
  • Comunicare con empatia è alla base di qualsiasi relazione.
  • Inoltre, è giusto riportare l’oggetto nel luogo dal quale è stato sottratto sia che si tratti di un negozio sia che riguardi un compagno o un vicino di casa così da scusarsi personalmente su ciò che è avvenuto evitando di umiliare il bambino dinanzi agli altri.
  • Mantenendo una certa discrezione rispetto all’accaduto lo si potrà aiutare a sviluppare un sano senso di colpa e ad assumersi le sue responsabilità.

Il piccolo con il furto manifesta un disagio interiore e, per questo, è bene porre maggiore attenzione nei suoi confronti per comprendere cosa è successo e qual è la reale motivazione che lo ha spinto a compiere tale gesto così da agevolarlo nel superamento di un momento di impasse emotiva.

La richiesta riguarda prevalentemente aspetti legati alla relazione genitori-figlio e quindi bisognerebbe lavorare sulla comunicazione e sull’analisi dei bisogni. Se il comportamento, naturalmente, si reitera è opportuno rivolgersi ad uno psicologo.

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