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Il significato del ciuccio per i bambini in psicologia

di Emmanuella Ameruoso - 13.10.2017 Scrivici

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La dott.ssa Emmanuella Ameruoso ci parla del bisogno del ciuccio in psicologia. Che significato ha per il bambino e per la sua mamma e come toglierlo in età avanzata

In questo articolo

Bisogno del ciuccio in psicologia

La bocca come primo ‘strumento’ di contatto col mondo esterno, diviene il trait d’union tra il bambino e l’ambiente. È proprio l’esperienza legata alla nutrizione a stabilire il suo rapporto con il cibo e con i comportamenti legati alla sua oralità. Tale situazione diviene la prima forma di comunicazione del piccolo con la mamma e a questa è connesso anche il vissuto in merito alle esperienze di contatto corporeo, con le carezze, gli odori, gli sguardi e i messaggi da lei trasmessi e che verranno quindi da lui interiorizzati. La nutrizione risponde, quindi, ad esigenze specifiche di essere riconosciuto, rassicurato e desiderato. Il piccolo è capace di accettarla o rifiutarla interagendo così nelle relazioni.

Il significato del ciuccio per i bambini

Una madre ‘sufficientemente buona’ (Winnicott, 1971) ossia in grado di rispondere istintivamente e in maniera spontanea ai bisogni del bambino adattandosi senza risentimento e frustrazione ai richiami del suo piccolo permetterà a questi di crescere in maniera lineare e senza difficoltà. Un momento molto importante riguarda, quindi, lo svezzamento dal seno materno.

Il passaggio graduale dalla mammella alla pappa o al biberon avviene spesso attraverso un oggetto transizionale. Ma cos’è? Spesso se ne parla, a volte identificato attraverso la copertina di Linus, ha in realtà un valore particolarmente significativo poiché permette al bambino di staccarsi progressivamente dalla mamma e acquisire una propria autonomia. Tramite l’oggetto transizionale, in questo caso il ciuccio, il piccolo comincia a comprendere che esiste una dimensione relazionale differente da quella fino ad allora conosciuta: l’altro, il proprio sé e l’ambiente.

Il ciuccio ha cioè la funzione di ‘coccolare’, di ‘nutrire’ emotivamente poiché il contatto col seno materno non è solo corporeo ma tattile, affettivo e personale e rinunciarvi non è così semplice! Altresì, la suzione riconduce all’esperienza iniziale di nutrimento e simbiosi che caratterizza il legame madre-neonato.

Ma quale significato ha invece per la mamma?

Spesso le donne hanno difficoltà a snodare questo forte legame e pertanto tentano il più possibile di mantenerlo a discapito spesso del bambino stesso.

Madri apprensive, troppo presenti, chiocce, invasive e sempre pronte ad intervenire per sostituirsi al figlio ostacolano la sua indipendenza.

Ma, fisiologicamente parlando, il passaggio avviene comunque talvolta in maniera drastica per entrambi. Nelle situazioni comuni, soprattutto in donne che hanno più figli, lo svezzamento può essere un alleggerimento tanto che il ciuccio funge da 'ausilio' per l'addormentamento, quando il piccolo è stanco o stressato lo aiuta a rilassarsi e tranquillizzarsi.

Ma il ciuccio permette anche di essere ancora 'piccolo' e bisognoso delle coccole materne per questo, a volte, il suo uso viene mantenuto oltre tempo. In effetti, la sua funzione è conosciuta da secoli, data la sua consistenza e forma non può essere ingoiato, favorisce quindi la suzione e l'addormentamento sostituendo il pollice che il piccolo ama tanto e che richiama proprio il seno materno. Capita spesso che i piccoli si addormentino durante l'allattamento poiché il movimento ripetitivo, il calore del corpo materno e la sazietà favoriscono il passaggio al sonno.

Ciuccio in età avanzata, come toglierlo

Il ciuccio nasce all’incirca 3000 anni fa quando veniva utilizzato sotto forma di animaletti di argilla contenenti il miele. Questo permetteva ai piccolo di calmarsi. Capire se il piccolo è pronto a lasciar andare qualcosa che fino a quel momento gli è servito per favorire i suoi dolci sogni, tranquillizzarlo e coccolarlo quando si sentiva nervoso, non è cosa semplice. Bisogna che lui sia effettivamente pronto a farlo.

Spesso si scelgono momenti particolari per modificare le sue abitudini magari in corrispondenza dell’accesso all’asilo o in concomitanza alla nascita di un fratellino, cosa che andrebbe valutata poiché cambiare troppe abitudini nello stesso arco temporale potrebbe produrgli stress. Tutto ha un tempo. Quindi anche togliere il ciuccio deve avvenire gradualmente magari riducendo il suo utilizzo a specifiche situazioni quali il momento dell’addormentamento.

In alternativa a tale rito se ne possono introdurre altri, ma mai forzare qualcosa che deve avvenire naturalmente.

Alcuni bambini sono molto affezionati al loro ciuccio. Per questo bisognerebbe aiutarli a rinunciarvi ‘in cambio di qualcosa’ che possa appagarli allo stesso modo. La crescita per loro comporta delle rinunce e discuterne potrebbe essere un modo per scoprire se sono effettivamente in grado di separarsene. Lasciare il ciuccio significa crescere, affrontare nuove situazioni, cambiare abitudini, giochi, contesti. Il bambino abbandona il suo ‘essere neonato’ per diventare più autonomo e consapevole delle sue capacità o difficoltà. E alcune volte non è in grado di farlo da solo o quando un adulto decide che sia arrivato il momento.

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