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Le aspettative dei genitori nei confronti dei figli

di Emmanuella Ameruoso - 16.01.2017 Scrivici

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Come si evolvono le troppe aspettative dei genitori sui loro bambini? Il commento della psicologa con utili consigli per i genitori

Aspettative dei genitori

Non è poi così semplice essere figlio. Nel corso della crescita, ma già dal concepimento, si sedimentano sui figli i sogni dei genitori. 

I bambini diventano il prolungamento dell’adulto, una proiezione di sè e a loro viene implicitamente richiesto di concretizzare ciò che non sono stati in grado di compiere. Si spera cioè, che siano addirittura migliori, perfetti! 

A scuola, nello sport, nella società i figli si confrontano, competono e realizzano se stessi.  Ma non tutti sono in grado di rispondere alle richieste genitoriali. Infatti, un cattivo voto, la mancata riuscita o un semplice e fisiologico fallimento possono generare angoscia e depressione, oltre che mancanza di fiducia in se stessi  e denegazione, proprio perché non sono in grado di essere come è stato loro chiesto: ideali. Farlo diventa davvero un peso e l’emergere dei sensi di colpa e di frustrazione che ne derivano ne sono una netta conseguenza.

È giusto, quindi, aspettarsi che siano migliori di come sono?

Un figlio ideale non esiste.

Esiste, invece una persona con delle caratteristiche differenti e assolutamente uniche. 

Sono persone completamente diverse, e come è giusto che sia, ognuno deve manifestare le proprie propensioni e coltivarle.

Riconoscere i bisogni dell’altro, quindi, è molto importante per sviluppare una propria autonomia che inevitabilmente aiuta a sviluppare una maggiore sicurezza nelle proprie capacità, portando avanti delle scelte concepite attraverso i propri sogni e le proprie passioni che emergono col tempo.

“Ho fiducia nelle tue capacità” e “Tutto ciò che sceglierai andrà bene per la tua vita ed io ti sosterrò”,  “Sarai sempre una persona di valore”.  

Infatti, secondo Winnicott (1976), lo sviluppo del vero Sé è proprio il nucleo reale e autentico dell’individuo. Al contrario, un falso Sé, generato dalle richieste esterne e strutturatosi per rispondervi, nasconde la vera natura e diviene un modo per accomodare le richieste materne (e genitoriali).

Già a scuola o nelle varie attività che coinvolgono il bimbo si può notare ciò per cui è più portato, ciò che attira maggiormente il suo interesse e ciò che più gli piace. Consolidare queste propensioni diviene un modo per renderlo libero di essere e soprattutto di essere appagato e provare soddisfazione per scelte che compie. 

Naturalmente può emergere anche la sua volontà di seguire la strada di uno dei genitori, ma questo lo farà spontaneamente senza che, in definitiva, ne venga influenzato.   

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