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Dalle pappe all'alimentazione 'da grandi'

di Beatrice Spinelli - 27.07.2016 Scrivici

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Quando un bambino può mangiare tutto? Ecco quando possiamo proporre al bambino gli stessi piatti dei grandi

Quando un bambino può mangiare tutto?

Una volta raggiunto il traguardo del primo anno di vita, inizia una fase in cui l’alimentazione del bambino diventa gradualmente sempre più simile a quella degli adulti. Già a partire dai 6 mesi d’età, quando l’apporto nutritivo fornito dal latte materno (o artificiale) potrebbe non essere più sufficiente, nella dieta del neonato vengono inseriti degli alimenti integrativi che da un lato soddisfano il suo nuovo fabbisogno nutritivo, dall’altro sono importanti anche per favorire la masticazione e lo sviluppo del linguaggio. Ma quando un bambino può mangiare tutto?

È così che si procede con lo svezzamento attraverso le prime pappe che si compongono generalmente di cereali, passati di verdure, frutta e carne rigorosamente omogeneizzate. L’introduzione di alimenti solidi complementari è di solito un processo che varia da bambino a bambino e non segue tempi e modalità “standard”; può durare perciò settimane o anche mesi: si può gradualmente modificare la qualità, il numero e la varietà degli alimenti solidi da introdurre nella dieta del bambino ma in ogni caso è importante evitare le forzature.

Infatti non c’è un data prestabilita per cominciare a mangiare come “i grandi”; è il bambino che decide quando è il momento giusto e la mamma, anziché imporre da un giorno all’altro nuove abitudini alimentari, dovrebbe cercare di assecondare i ritmi del bambino. Compiuto il primo anno generalmente il bambino comincia a gradire un’alimentazione che si avvicina sempre più a quella degli adulti: vi è una maggiore varietà dei cibi che gli vengono offerti e gradualmente si passa dalle pappe frullate ai cibi solidi.

Questo permette di far coincidere il momento della pappa del bambino con quello del pasto di tutta la famiglia, e questo permette al bambino di abituarsi ai ritmi alimentari dei genitori. Non è raro che questo momento venga vissuto con un po’ di ansia e preoccupazione da parte dei genitori: essi possono sentirsi insicuri su come procedere in questa fase delicata e importante della crescita del bambino in particolar modo se il bambino si mostra riluttante o rifiuta completamente alcuni alimenti.

Nella maggior parte dei casi si tratta di atteggiamenti transitori che vengono abbandonati con il tempo e in genere non influiscono sulla crescita del bambino. Anche in questo caso comunque, se il bambino è sano e cresce normalmente, il consiglio è quello di affidarsi al suo istinto di autoregolazione che è già presente nel piccolo fin dai primi anni di vita e costituisce un criterio sicuro e appropriato per decidere modalità e tempi relativi all’introduzione di cibi solidi.

È facile per tante mamme cedere alla tentazione di cercare di applicare con il proprio bambino delle “tabelle” di svezzamento predefinite uguali per tutti ma in questo modo si rischia di forzare il ritmo personale con cui il bambino si avvicina all’alimentazione degli adulti. Allo stesso modo va rispettato il senso di autoregolazione del piccolo per quanto riguarda la quantità dei cibi in modo da evitare un’alimentazione che risulti insufficiente o, al contrario, eccessiva.

Gli esperti ripetono che i bambini vanno alimentati secondo gli stimoli fisiologici perciò quando si mostrano sazi non devono essere indotti a mangiare tutto ciò che hanno nel piatto. Questo non significa che al momento della pappa debba regnare l’anarchia! È molto importante al contrario che i genitori stabiliscano il prima possibile delle regole alimentari chiare e inequivocabili per un'alimentazione completa e sana: i cibi da evitare sono quelli altamente calorici, soprattutto fuori pasto, mentre va limitata la quantità di zucchero, le bevande dolci e i succhi di frutta.

Dopo il primo anno di vita viene introdotto gradualmente il sale per avvicinare il bambino ai gusti degli adulti; deve aumentare l’apporto di carboidrati e diminuire quello dei grassi fra i quali vanno privilegiati quelli insaturi che forniscono il necessario apporto di acidi grassi importanti per lo sviluppo del sistema nervoso e per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Nell’ambito di questi orientamenti, non ci sono cibi che è “obbligatorio” mangiare e altri da evitare assolutamente, ma è sempre consigliabile seguire le preferenze del bambino; è bene cercare di offrirgli sempre un assortimento di cibi diversi, alternando i vari principi nutritivi e preferendo cibi freschi e di stagione e modalità di cottura e preparazione semplici.

In definitiva le regole alimentari che i genitori devono cercare di stabilire devono riguardare più le modalità e la qualità dei pasti piuttosto che la quantità e la regola generale che i genitori possono avere come riferimento è quella di evitare le forzature. Può essere utile presentare i cibi in maniera accattivante ma il cibo non deve essere presentato al bambino come un premio o peggio ancora come una punizione; atteggiamenti che incoraggiano queste tecniche di persuasione rischiano di sovraccaricare il momento del pasto di sensazioni negative che possono influire negativamente sull’approccio del bambino nei confronti del cibo.

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