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Bambini al mare: come prevenire malori e congestioni

di Redazione PianetaMamma - 18.07.2018 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Siamo in grado di intervenire in modo corretto in caso di congestioni e malori del bambino? Ecco come prevenire questo tipo di incidenti

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Congestioni e malori del bambino al mare

Un'indagine della Croce Rossa statunitense ha mostrato quanto poco le persone conoscano le precauzioni da prendere quando si sta in acqua e  sappiano come comportarsi in modo corretto in caso di emergenza. E in effetti potremmo porre a noi stessi la domanda: siamo in grado di intervenire in modo corretto in caso di congestioni e malori del bambino al mare? E sappiamo come prevenire questo tipo di incidenti?

Innanzitutto sfatiamo la credenza, molto diffusa che sia sufficiente essere in compagnia per non essere a rischio in acqua: insomma molte persone credono che sia sufficiente fare il bagno in compagnia di qualcuno per essere più al sicuro oppure che basti fare il bagno con l'ausilio di galleggianti, come braccioli o ciambelle.

Ma la Croce Rossa ricorda che non sono sufficienti gli amici e neppure i braccioli per tenere i bagnanti al sicuro. I bambini, quindi, dovrebbero non allontanarsi mai troppo dalla riva, indossare galleggianti e fare il bagno sempre sotto la supervisione di un adulto se sono piccoli, non tuffarsi in presenza di bandiera rossa (che indica condizioni di mare mosso).

Si può fare il bagno dopo aver mangiato?

Dopo aver mangiato il sangue affluisce in maggiori quantità verso lo stomaco e l'apparato digestivo, per favorire la digestione, la temperatura corporea sale un po', il che spiega perché non si deve misurare la febbre dopo aver mangiato.

Perché ci dicono che è vietato fare il bagno dopo il pasto? Se ci si butta a mare, l'acqua fredda oppure l'esercizio fisico che viene fatto per nuotare possono richiamare una maggiore quantità di sangue verso i muscoli, sottraendoli allo stomaco e causando così una congestione digestiva.

Meglio, quindi, aspettare un paio d'ore prima di far fare il bagno ai bambini se hanno fatto un pasto ricco, basta meno invece se hanno mangiato un piccolo panino. L'importante è che l'acqua sia bassa e mai troppo fredda.

Ciò che provoca la congestione, infatti, non è l'azione dell'immergersi in sé, quanto l'improvviso cambiamento di temperatura. Come spiega bene il Ministero della Salute:

La congestione è dovuta all’introduzione di bevande ghiacciate in un organismo surriscaldato, durante o subito dopo i pasti. L’eccessivo afflusso di sangue all’addome può rallentare o bloccare i processi digestivi

Quindi per evitare di andare incontro  congestioni e malori:

  • non fare il bagno a mare a digestione iniziata
  • non bere acqua ghiacciata né poggiare oggetti ghiacciati sull'addome;
  • non programmare l'aria condizionata ad una temperatura troppo bassa.

Come prevenire congestioni e malori nei bambini

Se ci troviamo al mare e fa molto caldo non c'è dubbio che dopo pranzo sia raccomandabile un po' di riposo: non è necessario tornare a casa, ma semplicemente sistemarsi all'ombra per un po' per trovare riparo dall'eccessivo caldo, evitare il colpo di calore e aiutare l'organismo durante il processo digestivo.

Chiaramente un panino viene digerito in più breve tempo rispetto ad un pasto completo, ma i tempi di digestione variano da persona a persona e con i bambini non si rischia: meglio un po' di tempo in più all'ombra che fargli fare il bagno rischiando una congestione.

Naturalmente, la congestione non avviene se ci si fa la doccia o il bagno caldo perché in questo caso non si verificherebbe alcuna escursione termica tale da compromettere la digestione e causare il malore.

Come accorgersi che il bambino ha una congestione

I sintomi della congestione sono molto chiari:

  • nausea o vomito;crampi addominali;
  • scariche di diarrea;
  • vertigini, sudorazione fredda;
  • svenimenti.

Se il bambino o la persona che ha avuto la congestione si trova in acqua può lanciare alcuni segnali per attirare l'attenzione, ma molto spesso la persona che si trova in difficoltà difficilmente spreca energie per chiedere aiuto, perché è strenuamente impegnata a cercare di tenere la testa fuori dall'acqua per respirare, quindi è bene prestare attenzione ad altri segnali che possono indicare che un nuotatore ha bisogno di aiuto:

  • cercare di tenersi a galla e agitare un braccio;
  •  cercare di nuotare senza riuscire ad avanzare;
  • aggrapparsi a una corda di demarcazione galleggiante;
  • fluttuare sulla schiena agitando le braccia;
  • tenere la braccia tese di lato o di fronte, premendo verso il basso per ottenere supporto, ma senza riuscire ad avanzare;
  • essere posizionato verticalmente in acqua, ma non scalciare con le gambe;
  • andare o essere sott’acqua per più di 30 secondi;
  • galleggiare in superficie, a faccia in giù, per più di 30 secondi.

Come comportarsi se ci si accorge che qualcuno è in difficoltà in acqua?

Raggiungere o gettare alla persona un dispositivo di salvataggio o di galleggiamento e dire a questi di afferrarlo, poi chiamare il 118, se necessario

spiegano dalla Croce Rossa.

Ma nei casi in cui la persona che si trova in difficoltà è a largo dove non si tocca gli esperti sconsigliano vivamente di entrare in acqua e salvare il nuotatore in difficoltà, a meno che non si abbia una preparazione specifica. Spesso le persone muoiono nel tentativo di salvare qualcun altro.

Cosa fare se il bambino ha una congestione

Esattamente come accade per l'insolazione o il colpo di calore gli interventi immediati sono:

  • collocare il bambino al fresco, in un posto ventilato;
  • distenderlo in posizione supina e alzare le gambe in moda da favorire il flusso sanguigno
  • tamponare il volto le tempie e i polsi con acqua a temperatura ambiente
  • fargli bere piccoli sorsi di acqua e zucchero
  • tenere la pancia al caldo.

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