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Il sonnellino pomeridiano fa bene. Ecco perché

di Redazione PianetaMamma - 28.02.2018 Scrivici

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Il sonnellino del pomeriggio è importante per i bambini che rielaborano le esperienze e si ricaricano di energie. Ecco come sfruttarlo bene senza compromettere il sonno notturno

In questo articolo

Perché il sonnellino pomeridiano fa bene ai bambini

Sebbene in passato i benefici del sonnellino pomeridiano siano stati messi in discussione, numerose ricerche dimostrano che la pennichella fa bene sia per agli adulti che ai bambini. È emerso infatti che dormire per un certo lasso di tempo nel pomeriggio produca numerosi effetti positivi sul cervello, migliorando la memoria e la capacità di concentrazione e permettendo di recuperare il senso di benessere

Tutto ciò a patto di non esagerare: il riposino pomeridiano infatti dovrebbe durare al massimo 20 minuti. Se al contrario la pennichella si prolunga per più tempo può interferire con i normali ritmi sonno-veglia e diventare così tutt'altro che benefica, soprattutto per coloro che hnno problemi a dormire con regolarità durante la notte.

Quando fare il riposino

Gli esperti spiegano che durante la giornata, in particolare nella fascia oraria che va dalle 14 alle 16, si verifica un fisiologico abbassamento della capacità di attenzione e vigilanza. Mentre la mattina siamo molto attenti e vigili, nel primo pomeriggio si apre una porta del sonno, indipendentemente dai pasti, ed è per questo che il pisolino, soprattutto durante le stagioni calde, è una risposta ai ritmi fisiologici dell'organismo.

Ma per i bambini valgono gli stessi parametri? In generale sappiamo bene quanto siano importanti il sonno e il riposo per i neonati e i bambini. Anche nel caso dei bambini il sonnellino del primo pomeriggio è da considerare assolutamente positivo, con qualche differenza rispetto a ciò che vale per gli adulti. Gli esperti raccomandano il sonnellino fino ai tre anni di età del bambino perché, oltre a permettere il recupero delle energie spese nella prima parte della giornata, favorisce l'apprendimento e lo sviluppo dei processi cognitivi. Durante il riposo il piccolo elabora le emozioni vissute e le informazioni che ha ricevuto attraverso le varie attività della mattina, i giochi e il contatto con i coetanei e gli adulti che fanno parte del suo ambiente di vita.

Durata del riposino

Per quanto riguarda la durata del sonnellino non ci sono regole precise: alcuni bambini si “ricaricano” durante un riposo di mezz'ora o un'ora, altri hanno bisogno di dormire più a lungo. In genere i bambini si autoregolano e si svegliano da soli. Tuttavia se il riposo pomeridiano si protrae troppo a lungo può ritardare l'ora della nanna alla sera o provocare problemi di insonnia durante la notte. In questo caso è bene permettere comunque al piccolo di dormire il pomeriggio provvedendo a svegliarlo dolcemente dopo un certo lasso di tempo.

Quindi, nel caso in cui il bambino non abbia un sonno regolare durante la notte è importante non fare l'errore di fargli saltare volutamente il riposo pomeridiano con la speranza che crolli la sera; spesso si ottiene l'effetto opposto perchè il piccolo arriva più nervoso ed eccitato alla fine della giornata e perciò ancor più riluttante ad abbandonarsi al sonno. Se c'è il rischio che il piccolo, avendo dormito il pomeriggio, non dorma bene la notte bisogna avere l'accortezza di fargli fare il sonnellino nel primo pomeriggio.

Trattandosi di un vero e proprio bisogno fisiologico, nella gran parte dei casi il sonnellino è “un'attività” a cui i piccoli si abbandonano volentieri, ma questo vale soprattutto per i più piccoli. Spesso, dopo il primo anno di età, i bambini, soprattutto quelli più esuberanti, rifiutano di riposare il pomeriggio e non hanno un sonno regolare durante la notte.

Come convincere i bambini a fare il riposino

Per favorire il sonno pomeridiano, ma anche quello notturno, in questi casi si può ricorrere a delle piccole strategie che in genere risultano molto efficaci. Anzitutto può essere utile cercare di abituare il bimbo a dormire sempre nello stesso luogo, sia di giorno che di notte, e preferibilmente nel suo lettino. In questo modo il bimbo imparerà ad identificare una determinata stanza, che dovrebbe essere al buio o in penombra e possibilmente lontana da rumori o altri stimoli visivi e uditivi, come “il posto in cui si fa la nanna”.

In seguito, per far addormentare il piccolo, si può recitare una filastrocca o cantare una ninna nanna in modo da stabilire un piccolo rituale che rassicuri il bambino e lo aiuti a rilassarsi e quindi ad addormentarsi.

É molto importante, anche se non è sempre facile, cercare di abituare il bambino, fin da piccolissimo, ad addormentarsi e a dormire da solo perciò è bene che il bambino venga lasciato solo nella stanza, come succede alla sera. Se comincia a piangere e a cercare la nostra presenza, basta aspettare qualche minuto e resistere alla tentazione di prenderlo in braccio; in genere, passata l'eccitazione, il piccolo si calma e si addormenta da sé. Se nonostante questi tentativi il piccolo continua a non voler dormire il pomeriggio non è il caso di insistere; probabilmente il suo organismo non necessita del sonnellino pomeridiano.

 

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