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Enuresi: giochi e sogni dei bambini

di Redazione PianetaMamma - 30.09.2009 Scrivici

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Dai giochi e dai sogni di un bambino è possibile risalire alle cause scatenanti dell'enuresi, ovvero del fare la pipì a letto

Il caso clinico di un bimbo di nome Fabio,ha mostrato come dall'osservazione di un bambino tutto preso nella sua attività ludica,si possa risalire alle

cause psicologiche scatenanti l'enuresi

. Fabio aveva soltanto dieci anni quando iniziò a fare la pipì nel  letto e nel suo quadro psicologico si presentava colmo di angosce che si manifestavano anche di notte

in una serie di incubi dei quali al mattino non conservava il ricordo

. A scuola si isolava dai compagni e per paradosso era terrorizzato dall'idea della solitudine.

Talvolta si mostrava triste e inattivo, talvolta aggressivo. A causa del disturbo enuretico fu sottoposto ad una psicoterapia infantile (

ludoterapia

), che si avvale di spazi in cui il bimbo può cimentarsi in attività ludiche, per le quali vengono messi a disposizione giocattoli vari, disegni, colori, animali e giochi per le costruzioni. Nel romanzo familiare del piccolo Fabio, la madre si presentava aperta ed estroversa, al contrario il babbo sembrava non dedicare molto tempo al bambino preoccupandosi principalmente dei rendimenti scolastici e sportivi del piccolo.

Si mostrava un uomo chiuso, troppo impegnato nel lavoro e pretenzioso sui risultati scolastici di Fabio, raccontando al terapeuta che egli stesso aveva avuto un padre molto esigente. Nel corso della ludoterapia, Fabio volle dipingere un cavallo, tuttavia qualcosa lo bloccava, tanto che all'inizio realizzava una figura non distinguibile. In un primo tempo il bambino rinunciò a dipingere il cavallo, tuttavia esternò una storia che aveva per protagonista un bambino che possedeva un cavallo selvaggio il quale portava il bimbo sulla cima di una montagna e poi scendeva giù da solo al galoppo. Fabio narrava che il bimbo era troppo piccolo per andare giù al galoppo con il cavallo che peraltro correva troppo in fretta, tale da rendersi pericoloso.

Il cavallo a quel punto rappresentava chiaramente qualcosa che impauriva il bimbo, dunque raffigurava qualcuno che Fabio temeva: suo padre, che si propose di diventare più disponibile nei confronti del piccolo.

Successivamente Fabio si servì degli animali messi a disposizione per la ludoterapia, prese 2 cavalli, uno piccolo ed uno più grande e li depose sulla cima di una montagna di sabbia che aveva costruito nella cassetta della sabbia. La particolarità riscontrata questa volta nel gioco sta nel fatto che i 2 cavalli salivano insieme la montagna, ma durante la discesa era il cavallo più piccolo a fare il primo passo, la cui cosa venne commentata da Fabio il quale asseriva che qualora fosse stato il cavallo più grande a muoversi per primo, lo avrebbe fatto così velocemente da lasciar da solo il puledrino.

Dopo molto tempo Fabio riprese la figura del cavallo nella psicoterapia. Questa volta si servì di un cavallo grande e diversi puledri . I cavallini seguivano il cavallo più grande galoppando insieme,ed uno talvolta superava il cavallo grande e poi riprendeva a seguirlo correndo libero. Fabio sostenne di essere lui questo piccolo cavallo. Fu chiaro che Fabio temeva

di non essere all'altezza delle aspettative di suo padre e inconsciamente si rifiutava di crescere per non dover affrontare questa responsabilità, ragione per la quale si scatenò l'enuresi

FONTI : Grande Enciclopedia Medica De Agostini

Antonella Marchisella

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