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Non è possibile morire a scuola

di Redazione PianetaMamma - 26.11.2008 Scrivici

rivoli
La tragedia di Rivoli riporta in primo piano il problema dell’agibilità scolastica. E ieri un bambino è probabilmente caduto da una finestra. Secondo Legambiente 10mila edifici sono a rischio. Non è una situazione tollerabile

“Forse anche tu come me stamattina non avevi molta voglia di andare a scuola, ma alla fine la giornata ha preso il via come le altre. Non si può morire così. Con rabbia…”

è scritto su un cartello davanti la scuola da una parte di una ragazza che sa che

poteva esserci chiunque al posto di Vito

, anche lei. Come ogni mattina e come ogni adolescente Vito sabato si era recato a scuola, ma a scuola ha trovato l’ultima cosa che nel 2008 un ragazzo dovrebbe aspettarsi, soprattutto in un paese civile. Nel suo liceo, il Darwin, di Rivoli, grosso centro in provincia di Torino,

è crollato il soffitto

e

Vito Scafidi e i suoi 17 anni

hanno trovato la morte.

Andrea M. , suo coetaneo, è il più grave dei venti feriti. Rischia la paralisi a causa di fratture alla colonna vertebrale con lesioni al midollo, che gli sono costante un intervento chirurgico durato sei ore e forse dopo il coma farmacologico in cui riposa adesso lo attende una nuova operazione.

A causare la tragedia pare sia stato un crollo strutturale dei sostegni che reggevano un pesante tubo di ghisa collocato tra il soffitto e il controsoffitto. Sembra infatti che il tubo fosse parte di un vecchio impianto di scarico inutilizzato dagli anni Ottanta e da allora legato artigianalmente con dei fili di ferro ancorati al soffitto. L’architetto ha dichiarato che non si sapeva dell’esistenza di quello scarico inerte.

Le indagini hanno preso il via per accertare responsabilità e mancanze. La procura di Torino ha aperto un’inchiesta per

disastro colposo e omicidio colposo a carico di ignoti.

Il sindaco di Rivoli, Guido Tallone, parla di morte bianca. Pare che i ragazzi avevano parlato in famiglia dei pezzi di muro che cadevano dal soffitto.

“Fotografate cosa è successo, fate vedere che le scuole italiane fanno schifo anche al Nord. E che si può morire a 18 anni, andando a lezione”

ha detto disperata a giornalisti e fotografi la zia del ragazzo. Il ministro Gelmini si è recata nel luogo della tragedia e in visita dei genitori.

Questa inaccettabile tragedia riporta in primo piano l’annosa questione mai risolta dell’edilizia scolastica. In tantissimi - studenti e preoccupati genitori - hanno iniziato a scrivere su

Studenti.it - che ha aperto l'inchiesta Edilizia Scolastica 2009

con segnalazioni dagli edifici in cui quotidianamente si passano tante ore della propria giornata, dagli asili alle università: soffitti a rischio crollo, norme di sicurezza del tutto sconosciute, infiltrazioni d’acqua, scale pericolanti, tutta Italia, da nord a sud, unita nel denunciare situazioni che vanno avanti da sempre, in alcuni casi con corredo di foto e video.

Il rapporto

“Ecosistema scuola 2008” di Legambiente

-che ha indagato il mondo della scuola italiana- conferma il vergognoso trend:

Il 24% degli edifici scolastici necessita di interventi di manutenzione urgenti

, il 42% non possiede il certificato di agibilità statica, il 75% si trova in zone ad alto rischio sismico, il 48% è privo del certificato di prevenzione incendi, il 52, 82% è stato costruito prima del 1974, quando entrò in vigore la legge che prevedeva prescrizioni per  le costruzioni in zone sismiche. Negli ultimi cinque anni meno della metà delle scuole ha avuto interventi di cura.

Ultimamente il mondo della scuola nella sua globalità -

dalle elementari con la questione del maestro unico fino all’università

- è stato nell’occhio del ciclone a causa della riforma Gelmini, che ha mobilitato studenti, insegnanti e ricercatori contro i tagli. E’ evidente che il nostro paese è saturo di demagogia e chiede con urgenza soluzioni concrete a problemi concreti. Quella

della sicurezza suoi luoghi di lavoro - dalle fabbriche alle scuole - è problema prioritario su cui intervenire

, inutile parlare di grembiulini e divise se poi il soffitto cade in testa. La scuola è sempre stata trattata come una Cenerentola dai politici, quando dovrebbe essere una delle questioni primarie, risorsa per il paese, che forma i cittadini del domani nel sapere e nei valori.

La missione diventa ardua e quasi impossibile in simili condizioni.  Ed è di ieri - 25 novembre 2008 -

la notizia di un bambino di sei anni caduto dalla finestra del secondo piano di una scuola elementare di Milano

. Pare che il bimbo stesse giocando vicino la finestra nel laboratorio di inglese con altri compagni, prima di tornare in classe. Sono da accertare responsabilità e dinamica. Gli agenti hanno misurato la distanza tra pavimento e davanzale per capire se le norme di sicurezza sono state rispettate. Quella di un ragazzo che muore in classe non è una notizia che può passare indifferente: non si può parlare di “fatalità” come ha fatto il nostro premier. Sono “fatalità” che non si può accettare e permettere che accadano

Chiara Catanese

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