L'auto della donna abbandonata sul ciglio della strada a Quassolo. Due cadaveri rinvenuti nelle acque della Dora Baltea, nei pressi della centrale idroelettrica di Quassolo.
I cadaveri, si è scoperto poi, sono quelli di una donna di 36 anni e di un bambino di 8, entrambi italiani, galleggiavano nei pressi della centrale idroelettrica di Quassolo, comune di 364 anime in provincia di Torino, al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta.
Lei si chiamava
Federica Forcella, il bambino era suo figlio Mattia Razzano,entrambi residenti nel comune di Tavagnasco.
I carabinieri stanno indagando: potrebbe trattarsi di un omicidio o di un suicidio. La seconda ipotesi, per cui la madre si sarebbe buttata in acqua trascinando con sè il bambino, potrebbe essere supportata dal fatto che la donna era separata dal marito ed era da tempo depressa. L'ex marito della donna e padre del bambino è stato tra i primi a giungere sul posto.
Secondo le prime ricostruzioni, Federica avrebbe lasciato la macchiana sulla provinciale, a un chilometro degli impianti idroelettrici, per poi scendere con il figlioletto e il cane e attraversare la strada. A quel punto si sarebbe lasciata andare in acqua
trascinando con sé il bimbo e l'animale, l'unico a essersi salvato
.
I cadaveri sono ora a disposizione dell'autorità giudiziaria. La causa della morte potrebbe essere annegamento o congestione (l'acqua del fiume è molto fredda).
L'ennesima storia di depressione che viene fuori solo dopo la tragedia. Una depressione che prima non era stata ascoltata, una depressione che oltre al suicido, ha portato anche all'infanticidio di un bimbo che non c'entrava nulla. Come troppo spesso accade