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In Giappone 70mila bambini senza casa

di Francesca Capriati - 15.03.2011 Scrivici

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Aiutiamoli sostenendo Save The Children, una delle due sole organizzazioni umanitarie impegnate sul territorio. E intanto si continua a scavare e qualche volta avviene il miracolo

Sono circa settantamila i bambini giapponesi rimasti senza una casa dopo il terremoto e lo tsunami. Lo rende noto Save The Children che lancia un appello per raccogliere almeno 5 milioni di dollari da destinare al primo soccorso dei bambini.
Nelle zone colpite dal sisma i bambini non solo non hanno più una casa, non hanno accesso all’acqua potabile, all’elettricità e al gas per riscaldarsi, ma adesso sono a rischio anche a causa dell’esplosione della centrale che ospita il reattore n.2 a Fukushima. Nella zona intorno al reattore, le autorità hanno istituito una zona di esclusione di 20 chilometri e secondo fonti governative sono state evacuate 170mila persone.


La situazione è davvero critica, denuncia il coordinatore dell'intervento di emergenza di Save the Children Stephen McDonald: “questa situazione, unita alle continue scosse di assestamento, non fa che aumentare il senso di disagio dei bambini, che hanno già dovuto sperimentare la paura e l'insicurezza provocate da un evento traumatico come questo”.
L’organizzazione internazionale sta lavorando senza sosta per allestire delle zone sicure dove i bambini possano essere accolti e aiutati. Da un lato i volontari tentano di ritrovare i genitori che i bambini hanno perso nel caos, dall’altro di offrire sostegno psicologico e concreto ai bambini rimasti orfani. 

Insieme a VIS (Volontariato Internazionale di Sviluppo), Save The Children è la sola organizzazione umanitaria non governativa presente sul territorio (lavora in Giappone dal 1985) e ha bisogno di un aiuto concreto. E' possibile sostenere gli interventi in favore dei bambini del Giappone facendo una donazione al fondo di emergenza di Save the Children.
E' possibile fare una donazione direttamente dal sito di Save The Children.

E intanto si continua a scavare tra le macerie. Proprio qualche ora fa un miracolo ha ridato speranza ai tanti volontari impegnati a scavare. La terribile onda anomala aveva strappato dalle braccia di sua madre una neonata. Dopo tre giorni, quando ormai la speranza inziava a lasciare il passo alla rassegnazione, i genitori e i volontari hanno sentito il pianto tra le macerie. La piccola, di soli quattro mesi, sta bene ed è sopravvissuta per ben tre giorni senza cibo né acqua sotto le macerie del suo villaggio Ishinomaki.
Lacrime di gioia in un mare di dolore.

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Fonte
: Leggo

 

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