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Figli felici? Non andate a lavoro per due anni

di Emanuela Cerri - 15.06.2009 Scrivici

felici
Dall'Inghilterra l'ennesima teoria elaborata da un ginecologo sul cosa è meglio per i bambini e per le mamme: stavolta si afferma che, per essere sereno e avere una vita felice, un bambino deve passare i primi due anni di vita a stretto contatto con la mamma

Il “ginecologo guru” inglese delle vip, mago del parto in acqua Yehudi Gordon, afferma in un articolo sul DailyMail che per essere sereno, e avere una vita felice, un bambino

deve passare i primi due anni di vita a stretto contatto con la mamma.

Indi per cui è escluso che la stessa possa tornare a lavorare nell'arco di questo periodo.

“Don’t go back to work for two years - if you want a happy baby”

. Gordon sottolinea come stress, ansia e insicurezze nel futuro di nostro figlio saranno dovute al trauma del distacco prematuro dai genitori, in particolare dalla mamma.

E' importante che il bambino e la madre possano coltivare il loro legame nel corso dei primi due anni,

anche dormendo insieme nel lettone

(ma i padri vengono mai considerati?) o perlomeno nella stessa stanza. ma soprattutto il consiglio è che la mamma si dedichi interamente al figlio per 24 mesi, posticipando il rientro al lavoro, come se in Italia tutti i datori di lavoro siano pionieri della ginecologia e della pedagogia, pronti e sorridenti nel lasciare a casa le proprie dipendenti per 2 anni..

Le polemiche al ginecologo dalle teorie utopiche per quanto anche condivisibili non sono mancate.

LaStampa ha riportato la notizia

, e ha interpellato Silvia Vegetti Finzi, nota psicologa.

Là dove Gordon afferma:

"Perché i bambini non hanno voce, perchè certe madri affermano: «Lo mando al nido, così socializza», senza capire che a pochi mesi non ce n’è bisogno. Oppure: «Sta tanto bene con la babysitter!», che magari non sa l’italiano. Li vedi, questi bambini con gli occhi sgranati, la bocca aperta, la faccia umida, un po’ intontita. E’ il segno di un cattivo adattamento, anche se al nido non piangono. Ecco spiegata una generazione di figli ansiosi, insicuri" l

a Vegetti Finzi risponde citando Winnicott

«A Gordon vorrei rispondere con le parole di Donald Winnicott. Il bambino non esiste: esiste la relazione. Se la madre è angosciata perché non ha potuto riprendere il lavoro, vedrà il figlio come un problema. Quanto al lettone: c’è un compagno che non può essere estromesso. Le donne hanno il difficile compito di trovare una mediazione. A ognuna tocca scalare il suo Everest personale».

Voi come la pensate, e com'è la vostra esperienza personale?

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