Si è molto parlato di Body scanner in questi ultimi tempi: dopo gli ultimi attentati, il governo ha deciso di introdurre questi macchinari in grado di rivelare la presenza, addosso ai passeggeri, di sostanze o oggetti pericolosi. L’Italia avvierà la sperimentazione dei body scanner in
3 aeroporti entro aprile: Fiumicino, Malpensa e Venezia.
Pregevole intento ma
le radiazioni del body scanner potrebbero essere pericolose in gravidanza?
Il problema infatti non è quello legato alla privacy o alla vergogna di farsi vedere nudi; il problema è quanto venga messa a rischio la salute di chi si sottopone al Body Scanner.
Partiamo dalle parole del Ministro Ferruccio Fazio, che in un'intervista al Quotidiano La Stampa ha detto:
"Le esposizioni non vanno valutate tanto per la quantità di emissioni quanto per la loro accumulazione. La nostra commissione dovrà dire cosa è sicuro, per quali cittadini, e quali accorgimenti usare per i soggetti a rischio. Sono verifiche che possiamo fare in tempi molto rapidi: per quanto gli eventi ci obblighino ad esserlo, su questi temi non possiamo fare improvvisazioni. Il presidente dell'Enac e tutti i ministri la pensano come me".
Si parla di accumulazione perchè le radiazioni del Body Scanner aeroportuale si andranno a sommare a quelle subìte per cause mediche o dentistiche, a quelle dei sistemi antitaccheggio di negozi e supermercati, a quelle prodotte da alcuni materiali da costruzione (in particolare il tufo) e, non ultime, a quelle prodotte dai telefonini.
Nell’intervista citata il Ministro Ferruccio Fazio ha così concluso:
"In linea teorica le radiazioni cosiddette 'ionizzanti' possono, e sottolineo possono, presentare più rischi. Ma occorrono dati che per ora non abbiamo. Non possiamo escludere a prescindere nessuna ipotesi, soprattutto se si parla di donne in gravidanza, bambini o viaggiatori frequenti: è evidente che questi ultimi potrebbero avere più problemi di chi prende l'aereo una volta l'anno. Il rischio potenziale c'è anche per le donne incinte che non sanno di esserlo"
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E' quindi giustificato che il 48% circa (ad oggi) di coloro che hanno partecipato
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