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Quando in classe c'è un alunno con difficoltà uditive

di Giulia Fontana - 29.05.2015 Scrivici

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La pedagogista ci parla degli accorgimenti e strategie che possono essere d'aiuto in generale per agevolare l'apprendimento degli alunni con difficoltà uditive

In questo articolo

Insegnare agli alunni sordi

Così come ogni alunno, anche il bambino con difficoltà uditive è unico e originale e pertanto necessita, proprio come tutti gli altri, che l'insegnante tenga conto delle sue caratteristiche individuali per strutturare una lezione che possa essere anche per lui interessante, motivante e comprensibile. Esistono alcuni accorgimenti, alcune strategie, alcune modalità operative che possono essere d'aiuto in generale per agevolare l'apprendimento di quei bambini che hanno questa particolare disabilità.

Avendo in mente queste indicazioni di massima, sarà poi sempre opportuno "riadattarle" al caso specifico, ovvero a quel bambino inserito in quel determinato gruppo classe.

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Ma cosa può fare concretamente l'insegnante che ha in classe un alunno con difficoltà uditive?

Innanzitutto bisogna tenere presente che l'alunno non udente ha una serie di problematiche che riguardano aspetti fonetici (assenza o alterazione di fonemi), aspetti fonologici (ritmo e intonazione alterati), lessicali (lessico ridotto e rigido), grammaticali e morfologici (omissioni, errori di concordanza e di strutturazione della frase..), spaziali (maggiore piattezza nella percezione spaziale) temporali (il tempo è infatti qualcosa di molto astratto), nella costruzione del legame di causa- effetto (che viene appreso dai bambini normodotati nella ricerca della provenienza di suoni e rumori, psicologici (insicurezza, stati d'ansia, dipendenza).

Ecco alcuni accorgimenti importanti che dovrebbero essere sempre tenuti a mente:

E' importante che il bambino sordo partecipi alla conversazione in classe

L'insegnante deve controllare la voce che deve essere chiara e forte e deve anche prestare attenzione a scandire le parole (può utilizzare anche l'ausilio di un microfono). La disposizione ideale dei bambini è quella a ferro di cavallo con l'insegnante al centro in una posizione ben illuminata in modo che l'alunno con difficoltà uditive possa vedere il labiale di tutti mentre parlano. E'importante inoltre che l'insegnante adegui il linguaggio che utilizza, avendo sempre presente che è fondamentale iniziare e concludere un concetto in maniera lineare, senza perdersi in mille giri di parole o lasciando un discorso a metà.

Una buona strategia in questo senso può essere quella di fare un'introduzione all'inizio che anticipi quello di cui si andrà a parlare e poi una sintesi finale che riassuma quanto è stato esposto (in questo senso non può esserci improvvisazione e divagazioni eccessive). Sarà anche opportuno spiegare ironia, doppi sensi e eventuali metafore utilizzate in quanto il bambino sordo è molto legato al significato letterale di quanto viene detto. D'altro canto è anche fondamentale accettare ogni tipo di comunicazione (anche con il linguaggio dei segni qualora lo possedesse) del bambino con difficoltà uditive anche qualora avvenisse attraverso un linguaggio imperfetto, incoraggiandolo ad esprimersi sempre di più senza aver paura di sbagliare. E'inoltre importante che l'insegnante verifichi la comprensione attraverso domande a lui rivolte e che mantenga sempre vivo il contatto oculare con lui

Utilizzare ausilii visivi

Il fatto che il bambino senta poco o con grande difficoltà "obbliga" l'insegnante a non avvalersi solo del canale del linguaggio verbale per tenere la lezione. Tutto ciò che di visivo può aiutare a esprimere, chiarire e fissare i concetti va utilizzato: immagini (foto, disegni..), mappe concettuali, lavagna multimediale, computer. Uno strumento molto utile che può essere adottato è quello di un dizionario o uno schedario personale in cui l'alunno possa catalogare parole e concetti nuovi affiancandoli ad immagini corrispondenti: come sempre perchè ci possa essere un apprendimento efficace è opportuno che l'acquisizione di un nuovo concetto passi attraverso un'esperienza concreta e reale del bambino; l'alunno sordo infatti ha difficoltà nell'astrazione dei concetti (anche per la deprivazione che ha vissuto nei primi anni di vita magari poi risoltasi con una protesi) e l'apprendimento risulta davvero efficace se lui ha sperimentato in prima persona quel concetto (per es. Se deve comprendere il significato della parola seminare nel suo schedario potrà mettere la foto di lui che ha vissuto l'esperienza nell'orto della semina). In questo modo l'aspetto cognitivo è sempre legato all'esperienza concreta.

Proprio per la difficoltà nell'astrazione sarà importantissimo dotarlo di strumenti visivi anche e soprattutto nell'area logico-matematica.

Promuovere l'integrazione nella classe

Se è vero che l'alunno con disabilità uditive necessita di un intervento individualizzato, è altrettanto necessario che si senta ben inserito e integrato nel contesto della classe. Ecco che compito dell'insegnante è anche quello di sensibilizzare e spiegare le difficoltà ai compagni e promuovere anche lavori di gruppo basati sulla collaborazione e l'aiuto reciproco. Anche perchè molti degli ausili e delle metodologie per non udenti vanno a giovare all'apprendimento dell'intero gruppo classe. Una buona idea può esere quella di far prendere gli appunti ai compagni e poi chiedere loro di tradurli in un linguaggio semplice e integrato con immagini per il loro compagno con problemi uditivi.

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