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Quante volte andare dal pediatra, dalla nascita fino ai 14 anni

di Dott ssa Teresa De Monte - 09.08.2017 Scrivici

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Quali sono le visite necessarie da effettuare dal pediatra fino ai 14 anni di età? La Dott.ssa Teresa De Monte ci spiega quando è necessario rivolgersi al pediatra

Quante volte andare dal pediatra?

Il nuovo nato, nei suoi primi giorni di vita, è accudito in Ospedale o in Clinica, le persone che si alternano accanto a lui, oltre a mamma e papà, sono formate a comprendere i suoi bisogni, sono degli specialisti neonatologi o pediatri. La Pediatria oltre a essere una scienza è anche un’arte, ciò vuol dire che ogni pediatra ha il suo personale criterio per consigliare e orientare le scelte dei genitori, pertanto rivolgersi a più specialisti pediatri può generare malintesi, equivoci, incertezze, che alla fine ledono la serenità dell’iniziale convivenza genitori/neonato.

Si ovvia a questo se fin da subito si instaura un rapporto di fiducia con un solo medico curante che da quel momento in poi darà sicurezza alla famiglia. Le Aziende Sanitarie sono tenute a fornire alle famiglie tutte le informazioni necessarie per effettuare questa scelta nel modo più consapevole possibile, magari incontrando personalmente il pediatra prima di sceglierlo, perché se si piaceranno potranno operare assieme per il bene del bimbo, caso contrario si può sempre revocare, cioè lasciare il pediatra scelto, e sceglierne un altro con il quale c’è sintonia.

Genitori seguite il programma di visite che il pediatra dei vostri figli suggerisce

Seguire scrupolosamente il programma di visite di controllo (bilanci di salute) che il vostro pediatra vi suggerisce è fondamentale. Scelto il pediatra e preso il primo contatto, seguite le scadenze dei tagliandi riportati sui libretti elargiti al neonato da ogni singola Regione Italiana, per controllare la fisiologica crescita, sviluppo, salute del bambino, e anche per parlare dei piccoli problemi che quotidianamente possono presentarsi, e anche allattamento, svezzamento, vaccinazioni, dentizione.

Se i vostri figli non hanno particolari problemi non è necessario chiedere visite supplementari, però è necessario evitare di saltare le visite filtro perché le stesse mantengono il dialogo aggiornato e costante con il pediatra.

I libretti di salute sono il diario dove si registrano i dati e i risultati delle visite di controllo (pesi, altezze, tappe dello sviluppo, vaccinazioni ecc.); su questi libretti vengono indicate anche le date previste per ciascun bilancio.

I bilanci per i primi tre anni e i più importanti obiettivi di ciascuna visita

  • Neonato

La prima visita può essere fatta ai 15 giorni per fare conoscenza del pediatra e valutare il peso del neonato.

  • 1° mese

Si valuta l’aumento di peso, lunghezza, circonferenza cranica, Riflesso Rosso, manovra di Ortolani, si espongono difficoltà, si eliminano le prime paure.

  • 3° mese

Valutazione come al primo mese; iniziano le vaccinazioni, non sempre è il vostro pediatra a farle, ma sarà lui a consigliarvi per il meglio.

  • 4°/5° mese

Continuano le vaccinazioni, si inizia a parlare di divezzamento, cambiamenti nell`alimentazione.

  • 6° mese

Tappa importante della alimentazione pediatrica: al latte si aggiungono altri cibi.

  • 8° mese

Questa è l’età migliore per accertarsi che il bambino senta bene tutti i suoni (alcuni pediatri usano dei campanellini da far suonare vicino alle orecchie, altri puntano la loro attenzione sulle osservazioni dei genitori: sobbalza ai rumori? vocalizza? ecc.), il test si chiama BOEL.

  • 9° mese

Si parla di sviluppo e prevenzione degli incidenti, di gattonamento, ma anche di alimentazione che cambia significativamente.

  • 12° mese

Il bambino cammina e inizia a mangiare da solo.

  • 15° mese

Si parla con il pediatra di crescita e sviluppo

  • 18° mese

D’ora in poi sarà sufficiente prenotare una visita ogni sei mesi.

  • 2 anni

E' il momento di accertarsi che il bambino stia imparando a parlare, cammini bene e si avvii ad usare il vasino.

  • 2 anni e mezzo

Si parla di come evitare gli incidenti, che a questa età possono capitare con facilità; è un momento importante anche per valutare le competenze linguistiche acquisite (dice frasi di almeno due parole?).

  • 3 anni

Il bambino è inserito alla scuola dell’infanzia, è autonomo nel mangiare e nell’andare al bagno; a questa età il pediatra esegue lo “screening dell’ambliopia” agli occhi. Il pediatra trascorre al telefono una buona parte della sua giornata di lavoro e voi genitori sapete quanto sia importante parlare con lui in caso di necessità.

Quando lo chiamate comunicargli quello che vi sembra indispensabile, ricordandovi che state consultando un medico a cui fanno riferimento centinaia di famiglia. È meglio perciò che le telefonate siano:

  • il più brevi possibile, per non impedire ad altri genitori di mettersi in contatto con lui;
  • documentate: procuratevi carta e penna per prendere appunti, ricordatevi di dirgli con precisione tutto quanto è necessario (qual è la temperatura in quel momento, per esempio, oppure quanto tempo è che non sta bene, quali sono esattamente i vostri dubbi ecc.);
  • fatte nel momento giusto: voi conoscete le abitudini e le modalità con cui il vostro pediatra organizza il suo lavoro, perciò telefonategli, se è possibile, negli orari che lui vi ha suggerito;
  • pertinenti: chiedetegli al telefono solo cose che vi sembrano importanti.

Inoltre ricordate che è :

  • meglio consultare il pediatra prima di precipitarsi in ambulatorio, una breve chiacchierata basta a dissipare le ansie e a sciogliere i dubbi, con grande risparmio di tempo e di fatica per tutti;
  • in caso di febbre mantenete sempre la calma, è normale che un bambino fra due e sei anni abbia la febbre più di una volta all’anno, soprattutto se frequenta il nido o la scuola dell’infanzia: è così che si difende attivamente dai vari germi che incontra in comunità.
  • Nessuna malattia grave si manifesta soltanto con la febbre, inoltre la febbre alta non danneggia il fisico. Se oltre alla febbre ci sono sintomi che vi sembrano diversi dal solito, oppure se avete la sensazione che il bambino stia veramente male, consultate il vostro pediatra, ma evitate di precipitarvi in ospedale, il pronto soccorso è lì per aiutare i malati gravi che hanno bisogno di cure immediate, non per curare le influenze e i mal di gola. Se è necessario spostare un bambino con la febbre (per portarlo dalla nonna che lo accudisce, o dal dottore che lo visita), potete farlo tranquillamente, non c’è nessun rischio;

  • accertamenti e analisi solo se necessari, un`analisi di laboratorio ha valore solo se ci aiuta a rispondere ad una domanda precisa: “All’origine di questo o quel sintomo c’è una malattia o non c’è?” Esistono analisi giuste, scelte con cura per rispondere ad ogni dubbio diagnostico, ma le analisi fatte a caso in un bambino in cui non c’è nessun sintomo da spiegare, seguendo un elenco più o meno standardizzato, non servono a nulla. Sono uno spreco di tempo, di denaro e portano spesso angosce e paure ingiustificate. Lasciate che a decidere sia il vostro pediatra, sempre e soltanto quando avrà un vero dubbio o vorrà approfondire una diagnosi;
  • non andate mai in ospedale senza sentire il vostro pediatra, l’ospedale è fatto per le malattie importanti, il pronto soccorso per curare le urgenze e cercare di salvare la vita di chi rischia di perderla; non è giusto intasarlo per un mal di gola, un po’ di febbre o qualche macchiolina. In ospedale si va quasi sempre di corsa, ma, se i sintomi non sono gravi, si rischia poi di fare lunghe code di attesa per dare la precedenza a chi sta male veramente e quando arriva poi il momento di essere visitati, spesso la risposta è frettolosa e il consiglio dato è quello “ rivolgetevi al vostro medico curante”;
  • non rinunciate troppo presto al vostro pediatra, quando vostro figlio sarà cresciuto, il suo pediatra sarà diventato per voi un vecchio amico: vi conosce da molti anni, forse addirittura da quando il bambino è nato. Nessuno meglio di lui sa valutare serenamente ogni problema e dare il consiglio più idoneo. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale offre l’opportunità di far assistere i bambini da uno specialista in pediatria fino al compimento dei 14 anni, sarebbe sciocco non approfittarne.

In realtà un adolescente, anche quando è recalcitrante e restio a mescolarsi alla folla dei poppanti, è sempre ancora un po’ bambino.

Se ne accorgono bene le mamme e i papà che si trovano alle prese con i tredicenni e i quattordicenni: ragazze che cominciano a truccarsi un po’ o ragazzi con la voce da uomo e qualche peletto di barba, che però sono ancora nella fase evolutiva.

Il pediatra è il medico specialista del cambiamento, pertanto conosce meglio di altri le problematiche degli adolescenti. Qual è allora il confine, il limite di quella che, burocraticamente, si chiama l’età pediatrica? In molti paesi questo limite è stato portato ai 18 anni, cioè al compimento della maggiore età. Anche in Italia potrebbe essere così, ma per ora il pediatra può assistere ragazzi fino a 14 anni, a meno che non abbiano un problema particolare, e allora potete chiedere alla vostra ASL di prolungare l’assistenza pediatrica fino al compimento dei 16 anni.

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