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Plagiocefalia posturale o "testa piatta": come prevenirla

di Ingrid Busonera - 23.03.2015 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Comunemente detta "testa piatta", la plagiocefalia posturale è una deformazione craneofacciale che in alcuni casi può essere prevenuta con una corretta posizione durante la nanna. Ecco come comportarsi

In questo articolo

La testa piatta nel neonato

La plagiocefalia posturale è la cosiddetta testa piatta del lattante ed è provocata dalla posizione in cui il neonato viene messo a dormire, durante i primi mesi dopo la nascita. Dormire sempre in posizione supina, infatti, favorisce la formazione della “testa piatta”.

La plagiocefalia fa parte della famiglia delle deformità craneofacciali. Esistono tre tipi di tale deformazioni: plagiocefalia, brachiocefalia e scafocefalia e il termine "plagiocefalia" è usato genericamente per descrivere tutti e tre i tipi poiché è quella più diffusa.

Da quando, diciotto anni fa,  l'Accademia Americana di Pediatria si è fatta avanti con le raccomandazioni per ridurre il rischio della tanto temuta Sindrome della Morte in Culla (SIDS), dando indicazioni su come posizionare il lattante nei primi mesi di vita durante la nanna, sono diminuiti i casi di Morte in Culla ma sono aumentati quelli di plagiocefalia posturale che determina la testolina piatta.

Secondo gli ultimi studi condotti dalla stessa Accademia, la causa è da attribuire non alla posizione supina in sé, ma alla posizione in cui si sistema la testolina: se rimane sempre nella stessa posizione comprime con il suo peso le ossa molli del cranio, provocando questa "deformazione".

Questo difetto si forma tra le prime 48 ore di vita e le successive 8 settimane e il pediatra, sin da questi primi momenti, deve essere in grado di riconoscere tale problema osservando il capo del bambino. Se non verrà corretto entro i primi due o tre mesi di vita, quando ancora le ossa sono molli e malleabili, il difetto diventerà permanente.

La prevenzione

A meno che la deformità del cranio non sia determinata da un problema che nulla ha a che vedere con la posizione, ovvero da una veloce e troppo rapida chiusura della fontanella, esistono delle misure preventive da applicare affinché si possa prevenire il problema.

Ecco come comportarci:

  • per i primi sei mesi di vita del piccolo evitiamo di utilizzare cuscini, sospensori e cose simili, e giriamo la testolina prima da un lato e poi dall'altro, modificando la posizione ogni volta che lo  mettiamo a nanna;
  • durante la giornata e quando il piccolo è sveglio, evitiamo di lasciarlo molto spesso in posizione supina;
  • cerchiamo di stimolarlo in  modo tale che "sforzi" il collo ruotandolo il capo da entrambe le parti ed evitiamo che sia troppo statico e fermo, questo servirà anche per irrobustire la muscolatura e far sì che impari a reggere il capo.

Ci sono diversi prodotti in commercio utili per prevenire la plagiocefalia. Tra questi un sistema letto che riduce il rischio del soffocamento durante il sonno del neonato e la formazione della testa piatta, e inoltre il cuscino anatomico ed ergonomico Lovenest. Un cuscino anatomico brevettato che mantiene in modo equilibrato e sicuro la posizione supina del bambino durante il riposo sulla schiena come sostegno ergonomico e funzionale, riducendo i rischi della plagiocefalia. La testa del neonato si posiziona in maniera naturale al centro dell’apposito alloggiamento sagomato garantendo comfort e sostegno ma anche equilibrio e sicurezza perché impedisce al capo del bambino di ruotare da destra a sinistra.

Le cause

La plagiocefalia posturale può trovare le basi già dalla vita nel pancione, sopratutto se il feto ha manifestato segni di macrosomia fetale ovvero è bambino molto grande rispetto all'epoca gestazionale, e quindi ha trovato uno spazio rispetto in utero ed è stato costretto ad assumere una posizione stabile per parecchio tempo. Questa posizione, complice la malleabilità delle ossa craniche, ne ha determinato la deformazione. Lo stesso rischio si corre in caso di gravidanza multipla, di malformazioni o anomalie uterine, di un'ipertonia della parete muscolare dell'utero o ancora di un bacino materno troppo stretto e di una rapida discesa nel canale del parto.

Altri fattori che ne possono determinare la comparsa sono i parti strumentali con l'uso di forcipe, ventosa, parti podalici e comunque condizionati da eventi meccanici che hanno interessato il periodo espulsivo del parto. Infine la posizione in cui il neonato dorme: se, come prescritto dalla AAP, viene sistemato in posizione supina e sempre in decubito verso lo stesso lato, spesso ciò determina un"appiattimento" della parte interessata e va corretto quanto prima, variando spesso la posizione in cui il piccolo dorme e viene messo a riposare e sopratutto, se il grado è interessante, con fisioterapia adeguata e le protesi.

La diagnosi

Per diagnosticare una deformazione craneofacciale dovuta a plagiocefalia posturale servono visite accurate.

Se un genitore si accorge che la testolina del proprio bimbo è anormale, la cosa migliore è farlo controllare quanto prima dal pediatra che stabilirà se sottoporlo ad altre indagini cliniche che confermano o negano l'ipotesi; generalmente anche il pediatra è in grado di dare una chiara e immediata risposta alle prime visite.

Il trattamento

Una volta diagnosticato  il problema è indispensabile attuare subito la terapia, con l'ausilio di terapie casalinghe e fisioterapia o con l'intervento di protesi nei casi di deformazioni più gravi e avanzate. In qualunque caso sarà consigliato tenere spesso il piccolo in braccio, con il petto verso il petto della mamma e con la parte della testolina che appare più schiacciata rivolta verso l'alto.

Verranno insegnati gli esercizi per il collo da far effettuare al piccolo e verrà insegnato come coricarlo, anche per la nanna, possibilmente in posizione prona e senza esercitare pressione nella parte interessata.
A seconda dalla gravità della deformazione verso i 3/4 mesi di vita può rivelarsi utile ed efficace utilizzare delle bende ortopediche, fino al compimento del primo anno di età circa, mentre si rivela inutile se applicato dopo i due anni quando si interviene chirurgicamente.

Prima saranno attuati gli esercizi, la fisioterapia e l'ausilio delle protesi, e migliore sarà il risultato, riducendo tra l'altro le possibilità che il bimbo in futuro abbia problemi neurologici/psichici legati all'handicap della deformazione.
Per maggiori informazioni è possibile collegarsi al sito Plagiocefalia, dal quale son state tratte alcune notizie.

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