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A 18 anni non si è più autistici

di Francesca Capriati - 03.02.2016 Scrivici

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La denuncia di Gianluca Nicoletti: suo figlio sta per compiere 18 anni e per lo Stato non è più autistico. Cosa dice la legge sull'autismo dopo i 18 anni

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Legge autismo dopo i 18 anni

Il 26 febbraio Tommy compie 18 anni. E' un compleanno importante perché lui è autistico sin da quando era bambino e oggi il papà, il giornalista Gianluca Nicoletti, autore di due libri che raccontano al sua vita insieme a Tommy, invita tutti ad una festa per celebrare l'evento. La location è ancora da stabilire, ma sarà a Roma, e sono invitati in tanti perché c'è da festeggiare: per la legge l'autismo dopo i 18 anni scompare.

Come scrive Gianluca

Vorrei davvero far venire tutti i #Teppautistici, ma anche gli amici neurotipici che sono tanti, i fratelli e sorelle...I genitori anche ma basta che non facciano facce tristi e le mamme si facciano belle. Vorrei farla in un posto veramente molto bello di Roma, vorrei musica adeguata e buffet che piaccia ai ragazzi. Vorrei che si balli si stia allegri, ma che pure si parli un po’ dei fatti nostri. Vorrei che fosse uno sberleffo a chi ci vuole mesti e rassegnati

Il diciottesimo compleanno di Tommy segna per lui un punto di svolta importante e quasi rivoluzionario. Per la legge italiana lui non sarà più autistico. Non esiste, infatti, nella tabella alla quale si deve far riferimento per assegnare l'invalidità civile una voce relativa all'autismo. Le tabelle sono vecchie e non sono state aggiornate e quindi al giorno d'oggi per assegnare l'invalidità alle persone autistiche le commissioni fanno riferimento a criteri legati a condizioni come “insufficienza mentale grave” o “disturbo dello sviluppo” e usano le Linee Guida scientifiche sull'autismo che sono state redatte e diffuse nel 2011. Un problema che esiste e che va risolto al più presto a livello legislativo per dare voce e mettere luce sui tanti italiani che convivono con l'autismo e che vanno riconosciuti.

Autismo e indennità di accompagnamento

Nei giorni scorsi Gianluca aveva paventato il timore che Tommy potesse perdere i benefici della legge 104 che tutela le persone con disabilità e che dovesse ripresentare l'intera documentazione.

La legge 104 è la normativa in materia di disabilità che tutela i soggetti che presentano “una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione”. In realtà lui stesso a fatto grande chiarezza sul suo sito riportando un intervento del Coordinatore generale Medicina legale dell’Inps Massimo Piccion e dell’avvocato dell’Anffas Giaco de Robertis.

Ecco cosa prevede la legge quando un ragazzo autistico diventa maggiorenne:

  • non bisogna presentarsi a una nuova visita: se il minore era titolare di un'indennità di accompagnamento non deve fare fare nuovi controlli ma presentare all'Inps il modello AP70 per avere la pensione di invalidità collegata al reddito. L'indennità di accompagnamento si accumula a quella di invalidità, è pari a 508.55 euro mensili per 12 mensilità ed è indipendente dal reddito
  • non bisogna presentare una nuova domanda di handicap
  •  la legge 104 non verrà toccata: è a vita, spiegano gli esperti. L'Inps potrebbe convocare la persona per una revisione ma questa attività si inserisce essenzialmente nella lotta intrapresa contro i falsi invalidi.

Quella portata avanti negli ultimi giorni da Gianluca, in vista del diciottesimo compleanno di suo figlio, è solo una delle battaglie che caratterizzano la sua attività.

Un'altra è Insettopia, una onlus nella quale

si cerca di creare una “Cultura” dell’autismo per fare chiarezza riguardo ogni luogo comune sulla disabilita psichica, ogni informazione superficiale, ogni leggenda e superstizione. I nostri figli autistici crescono e vogliamo essere certi che abbiano una vita felice e dignitosa anche dopo di noi. L’indifferenza verso questa importante fetta di umanità è stata finora veramente sconsolante, inesorabilmente l’isolamento uccide da dentro ogni familiare d’autistico, costretto a pensare che così sarà per sempre, o almeno finché potrà occuparsene lui

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