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La sua prima visita oculistica

di Emanuela Cerri - 20.05.2015 Scrivici

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E' indispensabile effettuare una prima visita oculistica appena dopo la nascita del bimbo, per controllare la presenza di eventuali anomalie morfologiche

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La prima visita oculistica

Un aspetto della salute del proprio bimbo, spesso sottovalutato da molti genitori, è quello della vista. Basti pensare che in Italia sono circa due milioni e mezzo i bambini di età compresa tra i tre e i dieci anni che soffrono di disturbi agli occhi, dagli arrossamenti ai frequenti mal di testa causati dai difetti visivi, riscontrati soprattutto durante le ore scolastiche. Tra questi si è stimato che almeno un milione e mezzo non si è mai sottoposto ad una visita oculistica.

Appena nato

Solitamente quando il piccolo è appena nato e si trova ancora in ospedale dopo il parto, viene effettuata una visita ispettiva da parte del medico oculista. Una particolare attenzione viene dedicata ai piccoli considerati ad alto rischio genetico e ai bambini nati prematuri. Questa prima visita ha lo scopo di controllare l’eventuale presenza di malformazioni congenite o di infezioni conseguenti al parto. Durante la prima ispezione l’oculista controlla la morfologia del globo oculare e degli annessi, il riflesso rosso dell’occhio e la motilità dello stesso. Per verificare gli ultimi due aspetti lo specialista si serve di una piccola luce.

Nei primi mesi di vita

Quando il piccolo ha un’età compresa tra i sei e i nove mesi, in occasione della vaccino-profilassi antipoliomielitica, è bene sottoporlo ad una nuova visita oculistica di controllo. Le modalità sono praticamente identiche a quelle utilizzate durante la prima visita neonatale: si controlla la morfologia dell’occhio e degli annessi, il riflesso rosso e la motilità dello stesso, con l’ausilio dell’apposita luce.

Intorno ai due-tre anni

Un’altra visita non dovrebbe mancare intorno ai due, tre anni soprattutto se i genitori sospettano qualche difficoltà visiva del bambino nel riconoscere oggetti od altro oppure se hanno notato, sia pure occasionalmente, uno strabismo di uno o di entrambi gli occhi. In questa occasione l’oculista accerterà la presenza di eventuali vizi di refrazione, come la miopia, l’ipermetropia o l’astigmatismo, di alterazioni della motilità oculare, come lo strabismo e il nistagmo e la eventuale  presenza di un’ambliopia conosciuta meglio come “occhio pigro”.

In quest’ultimo caso, un occhio del bimbo non è stato in grado di sviluppare correttamente la sua capacità visiva a causa di qualche anomalia. In studi oculistici particolarmente attrezzati per visitare i bambini è oggi possibile avvalersi di uno strumento computerizzato detto “autorefrattometro” che, a distanza di un metro e richiamando l’attenzione del bambino con suoni particolari in modo che guardi nell’apparecchio, è in grado di stabilire eventuali difetti di refrazione e segnalare strabismi anche di grado modesto.

Intorno ai cinque-sei anni

Quando il bimbo raggiunge l’età di cinque anni è bene sottoporlo a un altro controllo ancora più accurato, durante il quale l’oculista deve valutare con la maggiore precisione possibile l’acutezza visiva del piccolo. A tale scopo si fa leggere al bimbo il classico ottotipo di lettura per lontano, dove sono presenti dei disegni o, intorno ai sei anni, le lettere e i numeri.

In assenza di particolari problemi visivi il bambino deve eseguire controlli periodici con scadenza biennale per valutare quanto lo sviluppo sta influendo sull’apparato visivo; è tacito infatti che con la crescita l’impegno visivo del piccolo aumenta e quindi la prevenzione costituisce il miglior modo per evitare che si instaurino quadri patologici.

Cosa dovrebbero fare i genitori

Solitamente le prime visite oculistiche si fanno in queste scadenze temporali, ma in alcuni casi particolari, come consiglia il sito oculandia.it se i genitori notano o solo sospettano anomalie, è bene anticipare le visite o, comunque, rivolgersi tempestivamente all’oculista, per scongiurare ogni possibile rischio.

  • Tra gli atteggiamenti che dovrebbero insospettire il genitore, attenzione a quando i piccoli strizzano continuamente gli occhi, sforzandosi di vedere meglio da lontano, o quando chiudono un occhio se rivolgono lo sguardo verso la luce.
  • Da non sottovalutare anche le inclinazioni e le rotazioni della testa che il piccolo fa quando cerca di guardare qualcosa, così come dovrebbero insinuare qualche sospetto anche il fastidio in presenza di una luce intensa, il continuo sfregamento degli occhi, l’arrossamento e l’eccessiva lacrimazione.

  • Al fine di verificare l’acutezza visiva, mamma e papà dovrebbero controllare la capacità del piccolo di distinguere con esattezza le cose, i giocattoli e le persone che lo circondano, sia vicini che lontani

Nel caso in cui durante la visita oculistica venga accertata la presenza di un difetto visivo che prevede l’utilizzo di occhiali per correggerlo, è fondamentale che i genitori capiscano che non sono un accessorio da far metter ogni tanto al piccolo.

Gli occhiali devono essere indossati costantemente, per riuscire a correggere il difetto con successo. Un utilizzo scorretto o troppo saltuario degli occhiali potrebbe causare la mancata correzione del difetto visivo e, di conseguenza, la temibile ambliopia conosciuta meglio come  “occhio pigro” , un problema che diventa non più risolvibile dopo i dieci, dodici anni di età; prima di tale epoca invece, con un appropriato bendaggio o con particolari tecniche di penalizzazione dell’occhio migliore, si riporta, in tempo relativamente breve, l’occhio ambliope ad una visione perfetta

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