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Il bambino ha la febbre: che fare?

di Redazione PianetaMamma - 15.02.2024 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Il bambino ha la febbre: Quando preoccuparsi se il bambino ha la febbre? Cosa fare e come far scendere la febbre alta. Rimedi e consigli

In questo articolo

Il bambino ha la febbre

La febbre è un aumento della temperatura corporea superiore ai 37°C se misurata per via cutanea (ascellare), o superiore ai 37,5°C se misurata per via rettale o orale. Qualche linea di febbre può essere anche la conseguenza di sforzi fisici o della permanenza in un ambiente eccessivamente riscaldato. La febbre non è una malattia, è un sintomo; è una difesa naturale del corpo che aiuta a distruggere i microbi.

Le cause principali della febbre nei bambini sono le infezioni da virus e batteri. Questi si diffondono da un organismo all'altro tramite le vie respiratorie; è per questo motivo che gli episodi febbrili aumentano rapidamente nei bambini durante il primo anno di asilo dove vengono a contatto con molte altre sorgenti di microbi. Di febbre vera e propria si parla per temperature tra 38 e 39°C. La febbre sarà "alta" fra 39 e 40°C e "molto alta" tra 40 e 41°C. Ma cosa fare e quando preoccuparsi se il bambino ha la febbre?

La febbre va sempre curata?

La febbre non trattata con rimedi farmacologici o fisici, ma lasciata agire, non sale all'infinito. La febbre, quindi, non deve essere "curata" a tutti i costi, come viene ritenuto in genere, ma deve essere lasciata agire affinché svolga il suo ruolo difensivo.
In alcune circostanze (quando la febbre è molto fastidiosa per il bambino) è opportuno abbassare la temperatura con l'uso di farmaci.

Tra i metodi di misurazione della temperatura nei bambini, quelli rettale e orale sono i più precisi. La misurazione ascellare è accettabile, ma può dare dei risultati variabili perché misura la temperatura della pelle che è influenzata maggiormente dall'ambiente. Il metodo rettale è suggerito specialmente per i bambini nel primo anno di età.

La misurazione rettale

Assicurarsi che il termometro sia adatto per questo tipo di misurazione.

Pulirlo con alcool e scuoterlo in modo da abbassare la colonna di mercurio al di sotto dei 36°C. Il bambino può essere posizionato sulla schiena (supino) o a pancia in giù nel grembo.
Se viene messo sulla schiena, tenere leggermente sollevate le gambe per facilitare la misurazione. Lubrificare la punta del termometro con vaselina e inserirla delicatamente nel retto per circa 2 cm nel neonato e 5 cm nel bambino grande.
Con una mano tenere fermo il bambino e con l'altra tenere il termometro, assicurandosi di non lasciarlo.
Il tempo necessario per la misurazione è di almeno 1 o 2 minuti

La misurazione orale

Questo metodo va bene per i bambini più grandi che sono in grado di non mordere il termometro. Per fare una misurazione accurata, bisogna assicurarsi che il bambino non abbia ingerito bevande molto calde o fredde nella mezz'ora precedente e che sia rimasto tranquillo durante questo periodo. Pulire con alcool un termometro adatto alla misurazione orale e abbassare il livello della colonna di mercurio, agitandolo. Appoggiare bene in fondo sotto la lingua, da un lato o dall'altro, la parte del termometro sensibile alla temperatura e far restare calmo e con la bocca chiusa il bambino per almeno tre minuti.

La misurazione ascellare

Consigliato per i bambini più grandicelli. Dopo aver pulito il termometro con alcool ed averlo scosso per abbassare il livello di mercurio al di sotto dei 36°C, metterlo sotto l'ascella del bambino (a contatto con la pelle che deve essere asciutta) e fargli tenere il braccio contro il corpo per almeno 5 minuti.

Misurazione auricolare

La temperatura misurata dal termometro auricolare è una temperatura interna e quindi corrispondente alla temperatura orale o rettale. Il dato da lei misurato va quindi interpretato analogamente a come faceva per la misurazione rettale con termometro a mercurio. Generalmente si stima che la temperatura interna sia inferiore a quella esterna, misurata in una grande piega (inguine, ascella), di circa 0.5°C.

C'è comunque da dire che se nei bambini serve una misura precisa della temperatura, è meglio la misurazione rettale
 
Le strisce reattive da mettere in fronte sono poco precise ed i livelli di temperatura sono da considerare quindi solo indicativi.

Cosa fare se il bambino ha la febbre?

Alcuni consigli per i genitori.

  • Far bere il bambino più del solito per evitare la disidratazione: qualsiasi bevanda va bene: acqua, succo, latte, ecc., ma non tè o caffè. Se il bambino ha poca voglia di bere, si può aggiungere lo zucchero o offrirgli assieme una cannuccia per divertimento. I segni più comuni della disidratazione sono la poca urina, la pelle secca (specie le labbra), le poche lacrime quando il bambino piange e, nei neonati, una fontanella infossata
  • Non bisogna coprire il bambino in maniera eccessiva: se ha i brividi lo si può coprire con una coperta leggera, ma appena questi scompaiono o sente caldo è meglio rimuoverla per consentire al corpo di disperdere il calore.
  • Non forzarlo a mangiare se non ne ha voglia: lo si può tranquillamente alimentare con liquidi nutrienti come il brodo e il latte. Non è detto che, anche con la febbre, il bambino stia male e ogni bimbo malato è diverso dall'altro; ci può essere un bambino con 39°C di febbre che ha voglia di giocare e uno con 37,5°C che non se la sente. Non deve essere forzato a letto; basta che non faccia sforzi fisici eccessivi.
  • Le spugnature con acqua tiepida possono essere utili: ma solo quando gli antipiretici non hanno avuto effetto e, comunque, dopo almeno mezz'ora dalla somministrazione di un antipiretico. Per fare le spugnature, mettere il bambino in una vasca con poca acqua tiepida e, immergendo spesso la spugna, fargliela scorrere addosso per una ventina di minuti. Se al bambino vengono i brividi, bisogna aumentare leggermente la temperatura dell'acqua. È possibile fare le spugnature anche a letto se il bambino non ha voglia di alzarsi, basta riempire una bacinella di acqua tiepida e usare una spugna per bagnare leggermente la sua pelle.

Altri trattamenti fisici non sono consigliati, in particolar modo la spugnatura con l'alcool: i vapori dell'alcool possono essere inalati dal bambino e provocare seri danni.

Farmaci contro la febbre

Cosa fare per far scendere la febbre ai bambini? Gli antipiretici abbassano il livello di temperatura stabilito dal termostato ipotalamico, causando la messa in atto di meccanismi appositi per disperdere calore e, di conseguenza, diminuire la temperatura.
Se il bambino vomita e non riesce a trattenere niente nello stomaco, si può somministrare l'antipiretico in forma di supposta.

È consigliabile non svegliare un bambino che dorme per dargli l'antipiretico: il riposo aiuta il corpo a combattere l'infezione. Inoltre, bisogna ricordarsi che non è necessario che la temperatura diminuisca fino ad arrivare ad un livello afebbrile; basta che arrivi ad un punto in cui il bambino si senta di nuovo a proprio agio.

Il paracetamolo è l'antipiretico di prima scelta, perché è efficace ed ha pochi effetti collaterali.

Nel caso sia necessario il trattamento farmacologico, occorre attenersi scrupolosamente al dosaggio consigliato, e rivolgersi SEMPRE AL PEDIATRA.

  • Tachipirina supposte: 125 mg lattanti fino a 11 kg, 250 mg bambini fino a 22 kg, 500 mg bambini fino a 50 kg
  • Tachipirina sciroppo: ½ ml per kg di peso fino al max di 10 ml (es. 10 kg = 5 ml)
  • Tachipirina gocce: 3 gocce per kg di peso (es. 10 kg = 30 gocce)
  • Tachiprina cpr flash-tab: 250 mg (da 11 a 22 kg) 500 mg (da 22 a 50 kg)

E' buona norma non superare le 4 dosi giornaliere di antipiretico (minimo ogni 6 ore).

Quando preoccuparsi se il bambino ha la febbre?

Chiamare il pediatra se:

  • il bambino ha meno di 3 mesi,
  • è molto irritabile, piange e si lamenta continuamente,
  • la febbre supera i 40°C,
  • scuote violentemente le braccia o le gambe ed è tutto rigido (convulsione), 
  • ha un fortissimo dolore alla pancia.

Visita a casa o allo studio? Un bambino con la febbre può uscire di casa?

Si fa spesso gran fatica a spiegare ai genitori che far uscire il loro figlioletto febbricitante non porterà assolutamente alcun danno, non lo esporrà affatto ad ammalarsi di polmonite, ne peggiorerà la sua malattia.

Per questo motivo il Sistema Sanitario Nazionale, nel contratto con i Pediatri convenzionati, dice che il medico a sua discrezione compie le visite domiciliari solo "in caso di intrasportabilità dell'ammalato" e non specifica per febbre.

Eppure la richiesta di visite domiciliari in caso di febbre si propone continuamente, anche per temperature febbrili basse, cioè al di sotto di 39°C. E' indubbio che la possibilità di visitare il bambino con la febbre allo studio crea dei vantaggi enormi: la possibilità, se necessario, di eseguire alcuni esami semplici, eventuali terapie urgenti, la presenza di apparecchiature più idonee per la diagnosi, la possibilità di far visitare il bambino nell'orario che si preferisce, senza doverlo disturbare nel sonno o in un momento in cui è particolarmente irritato.

Le condizioni atmosferiche non influenzano affatto l'andamento delle malattie. Il bambino febbricitante può essere accompagnato nello studio del medico o può essere trasportato in casa di altri familiari, per permettere ad esempio ai genitori di recarsi al lavoro.

Fonti

Queste ed altre informazioni pratiche sono tratte dall'utilissimo libro: "La febbre e la tosse nel bambino - La gestione dei sintomi più frequenti nell'infanzia" di Maurizio Bonati, Piero Impicciatore e Chiara Pandolfini (Laboratorio per la Salute Materno-Infantile dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano) - Il Pensiero Scientifico Editore

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