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Screening oftalmologico pediatrico. Ecco cosa fare ai bambini

di Dott ssa Teresa De Monte - 12.10.2017 Scrivici

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La pediatra ci parla dei test oculari da effettuare ai bambini nelle diverse fasce di età. Quali sono le patologie degli occhi più frequenti e come diagnosticarle

In questo articolo

Controlli della vista nei bambini

Alla nascita il sistema visivo è limitato; il neonato a termine non è in grado di rispondere a cambiamenti della luce ambientale e può fissare un oggetto colorato; la capacità di seguire un oggetto in movimento si raggiunge non prima dei 2–4 mesi di vita. Attraverso studi condotti tramite i Potenziali Evocati Visivi, PEV, si presume che l’acuità visiva di un neonato sia all’incirca 1/20.

Durante i primi sei mesi di vita si ha un rapido sviluppo anatomico dell’occhio e delle vie visive: verso i 2 mesi la mielinizzazione del nervo ottico è completa; tra i 3–4 mesi si sviluppa la porzione centrale della retina ricca di fotorecettori, fovea; al sesto mese la pigmentazione iridea, da cui dipende il colore degli occhi, è completa per il 90%. Di pari passo alla rapida maturazione anatomica si ha la progressione della percezione dei colori, sensibilità al contrasto, e miglioramento dell’acuità visiva che raggiunge circa 5/10 ai 6 mesi di età. Quest’ultima progressivamente migliora fino ad ottenere 10/10 tra 1 e 3 anni. Anche se l’acuità visiva si sviluppa completamente in breve lasso di tempo, il sistema visivo ha una sua plasticità ed è in grado di rispondere ai cambiamenti degli stimoli visivi sino a 10–12 anni, facendo si che il bambino sia sensibile a condizioni che possono interferire con la visione. 

Patologie oculari più frequenti

L’ambliopia (la principale causa di visione monoculare) e lo strabismo rappresentano le patologie oculari più frequenti in età pediatrica con conseguente perdita della visione binoculare e anche cecità funzionale se non diagnosticate precocemente. Cataratta e glaucoma congeniti sono condizioni relativamente rare, che se non trattate possono determinare alterazioni visive significative. Ne consegue che tanto più tardive sono la diagnosi e la cura tanto maggiore è il rischio di danni alla vista permanenti.

Oltre al Riflesso Rosso, un altro test che va effettuato entro il sesto mese di vita è il test di Hirschberg che permette di valutare o sospettare l’eventuale presenza di strabismo, senza utilizzare gocce di midriatico.

L’esaminatore sta davanti e leggermente in basso rispetto al bambino, che è in braccio al genitore, e proietta su entrambi i suoi occhi la sorgente luminosa dell’oftalmoscopio o di una luce posta alle spalle dell’esaminatore. Il riflesso della luce è proiettato sulla pupilla di entrambi gli occhi ottenendo le seguenti risposte:

  • in caso di occhi dritti i riflessi saranno speculari rispetto al limbus;
  • in caso di strabismo convergente (esotropia) il riflesso dell’occhio deviato appare spostato temporalmente (Fig. 1-A);
  • in caso di strabismo divergente (exotropia) il riflesso sarà nasale rispetto alla pupilla (Fig. 1-B)
  • riflesso in basso in caso di strabismo con occhio deviato verso l’alto (ipertropia) (Fig. 1-C);
  • riflesso in alto in caso di strabismo con occhio deviato verso il basso (ipotropia) (Fig. 1-D).
  • In alcuni casi, non rari, si può avere presenza di strabismo con alterazione del riflesso rosso (bimbo con cataratta congenita); l’associazione di entrambe le alterazioni rappresenta una condizione di deprivazione visiva del bimbo particolarmente grave ed esistente da diverso tempo.

Entro i primi 6 mesi di vita va prestata anche particolare attenzione all’analisi dei movimenti oculari. Normalmente i due occhi si muovono nelle varie direzioni di sguardo in maniera sincrona; entrambi verso destra o sinistra; verso l’alto o verso il basso. Ciò avviene grazie ad un movimento coniugato di due muscoli cosiddetti sinergisti: per esempio se gli occhi si muovono verso destra ci sarà contemporaneamente l’azione del retto laterale dell’occhio destro e del retto mediale dell’occhio sinistro. Nei primi mesi di vita particolare attenzione va prestata ai movimenti orizzontali: deficit nei movimenti verso l’esterno si hanno in caso di esotropia congenita o di paresi del VI nervo cranico.

Test oculari da effettuare tra 12 e 24 mesi

Dopo il primo anno d’età vanno ripetuti i test precedentemente menzionati. A questi va aggiunto il test di Lang, che valuta la presenza o meno della visione con entrambi gli occhi o binoculare che è assente in caso di ambliopia (occhio pigro) in cui il bimbo vede prevalentemente con un occhio, o di strabismo

congenito in cui il bimbo utilizza per la visione un occhio per volta senza che si instauri necessariamente un’ambliopia. Il test di Lang è abbastanza semplice e contrariamente agli altri esami specifici per la valutazione della visione binoculare non prevede l’uso di alcun occhiale.

Test di Lang

Esistono 2 test di Lang: quello più diffuso è lo stereotest 2. In una cartolina rigida sono rappresentati una stella, una luna, un’automobile e un elefante. La cartolina rigida, durante il test, viene presentata al bimbo in un ambiente ben illuminato alla distanza di circa 30–40 cm. Il piccolo deve dire quali disegni vede e se non riesce ad esprimersi, gli si chiede se vede qualcosa e di cercare di afferrarlo con le dita. La stella, non presente nello stereotest 1, è visibile anche dai soggetti senza visione binoculare: questo aumenta la specificità dell’esame, in quanto il bimbo che non mostra di vederla è inattendibile per scarsa collaborazione; se vede solo la stella è altamente indicativa di patologia.

Ad ogni modo una risposta negativa nei primi 2 anni può essere legata a scarsa collaborazione, pertanto è opportuno ripeterlo entro i 2 anni e mezzo.

Test oculari dopo i 2 anni di età

Tra i 2 e 4 anni di età è possibile valutare l’acuità visiva e se il bambino non sa leggere si usa un:

  • ottotipo di Pesando: sono rappresentati oggetti noti ai bimbi (gatto, fiore, barca, pesce, casa, bambino, sole). Permette di misurare l’acuità visiva già dai 2 anni di età. Il grosso limite è che non possibile avere una precisa valutazione dell’acuità visiva legata alle caratteristiche dimensionali dei disegni rappresentati. Si rivela molto utile nei bimbi più piccoli per valutare se l’acuità visiva è eguale o diversa tra i 2 occhi.

  • ottotipo con le E di Albini: la maggior parte dei bimbi collabora sin dai tre anni di età ed è molto utile per una corretta valutazione dell’acuità visiva.

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