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La Sindrome del bambino scosso o trauma contusivo della testa

di Dott ssa Teresa De Monte - 16.02.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Sindrome del Bambino Scosso: Cosa provoca la sindrome del bambino scosso, quali sono i sintomi della Shaken Baby Syndrome e le conseguenze

In questo articolo

Sindrome del bambino scosso

La Sindrome del bambino scosso, Shaken Baby Syndrome, conosciuta anche come trauma contusivo della testa, sindrome dell’impatto, trauma e sindrome del colpo di frusta - è una lesione cerebrale grave, conseguente allo scuotimento inflitto con forza a un neonato o a un bambino, che porta alla distruzione delle cellule del cervello, impedisce l’efficace ossigenazione del malcapitato.

Le cause della Sindrome del bambino scosso

Cosa provoca la sindrome del bambino scosso? Oggi, questa sindrome è vista come una forma di abuso sui minori in grado di provocare danni cerebrali permanenti o la morte. Il trauma può essere causato da colpi inferti direttamente alla testa, lasciandolo cadere o lanciandolo o scuotendolo vigorosamente, o banalmente perché non smette di piangere e, a causa della frustrazione o rabbia di chi lo sta accudendo, il piccolo è scosso, strattonato, in malo modo.

Sindrome del bambino scosso, fino a che età?

I bambini sono soggetti a questa possibilità di trauma fino a 5 anni, l'età media varia tra i 3 e gli 8 mesi e il più alto tasso di casi si verifica nei bambini di appena 6-8 settimane, quando tendono a piangere di più e a far scattare i nervi ai genitori.

Questo scuotimento può avere l'effetto desiderato: il bimbo smette di piangere, ma la soppressione di questo naturale segnale può voler dire che il cervello è danneggiato. Un recente studio ha posto in evidenza come nel 70% dei casi i danneggiatori colpevoli sono maschi: il padre del bambino o il fidanzato della madre, e spesso sono maschi poco più che ventenni. Lo scuotimento, e la forza ad esso impressa, va ricercato nello stato psichico alterato dell'adulto che probabilmente non è in grado di gestire bene le situazioni stressanti, ha scarso controllo degli impulsi, o ha una tendenza verso il comportamento aggressivo, o fa uso di sostanza illegali.

Quando si scuote con forza un neonato, la sua testa ruota in maniera incontrollata, perché i muscoli del collo non sono ben sviluppati e offrono poco sostegno alla sua testa.

Perché non bisogna scuotere i neonati? Il movimento violento causato dallo scuotimento sballotta in avanti e indietro il cervello del bebè all'interno del cranio, a volte provocando la rottura dei nervi in tutto il cervello, di vasi sanguigni, se colpisce l'interno del cranio causa ecchimosi e sanguinamento cerebrale, e la lacerazione del tessuto cerebrale.

Il danno può essere maggiore quando un episodio inizia con il solo scuotimento, forza di accelerazione, e termina con un impatto brusco, forza di decelerazione, es. contro un muro o sul materasso della culla, perché le forze applicate e associate con un impatto sono esageratamente forti e tali da generare un edema nel cervello in grado di generare un'enorme pressione all'interno del cranio, comprimendo i vasi sanguigni e favorendo delle lesioni generali alla struttura delicata della materia grigia.

Ma allora non posso giocare al gioco dell'aeroplano o a lanciare in aria il bambino, che piace tanto? Certamente lo posso fare, ma con attenzione e non in modo brusco!.

Sindrome del bambino scosso, come riconoscerla

I segni e i sintomi della sindrome del bambino scosso sono:

  • irritabilità estrema
  • difficoltà a rimanere sveglio
  • problemi respiratori
  • scarsa alimentazione
  • tremori
  • vomito
  • pelle pallida o bluastra
  • paralisi
  • coma

Altre lesioni che potrebbero non essere inizialmente evidenti comprendono sanguinamento nel cervello e negli occhi, danni al midollo spinale e al collo, fratture delle costole, del cranio e delle ossa. Nei casi lievi di questa sindrome, un bambino può apparire normale dopo il trauma, ma con il tempo può sviluppare dei problemi di salute, di apprendimento o di comportamento.

Sindrome del bambino scosso, conseguenze

Spesso il trauma è causa di danni irreversibili, e 1 su 4 è addirittura fatale.

I bambini che sopravvivono possono avere:     

  • cecità parziale o totale
  • perdita dell'udito
  • riduzione dello stato di vigilanza
  • ritardi nello sviluppo
  • intelletto compromessa
  • linguaggio problematico e difficoltà di apprendimento
  • problemi di memoria e attenzione
  • grave ritardo mentale
  • paralisi cerebrale

Anche nei casi lievi i bambini possono sviluppare uno o più di questi problemi, a volte il primo segno di un problema non si nota fino a quando il bambino non inizia il percorso scolastico, manifestando problemi comportamentali o difficoltà di apprendimento, che solitamente non vengono collegati a un incidente o trauma accaduto anni prima.

Nei casi più violenti, i bambini possono arrivare al pronto soccorso privi di sensi, con convulsioni, o in stato di shock, in molti casi, però, non manifestando tali sintomi gravi, non sono portati nemmeno dal pediatra.

Nei casi meno gravi il bambino può manifestare:

  • letargia
  • irritabilità
  • vomito
  • scarsa suzione o deglutizione
  • diminuzione dell'appetito
  • la mancanza di sorriso o di vocalizzi
  • rigidità
  • riduzione dello stato di vigilanza
  • difficoltà respiratoria
  • colore blu a causa della mancanza/carenza di ossigeno
  • alterazione della coscienza
  • diametro pupillare diseguale
  • incapacità a sollevare la testa
  • incapacità ad agganciare lo sguardo.

La diagnosi appare dunque difficile, queste sono lesioni silenti, non identificabili dal sistema medico, molti dei sintomi come vomito o irritabilità, ritenuti non gravi, possono risolversi e possono avere molte altre cause. A meno che un medico non abbia motivo di sospettare un comportamento anomalo sul minore, i casi lievi, in cui il bambino sembra letargico o forse non si sta alimentando bene, sono spesso diagnosticati come malattia virale o coliche.

Lo sviluppo del bambino e l'istruzione non è scevra di conseguenze negative. Un bambino la cui visione è gravemente compromessa, non è in grado di imparare attraverso l'osservazione, quindi diminuisce la capacità complessiva del bambino di imparare.

Lo sviluppo del linguaggio, la visione, l'equilibrio e la coordinazione motoria, ognuno dei quali si verifica a differenti livelli dopo la nascita, sono particolarmente suscettibili di essere colpiti nel bambino con questa sindrome. Tale perdita di valore richiede una terapia fisica e occupazionale intensiva per aiutare il bambino a acquisire le competenze che non si sono sviluppate normalmente a seguito della lesione cerebrale.

Come evitare e prevenire questa sindrome

Prevenire questa sindrome è possibile alleviando lo stress al genitore o al caregiver nei momenti critici in cui un bambino piange, nello specifico spiegando:

  1. Perché è normale che il piccolo pianga
  2. Come confortare il bambino.
  3. Il self-care per i genitori.
  4. Come far fronte alle coliche.

Un altro metodo che può aiutare e calmare il neonato che piange è l'approccio alle cinque S:

  • Shushing, usando "rumore bianco" o suoni ritmici che imitano il ronzio costante del rumore nel grembo materno. Aspirapolvere, asciugacapelli, asciugatrici, una lavatrice in esecuzione, o una macchina che fa rumore bianco può creare questo effetto.
  • Side/Stomach. Posizionare lateralmente, a sinistra, il bambino, per aiutare la digestione, o sul ventre. Mentre dovrebbe sempre essere posizionato sulla schiena per dormire
  • Sucking, succhiare, lasciando che il bambino poppi, o dandogli un ciuccio o un dito per succhiare.
  • Swaddling, fasciare, avvolgendo il bambino in una coperta come un "burrito" per aiutarlo a sentirsi più sicuro. Fianchi e ginocchia devono essere leggermente piegate .
  • Swinging, dondolandolo, delicatamente su una sedia, su un'altalena, o facendo un giro in macchina per ricordargli il movimento che sentiva nel grembo materno.

-Se nonostante tutto non smette di piangere, si può provare a:

  • Assicurarsi che i bisogni fondamentali del bambino siano soddisfatti.
  • Verificare la presenza di segni di malattia, come la febbre o le gengive gonfie.
  • Muoversi o camminare con il bambino.
  • Cantare o parlare con il bambino.
  • Offrire al bambino un ciuccio o un giocattolo rumoroso.
  • Fargli fare un giro in passeggino o in auto.
  • Tenere il bambino vicino contro il vostro corpo e respirare con calma e lentamente.
  • Fare al bambino un bagno caldo.
  • Picchiettare o strofinare la schiena del bambino.
  • Chiamare un amico o un parente per farsi aiutare mentre si prende una pausa.
  • Se tutto questo non funziona, mettere il bambino nel marsupio sulla schiena, chiudere la porta, e controllarlo dopo 10 minuti.
  • Se nulla sembra aiutare il vostro bambino e nel caso riteniate ci sia una ragione medica chiamate il pediatra.

"Non scuoterlo!", la campagna di Terre Des Hommes

Per portare all'attenzione dei neogenitori e dei caregiver l'esistenza di questa forma di maltrattamento e i gravi rischi legati allo scuotimento, Terre des Hommes ha lanciato la prima campagna nazionale per la prevenzione della Shaken Baby Syndrome "Non Scuoterlo!".

Sul sito dedicato è possibile reperire informazioni su quali sono i segnali rivelatori di un bambino che ha subito lo scuotimento, come intervenire e a quali strutture ospedaliere rivolgersi, nonché informazioni e consigli utili in caso di necessità.

Tanti gli esperti che hanno preso parte alla campagna con interviste e video per spiegare ai neogenitori come prevenire la sindrome del bambino scosso e come comportarsi dopo uno scuotimento.

Stefania Losi, Responsabile del Servizio GAIA (Gruppo Abusi Infanzia Adolescenza) del Meyer di Firenze. E Antonio Urbino, direttore della S.C. di Pediatria d'Urgenza, Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, chiarisce che "I casi intercettati di sospetta SBS hanno caratteristiche comuni. Di solito si tratta di lattanti, che quando arrivano in ospedale possono essere iporeattivi o letargici, avere ipotonia o rigidità, presentare difficoltà respiratorie, difficoltà o incapacità di agganciare lo sguardo, avere convulsioni o crisi, oppure essere solo estremamente irritabili. Dalla loro storia emerge che sono bambini che hanno avuto frequenti pianti, insistenti ed inconsolabili, sonni prolungati, difficoltà ad alimentarsi, vomito, tremori, apnea. Il percorso assistenziale è gestito con un lavoro multidisciplinare di medici e altri operatori sanitari".

Durante il periodo del Purple Crying – fino ai 18 mesi di vita – il pianto del bambino può essere prolungato e poco consolabile, non legato ad un particolare malessere e spesso si presenta di sera. Il picco solitamente è intorno al secondo mese di vita, per poi decrescere riducendosi notevolmente dopo il primo anno", spiega  "Per questo è necessario che i genitori siano informati di questa criticità e adottino delle strategie corrette e informate per mantenere la serenità necessaria per prendersi cura del bambino e imparare a riconoscere i suoi bisogni

La campagna Non scuoterlo! presenta anche un video con finale a sorpresa che vede la partecipazione dell'attore Alessandro Preziosi, pochi minuti che rappresentano attimi di vita quotidiana stressanti ed irritanti.

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