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Attenti all'oleandro: fiori e piante pericolosi

di Emanuela Cerri - 01.02.2018 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Molte delle piante che coltiviamo, anche se belle, possono essere tossiche o addirittura velenose se vengono ingerite, sia per noi che per i nostri bambini: ecco quello che bisogna sapere su fiori e piante pericolosi

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Fiori e piante pericolosi

In uno dei forum di PianetaMamma, abbiamo trovato un argomento davvero interessante per preservare l'incolumità nostra, ma soprattutto dei nostri figli. Molte delle piante che coltiviamo in appartamento o sui balconi o ancora nei nostri giardini, seppur belle, possono essere tossiche o addirittura velenose se vengono ingerite. È importante quindi conoscere le piante tossiche per evitare a noi, e soprattutto ai nostri piccoli, brutte sorprese. Se comunque, nonostante la nostra attenzione, dovesse capitare di ingerire parti di queste piante velenose, è bene mettersi in contatto con il più vicino Centro Antiveleni.

Ovviamente nessuno vieta di coltivare queste piante in casa, sul terrazzo o sul giardino. L'unico consiglio è, se ci sono bambini piccoli che iniziano ad andare alla scoperta della casa, di fare attenzione che non decidano di provare ad "assaggiare" la pianta.

Piante velenose o tossiche da appartamento

Ecco un elenco con alcune delle più comuni piante e fiori velenosi che possiamo avere o coltivare in casa:

  • Azalea (Azalea indica)

Le parti velenose sono le foglie. Può dare stomatite, vomito, diarrea, debolezza, deficit della vista, convulsioni e coma.

  • Dieffenbachia (Dieffenbachia spp)

Questa elegante pianta da interno, dalle ampie foglie verdi screziate di bianco, priva di fiori, è provvista di una spiccata azione irritativa e caustica per contatto. Se le foglie sono masticate si determina una intensa sensazione di bruciore in tutto il cavo orale con possibile edema delle strutture del retro-bocca e possibile difficoltà respiratoria. Una curiosità: il nome di questa pianta, originaria del Sudamerica, deriva dal botanico tedesco nel 1800. Ai tempi della schiavitù veniva chiamata “pianta del silenzio” perché i negrieri, per punire gli schiavi e ridurli al silenzio, li costringevano a masticare foglie e steli, provocando loro gonfiori ed infiammazioni.

  • Filodendro (Philodendrum spp)

È una delle più comuni piante da appartamento. Dai piccioli delle foglie rilascia una sostanza lattiginosa bianca piuttosto tossica, che può causare gravi irritazioni alla cute e agli occhi e, se ingerita, tumefazione della lingua e soffocamento.

  • Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima)

Di questo bellissimo fiore è molto velenoso il succo lattiginoso che fuoriesce dal gambo. La sostanza può essere pericolosa sia per ingestione che per contatto cutaneo e soprattutto con gli occhi. Occorre quindi molta attenzione nell'accudire la pianta. I sintomi da avvelenamento sono un’azione caustica locale per ingestione (tutta la pianta), bruciore, lesioni ulcerose. Inoltre provoca vomito, diarrea, dolori addominali, alterazione della funzione circolatoria, delirio e collasso.

Piante pericolose da esterno

Ecco ora l'elenco delle più comuni piante e fiori velenosi che possiamo avere o coltivare sul terrazzo o in giardino:

  • Agrifoglio (Ilex aquifolium)

Sono tossiche sia le bacche (di colore rosso) sia le foglie. L'ingestione di pochi frutti (le drupe) può causare nausea, vomito, diarrea, sonnolenza, convulsioni.

  • Belladonna (Atropa Belladonna L.)

Tutta la pianta è velenosa, in particolare le bacche. Dalla Belladonna si estrae l’atropina utilizzata come farmaco in ofmatologia (dilatazione delle pupille). Infatti, il suo nome ricorda l’uso che ne facevano le dame per rendere più affascinante lo sguardo. Una dose elevata causa disturbi a livello del sistema nervoso centrale.

  • Ciclamino (Cyclamen europeum)

Tutta la pianta (parti aeree, tuberi) è tossica. La linfa provoca irritazioni cutanee. L'ingestione può causare vomito e diarrea; si possono anche avere crisi convulsive.

  • Ginestra (Spartium junceum)

Può costituire un pericolo mortale e la sintomatologia si manifesta con disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea), crisi convulsive, stato comatoso che può giungere alla morte. Se si raccolgono i rami fioriti della pianta, non bisogna portare le mani alla bocca prima di essersele lavate accuratamente.

  • Gelsomino (Gelsemium sempervirens)

Tutta la pianta è velenosa. Può determinare incoordinazione dei movimenti, disturbi della vista, secchezza delle fauci, difficoltà di deglutizione, debolezza muscolare, crisi convulsive, insufficienza respiratoria.

  • Glicine (Wistaria sinensis nuttal spp)

Il glicine è una pianta rampicante dal fusto legnoso con fiori viola, bianco o porporino di un delicato profumo.

Il nome Glicine deriva dal greco glukos = “dolce”, per il succo vischioso e dolciastro dei suoi fiori, il preferito delle api. Le parti tossiche della pianta sono le radici, la corteccia ed i semi. In caso di ingestione i primi sintomi sono simili a quelli di una gastroenterite: vomito e dolori addominali con diarrea, congestione del volto e dilatazione pupillare.

  • Mughetto (Convallaria majalis)

Sono tossici i fiori, le foglie, i frutti (bacche rosse). E' una pianta di grande pericolosità e il suo avvelenamento può essere mortale; deve esser posta attenzione anche al semplice contatto. Dolori addominali, salivazione, nausea, vomito, disturbi cardiaci rappresentano la sintomatologia; il quadro clinico, successivamente, evolve verso il coma e quindi la morte.

  • Oleandro (Nerium olenader)

È un arbusto diffusissimo che si ritrova, di frequente, ai margini delle strade come pianta ornamentale, ma anche nei giardini. Ha rametti, foglie e fiori che contengono un potente veleno; l'ingestione di una sola foglia può uccidere un adulto. Anche il cibo cotto alla griglia con un fuoco di legno di oleandro può rilevarsi velenoso.

  • Ranuncolo bianco o anemone di bosco (Anemone nemorosa)

È una pianta ornamentale con fiori piccoli e bianchi. Tutte le sue parti sono altamente velenose e possono causare irritazione locale, depressione respiratoria e cardiocircolatoria.

  • Ricino (Ricinus communis)

Il Ricino è una pianta a fusto eretto ed è noto per i suoi semi fin dall’antichità. Il nome deriva dal latino ricinus = zecca, per la somiglianza dei suoi semi con questi insetti. Molto frequentemente, i suoi semi vengono confusi con i fagioli "borlotti". L'ingestione di pochi di essi (2-3) è sufficiente a provocare la morte. La sintomatologia si manifesta con disturbi addominali, vomito e diarrea, aumento della temperatura cutanea, embolia, emorragie intestinali, ridotta emissione di urine. Si instaurano anche disturbi del ritmo cardiaco e spasmi tetanici.

  • Vischio (Viscum album)

Il Vischio è una pianta arbustiva, semiparassita.

La diffusione dei semi di vischio è affidata agli uccelli che si nutrono delle bacche. La pianta, riprende antiche usanze nordiche, viene considerata propiziatrice e augurale. Tutte le sue parti sono tossiche per ingestione; particolarmente pericolose le bacche, per la loro capacità di attrarre i bambini. La tossicità dipende dall'alto contenuto di una sostanza, la viscumina (che provoca l'agglutinazione dei globuli rossi) e dalla presenza di altre tossine. I sintomi sono quelli di una gastroenterite che insorge una decina di ore dopo l'ingestione ed è accompagnata da vomito, sete intensa, bradicardia, ipotensione, collasso, dilatazione delle pupille e visione doppia.

Erbe e spezie da evitare in gravidanza

Erbe medicinali, oli essenziali o spezie possono essere pericolose anche durante la gravidanza. Durante i 9 mesi occorre quindi fare attenzione alle erbe o alle spezie da evitare, per evitare problemi. Alcuni oli essenziali, che usiamo abitualmente per la cura del corpo, durante la gravidanza potrebbero risultare tossici per il feto. In generale, soprattutto durante il primo trimestre di gravidanza, sarebbe meglio evitare l'uso di erbe medicinali o oli essenziali, o in caso di vera necessità assumerle solo sotto controllo medico. Vediamo quali sono tutte le erbe da evitare o di cui fare un uso moderato durante la gravidanza.

Piante comuni come salvia, aglio, carciofo e liquirizia sono da evitare o da consumare con moderazione, perché alcuni principi attivi potrebbero risultare tossici per la formazione del bambino. Anche menta, noce moscata, arancio amaro o finocchio potrebbero scatenare allergie o favorire la predisposizione ad allergie nel bambino. Erbe come aloe, frangula, rabarbaro, senna e cascara dovrebbero essere evitate perché hanno un effetto lassativo. Piante come artiglio del diavolo, salice, iperico, ginko, ginseng, fucus, partenio e uncaria potrebbero causare l'insorgere di contrazioni uterine oppure avere un effetto fluidificante del sangue. Gli oli essenziali in generale sono da evitare, perché potenzialmente tossici per il feto e perché possono causare contrazioni.

Lo zenzero sembra essere efficace contro la nausea dei primi mesi, ma è sempre meglio non abusarne.

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