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Paura del buio nei bambini (e dei mostri)

di Redazione PianetaMamma - 26.09.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Molti bambini hanno paura del buio e il momento di addormentarsi può diventare fonte di agitazione, in alcuni casi di vero e proprio panico

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Paura del buio nei bambini

Uno dei timori più diffusi nell’infanzia è quello legato alla paura del buio. La paura del buio non è solo una paura da bambini. Se ci guardiamo indietro possiamo comprendere quanto questo timore appartenga profondamente alla nostra natura di esseri umani e quanto sia ancestrale.

Perché i bambini hanno paura del buio

I nostri occhi, contrariamente a quelli di alcuni animali, non sono costituzionalmente in grado di vedere nel buio: prima della scoperta del fuoco la paura dell’oscurità è connessa al timore che tutto il mondo circostante sia inghiottito dalle tenebre, comportando che si dubiti che il mondo sia lo stesso al ritorno del giorno o al risveglio. Un qualcosa che è profondamente connesso al timore di una separazione, dal mondo e dai propri sensi, unica via per interpretarlo. Per dare una spiegazione di questo fenomeno sconcertante quasi in tutte le culture sono stati creati dei miti: la luce è ciò che viene accostata alla vita, mentre le tenebre rappresentano la morte anche nell’immaginario di alcune religioni. Il timore che coglie molti bambini prima di andare a dormire si riferisce a tutto questo. Ma soprattutto è paura di separarsi dalla mamma e dalle persone care, paura che nell’addormentarsi qualcosa venga perduto.

Come spiega il pedagogista Daniele Novara, Fondatore e Direttore del Centro PsicoPedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti

Dietro la paura del buio, che riguarda la quasi totalità dei bambini attorno ai 3 anni, inclusi quelli che non la esternano, c'è una paura ancestrale, profonda: quella del distacco dai genitori, dell'abbandono, dell'esclusione. Non compare infatti nei primi 2 anni di vita, quando il bambino vive ancora in una sostanziale simbiosi con i genitori, specialmente con la mamma, e non considera il buio come fonte di paura e apprensione: la vicinanza del genitore è sufficiente a garantirgli una sicurezza adeguata. Dal terzo anno di vita, invece, prende consapevolezza del buio e comincia a provare delle inquietudini che richiedono l'attivazione di dispositivi pedagogici che gli permettano di affrontare l'esperienza del passaggio dal giorno alla notte, con questa sospensione della vigilanza consapevole che è il sonno, in maniera fiduciosa e potendo così godere dei benefici del riposo notturno. Alla base, però, conta lo stato emotivo dei genitori: più questi sono tranquilli, senza ansie particolari, né atteggiamenti dispotici e giudicanti (pronunciando frasi come "Ormai sei grande!" o "Ma non ti vergogni?") più il bambino sarà in grado di affrontare la notte in maniera tranquilla e favorevole"

Paura del buio come superarla

Ecco allora qualche accorgimento utile per gestire più facilmente questo momento, che coglie molti genitori alla fine di una giornata di lavoro.

  • Abituarlo a  dormire da solo

E’ preferibile abituare fin dall’inizio il bambino ad addormentarsi nel proprio letto e riservare l’accesso al lettone solo in casi eccezionali, come ad esempio se il bambino è spaventato da un temporale o se ha la febbre alta. Se questa vi sembrerà una scelta crudele, perché scatenerà il pianto del bambino, vi accorgerete in futuro di aver preso la decisione giusta, perché avrete incoraggiato vostro figlio alla ricerca dell’autoregolazione, rendendo più serene le sue notti e anche le vostre. Ciò non significa che il rituale dell’addormentamento non debba essere gestito con premura, affetto e pazienza. Può essere utile caratterizzare in maniera prevedibile questo momento, in modo da costruire nel tempo una sequenza di azioni che si ripetono ogni sera secondo la stessa struttura, creando così una cornice di coerenza e di stabilità che farà sentire il bambino più tranquillo, finchè esso non smetterà naturalmente di vivere l’addormentarsi come un qualcosa di problematico. In ogni caso non è necessario che il bambino si addormenti al buio. È possibile che la mamma gli resti accanto fino a che non gli si chiudano gli occhi e solo allora si può decidere di spegnere la luce. Oppure si possono utilizzare quelle piccole luci che si attaccano ad una qualsiasi presa della corrente, per far sì che la camera non resti mai nell’oscurità completa.

  • L'oggetto di conforto

In questo caso è preferibile rimuovere dalla stanza oggetti di forme particolari affinchè non proiettino ombre che possono risultare spaventanti, ottenendo l’effetto opposto rispetto a quello desiderato. Può inoltre essere fondamentale la presenza di un oggetto morbido, come un peluche, una copertina che il bambino intorno all’età di un anno sceglie come inseparabile da sé, soprattutto in assenza della madre. Questo fenomeno è stato notato per la prima volta da Donald Winnicott, un medico britannico, negli anni Sessanta del Novecento.

A questo oggetto è stato dato il nome di “oggetto transizionale”. Esso va a configurarsi come un qualcosa che il bambino sente come intimamente proprio, anche se riconosce essere altro da Sé, e che costituisce una sorta di ponte tra il suo mondo interno e la realtà esterna. E’ importante che questo oggetto non sia mai violato dall’adulto, che ne dovrebbe avere la massima cura e rispetto. Questo oggetto generalmente sarà a poco a poco disinvestito ed abbandonato dal bambino durante la crescita in maniera del tutto naturle e spontanea.

Consigli per aiutare i bambini a vincere la paura del buio

Le strategie che si possono adottare per aiutare i bambini a vincere la paura del buio, insomma, sono diverse. Ecco le principali tecniche suggerite dal pedagogista Daniele Novara:

  1. La lucina o mini torcia sul comodino: il metodo più banale per evitare la totale oscurità e poter così affrontare la notte senza ansie. Un dispositivo che può essere efficace per affrontare lo stato di vulnerabilità in cui il sonno li pone. L’idea che si possa vedere tutto dona ai bambini un senso di sicurezza.
  2. L’oggetto transizionale: un oggetto, un pupazzo o un peluche, da tenere nel lettino e che, simbolicamente, consente di mantenere un contatto con il genitore.
  3. La storia con una trama che si ripete: ascoltare una favola narrata dai genitori, specialmente della voce della mamma – il cui suono è molto familiare perché ascoltato già nel pancione – è un dispositivo pedagogico efficace per vincere la paura del buio, perché la voce dei genitori rassicura e tranquillizza il bambino. In questo caso, naturalmente, basta calibrare il testo in base all’età: con i bambini più piccoli, di 2-3 anni, sono preferibili ninne nanne e brevi filastrocche; attorno ai 3-4 anni, invece, si possono leggere storie più complesse. Inoltre, ciò che infonde sicurezza in una storia è anche una trama che si ripete e che segue sempre lo stesso copione, con le figure dei buoni e dei cattivi ben definite.
  4. Altre soluzioni: sono tanti i dispositivi che si possono usare, più specifici e in sintonia con la personalità del bambino; alcuni esempi sono le stelline fosforescenti sul soffitto, un sottofondo musicale oppure, semplicemente, un bicchiere d’acqua (alcuni bambini si sentono rassicurati dal fatto di berne un po’ prima di dormire): ogni genitore attento saprà trovare la soluzione più adatta al proprio bambino.

Ma se la paura del buio e dei mostri comunque arriva?

Allora basta aggirarle con qualche trucco che in modo indiretto metta a nudo la paura e aiuti il bambino a combatterla, a sentirsi forte e invicibile nei confronti di essa.

Ecco allora le prime mosse da fare:

  • rassicurare i bambini, dicendo loro che i mostri non verranno nella loro stanzetta;
  • rassicurarli sul fatto che il buio non trasforma gli oggetti, i quali non possono 'animarsi' a nostro discapito;
  • lasciare la porta della cameretta aperta;
  • mettere una lucina notturna accanto al lettino;
  • mettere nel lettino un pupazzetto amato dal bambino, oppure una nostra sciarpa, o maglia o indumento su cui sia presente il nostro 'odore'.

Il pedagogista spiega anche che alcuni cartoni aniamti amati dai bambini possono aiutarci. I PJ Masks (o Super Pigiamini), ad esempio sono oggi tra i personaggi più amati da bambini e bambine tra i 3 e i 6 anni: immedesimarsi in Connor, Amaya e Greg, bimbi che vivono vite normali di giorno, ma di notte si trasformano in Gattoboy, Gufetta e Geco e affrontano i supercriminali, è facile e divertente e permette di proseguire le storie viste in televisione attraverso l’immedesimazione. I genitori possono sfruttare il gioco simbolico che i bambini attivano, stimolando la loro creatività per costruire insieme la maschera di Gattoboy e, quando arriva la sera, indossarla al grido di “è il momento dell’eroe!”, per sentirsi un vero supereroe di fronte al buio.  Oppure, cantando insieme la sigla dei PJ Masks, far capire ai più piccoli che sono in grado di affrontare qualsiasi paura.

Mammafelice ci consiglia di scongiurare la paura del buio e dei mostri, inventando dei giochi che esorcizzino tali paure. Ad esempio possiamo trasformare i bambini in super-esploratori!

I super-esploratori non hanno paura del buio, combattono tutti i mostri e vincono sempre, perchè rappresentano il Bene. E poi hanno i loro trucchi segreti per vincere contro il male! Nello speciale kit i bambini avranno:

  • una borsetta a tracolla, nella quale i genitori avranno scritto la sacra pergamena contenente la formula magica che allontana i mostri e fa passare la paura del buio
  • uno spray anti-mostri, ottenuto miscelando qualche goccia di olio essenziale d'arancio in uno spruzzino contenente acqua (vanno benissimo quei mini spruzzatori usati per mettere il profumo)
  • un cappello da super-esploratore, che può essere un semplice cappellino con visiera a cui viene attaccata una piccola torcia, oppure su cui viene attaccata l'etichetta dell'invincibilità e altri oggetti utili
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