e
Pianeta Mamma
continuano la collaborazione per dare visibilità ai racconti scritti dalle utenti di questo bellissimo sito dedicato al magico mondo delle
favole
. La fiaba scelta di questa settimana dalla Redazione di
Ti Racconto una fiaba
è
"Birba Bir" di Rosa Rita.
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La chiamavano
Birba Bir
.
Era una bimba con un grande fiocco sul capo e un ampio vestito a pallini. Lei non amava né il fiocco, né quel vestito. La sua mamma la vestiva cosi, con cura e attenzione, ogni mattina per andare a scuola.
"Birba tu sei una brava bambina e devi fare la brava bambina " le diceva.
Forse, Birba
avrebbe desiderato un suo abbraccio caldo ma la mamma era concentrata sui preparativi.
Tutto doveva essere perfetto. Cosi, Birba, appena poteva, si toglieva il fiocco e le scarpe di vernice nera e correva nel fango. Che belle le pozzanghere! Creavano bizzarre, degli schizzi sul vestito a pallini come fossero tanti colpi di pennello. La piccola, con un dito, si dipingeva la faccia di marrone e sentiva l'odore della terra.
" Che buono!" gridava annusando il sole.
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Briciola, il gatto di casa, si divertiva con lei in quel giochino che non piaceva per nulla ai suoi genitori. Un giorno, come tanti giorni, quelli di marmellata e nutella al mattino spalmati sul pane e sul viso, a Birba parve di vedere uno strano
folletto
comparire tra le pieghe della tovaglia. Strabuzzò gli occhi e li strizzò pure. Non stava sognando. Lui era lì e la stava fissando. Aveva barba bianca e capello a punta viola.
Era piccolissimo. Le sopracciglia foltissime gli coprivano gli occhi, e nascondevano due pallini celesti come il mare.
" Ciao Birba io sono il giullare del Re delle pozzanghere di fango." si presentò con voce dolce.
" Piacere!" Che gran piacere! Scusa, ma tu non sei sporco di fango???!!!!" chiese la piccola.
"No, non lo sono.....come vedi i mei abiti sono profumati e puliti anche se qualche volta, come tutti, mi sporco un po'. So quando usare gli abiti per la festa e quando indossare gli abiti per rotolarmi nel fango e divertirmi davvero.
Per divertirsi è indispensabile sentirsi liberi. Liberi anche dai rimproveri di mamma e papà
. Altrimenti non ci si diverte più."
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"Si hai ragione....ma forse, quello che mi diverte, è farli arrabbiare un po'. " rispose Birba sorridendo
"Allora sei Birbadavvero!!!"sorrise il folletto
"Un pochino!" ribatté la bimba abbassando la testa e nascondendo le sue guance rosse
" Cosa ti diverte della rabbia di mamma e papà?"
"
Credo che cosi...mi prestano più attenzione
...sai sono presi dal loro lavoro e alle volte non mi vedono proprio! Cosi, quando mi sporco....hanno occhioni e parole con suono alto....tutti per me....che bello!!!"
"Capisco. Sai che il signor Fango in persona si è rivolto a me dicendomi che devi usare il fango delle pozzanghere, per più buoni propositi! Cosi stai gettando la preziosità del suo regno al vento."
" Caspita!!!! E che dovrei fare, allora???"
" Il fango è terra ricca per i fiorellini e per la loro crescita, non è solo cosa sporca con cui sporcarsi"
" Non lo sapevo!!!! Uhm, Uhm...." La bambina si grattò il mento.
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" Bene, la prossima volta che ci ritorni, niente vestiti belli ma quelli da lavoro e con coraggio e forza, dona con la paletta piccole quantità di fango ai fiori del giardino, e se ti piace sporcarti?? Ricordati, se farai del bene ai fiorellini, allora potrai anche tu godere del bene e del divertimento del Signor Fango. Queste sono le regole nel suo regno"
" Va bene ci sto. Mi piace l'idea... " Rispose Birba Bir pulendosi, prontamente, la bocca sporca di nutella.
Da quel giorno, il suo vestito a pallini rimase un po' di più appeso nell'armadio insieme al fiocco e alle scarpe di vernice. In compenso, mamma e papà si arrabbiarono meno. Giocarono un po' di più con Birba che sorpresero da giorni, sorridente e impegnata a parlare con i fiori del prato. La bimba si sporcò ancora con il fango, ma aveva gli abiti da lavoro per farlo. Cosi, scoprì di divertirsi molto di più.
La libertà è un percorso di doveri e piaceri che si abbracciano insieme.
Dentro di noi e poi fuori di noi. Io che ho scritto la fiaba lo so bene: c'è anche una Birba in me che ancora ama sporcarsi con il fango
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