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In contatto col bebè

di Ingrid Busonera - 11.12.2014 Scrivici

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Aptonomia e rebirthing: due metodi per entrare in comunicazione con il bebè nel pancione

Aptonomia e Rebirthing

Esistono dei metodi che permettono alla futura mamma di mettersi in contatto col bebè che porta in grembo e di trasmettergli messaggi positivi usando solo carezze o dei respiri? Sì, questi metodi, ancora poco noti tra le mamme italiane, sono conosciuti come aptonomia e rebirthing.

Il bimbo nel pancione ha già le basi del suo carattere e dell'individuo che sarà. Quando nascerà questi elementi saranno già in parte ben definiti ma solo crescendo si affineranno, soprattutto in base alle caratteristiche e alle condizioni in cui il bambino crescerà e verrà educato. Questo vale anche per i rapporti affettivi: il legame tra madre e figlio nasce e aumenta subito dopo la nascita, ma esistono alcuni metodi per rafforzare il rapporto madre-figlio sin da prima della nascita e che ora consentono anche al papà di introdursi nella coppia mamma-bebè, permettendogli di vivere la gravidanza e la nascita non da estraneo.

Queste tecniche sono conosciute come aptonomia e rebirthing e permettono di creare un intenso e profondo legame affettivo con il feto nel grembo materno attraverso il tatto e il respiro. In qualche caso presso il consultorio comunale o negli ospedali della città vengono organizzati particolari corsi di preparazione al parto che prevedono anche l’apprendimento di queste tecniche.

Il termine aptonomia significa letteralmente scienza del tatto e permette a mamma e papà, a partire circa dal quinto mese di gestazione ovvero da quando i movimenti del bebè iniziano a sentirsi, di entrare in contatto con il piccolo attraverso dei particolari massaggi. In questo modo è possibile trasmettergli messaggi di amore e benessere, gettando le basi di quel rapporto che alla nascita non potrà che essere simbiotico. Questa disciplina è abbastanza recente: nasce in Olanda negli anni Settanta e si è poi diffusa e sviluppata in Francia; in Italia è ancora parzialmente sconosciuta e quindi poco sfruttata.

Per entrare in contatto col bebè, la mamma dovrà innanzitutto imparare e a rilassarsi ed a estraniarsi dal mondo esterno; dovrà quindi ritagliarsi dei momenti solo per sé e il piccolo.

Come, dove, quando?

In qualsiasi momento purché vi sia serenità e tranquillità. Sul pavimento sdraiamoci supine su un materassino o su una copertina e cerchiamo di capire, attraverso la palpazione del grembo, dove si trova il fondo dell'utero, che in quest'epoca si trova all'incirca in corrispondenza dell'ombelico.

Toccando in modo leggero e delicato e verificando anche attraverso i fianchi fin dove sentiamo resistenza possiamo capire in che posizione è messo il bebè: se sentiamo una certa resistenza vuol dire che stiamo toccando piedini, testolina o sederino, mentre se le mani non incontrano difficoltà ad incontrarsi vuol dire che il bimbo è in posizione longitudinale. Dopo aver focalizzato come è posizionato il piccolo, immaginiamo ad occhi chiusi che l'aria che abbiamo attorno sia di un colore, il nostro preferito, inspiriamo e immaginiamo che questa scenda dal torace fino all’addome così che possa avvolgere tutto il corpicino del nostro piccolo; quindi, durante l'espirazione, buttiamo via l'aria come se dovesse uscire direttamente dall'ombelico "svuotando" il pancione fino ad avvolgere il piccolo in un abbraccio che parte direttamente dalle pareti dell'utero, che privo di aria si attilla al piccolo.

Ripetiamo questo esercizio diverse volte finché non siamo completamente rilassate e iniziamo ad attuare l'aptonomia vera e propria.

Mentre stiamo espirando, ovvero quando sentiamo la pancia sgonfiarsi, poggiamo leggermente le dita sul pancione e cerchiamo i "confini" del piccolo, proprio come abbiamo fatto all'inizio per capire la posizione; posizioniamo le mani come se lo stessimo abbracciando e mentre gli mandiamo i nostri pensieri di gioia ed amore, muoviamo le mani come per cullarlo.

Facciamo una pausa di qualche secondo e con stupore ci accorgiamo che il nostro piccolo ci risponde! Sì, siamo in contatto col nostro tesoro, che si farà sentire con calcetti e movimenti, come per dirci di continuare a cullarlo e coccolarlo!

Quando la gravidanza sarà arrivata al terzo trimestre e la mamma avrà ormai imparato ad entrare in contatto col suo piccolo, si può provare a coinvolgere in questo tenero abbraccio d'amore anche il papà che, aiutato dalla mamma, imparerà anch’egli a "parlare" e a comunicare con il piccolino.

Per farlo basta che il papà si sieda dietro la mamma cingendola in un abbraccio e che egli segua i movimenti e le indicazioni della futura mamma. Così il piccolo sentirà che anche il papà vuole comunicare con lui.

Rebirthing

Un altro metodo per entrare in contatto col piccolo già durante la gestazione è il rebirthing, che letteralmente significa rinascita, tecnica nata negli Stati Uniti negli anni Settanta e che si basa su una particolare modalità di respirazione che non prevede interruzioni ma prosegue in maniera continuativa e circolare, utilizzando sempre lo stesso canale ovvero o naso o bocca.

Per mettere in pratica questa tecnica ed imparare la disciplina probabilmente sarà necessario l'ausilio di una specialista che ci illustrerà come procedere:

  1. sdraiamoci comode in un ambiente silenzioso e tranquillo, in modo tale da poter essere mentalmente distese e rilassate, e iniziamo a respirare con il naso o con la bocca, senza interromperci;
  2. poggiamo delicatamente le mani sopra il pancione ed incominciamo a "cercare" il nostro bambino, cerchiamo di visualizzarlo, dandogli un volto e una figura, e parliamo con lui, manifestandogli il nostro amore e quanto siamo ansiose di accoglierlo e di stringerlo tra le braccia.

Dopo che abbiamo imparato la tecnica possiamo coinvolgere anche il nostro partner, per fargli prendere coscienza del ruolo paterno che andrà a rivestire e per rendere concreta l'idea del figlio che cresce nel grembo materno, che altrimenti si realizza, per la stragrande maggioranza degli uomini, soltanto dopo la nascita del piccolo. Quindi facendo distendere il partner dietro di noi e chiedendogli di cingerci il grembo, iniziamo a respirare in modo sincronizzato e armonico e comunichiamo col piccolo trasmettendogli i nostri pensieri.

E’ sufficiente ripetere entrambi gli esercizi una volta alla settimana, per circa quindici minuti: l'aptonomia, a partire dal quinto mese della gestazione, e il rebirthing, già dal primo mese della gestazione. 
 
 

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