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Streptococco in gravidanza: profilassi, cura e conseguenze sul neonato

di Redazione PianetaMamma - 06.02.2019 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quali possono essere le conseguenze dello streptococco in gravidanza: come si cura e qual è la profilassi

In questo articolo

Streptococco in gravidanza

Lo streptococco in gravidanza è certamente uno dei batteri più temuti dalle future mamme, perché potrebbe essere trasmesso al bambino durante il parto con conseguenze anche gravi. Quando si pensa all'infezione da streptococco in gravidanza ci si riferisce soprattutto allo streptococco agalactiae, un batterio Gram-positivo noto comunemente come Streptococco beta-emolitico del gruppo B, che fa naturalmente parte del microbiota umano.

Si tratta di un colonizzatore innocuo presente a livello gastrointestinale ed uro-genitale, ma che in alcune situazioni può trasformarsi in batterio patogeno che da origine ad infezioni. Lo streptococco beta emolitico del gruppo B (Streptococcus agalactiae) è presente nel 15/20% di donne sane che non presentano alcuna sintomatologia: questo microorganismo è in grado di provocare infezione, può attaccare le vie respiratorie, le vie urinarie e la pelle ma si combatte con antibiotici specifici e non presenta complicazioni, se non in gravidanza.

Streptococco gruppo A in gravidanza

Lo streptococco A è quello maggiormente noto per le infezioni che provoca alla gola, alle tonsille e alle prime vie respiratorie. Si trasmette tramite la saliva e si diagnostica con un semplice tampone alla gola. Va trattato con una terapia antibiotica di circa 10 giorni e se trattato correttamente non comporta complicanze.

Streptococco B in gravidanza

Lo streptococco di gruppo B (GBS) è un tipo di infezione batterica che può interessare la vagina o il tratto gastrointestinale della donna incinta, spesso è asintomatica ed è il tipo di streptococco che maggiormente preoccupa durante la gravidanza perché una madre può passare il batterio al suo bambino durante il parto. Non tutti i bambini nati da una madre con streptococco e che risultano positivi al batterio si ammaleranno, tuttavia le conseguenze potrebbero essere serie e per questo il test per lo streptococco viene inserito negli esami di routine durante la gestazione.

Come evitare lo streptococco in gravidanza

Come dicevamo lo streptococco è un batterio presente in maniera del tutto innocua nel 20% delle donne quindi è davvero difficile riuscire ad evitarlo del tutto.

Quel che è maggiormente importante è fare i tamponi e gli esami prescritti dal ginecologo che servono ad individuare la presenza del batterio.
In caso di risultato positivo verranno somministrati antibiotici per via endovenosa durante il parto per ridurre la possibilità che il bambino si ammali.

Profilassi streptococco agalactiae gravidanza

La prevenzione dell'infezione perinatale da GBS, prevede approcci di screening diversi, basati
sulla valutazione di tre elementi fondamentali:

  1. screening batteriologico;
  2. fattori di rischio clinico ed anamestico;
  3. screening batteriologico e fattori di rischio

Nel corso della gravidanza il ginecologo prescriverà un tampone vaginale, un tampone rettale e urinocoltura tra la trentacinquesima e la trentaseiesima settimana di gravidanza. In caso di risultato positivo ad uno di questi test potrà decidere di iniziare una terapia antibiotica profilattica.

Il tampone si effettua prelevando dei piccoli campioni di secreti vaginale e rettale, attraverso dei sottili e lunghi bastoncini simili a dei cotton-fioc: il materiale prelevato va inviato in laboratorio dove si esegue la ricerca del germe ed entro 48 ore si hanno gli esiti.

Come viene trasmesso lo streptococco al bambino

Circa l’80 % delle sepsi neonatali da GBS è dovuta a trasmissione durante il travaglio e il parto. Dalle stime effettuate è emerso che la probabilità di trasmissione del batterio dalla madre al bambino durante il parto è pari al 70%, ma soltanto l'1-2% dei neonati sviluppa effettivamente l'infezione. Secondo gli esperti il taglio cesareo elettivo in assenza di travaglio e con membrane integre non si associa a colonizzazione neonatale e presumibilmente nemmeno ad infezione.

Ci sono alcuni fattori che aggravano la possibilità di contagio materno-fetale e sono:

  • rottura delle membrane prima delle 37 settimane;
  • peso corporeo inferiore ai valori normali (neonato sottopeso);
  • parto dopo 12/18 ore dalla rottura delle membrane;
  • rialzo della temperatura materna durante il travaglio;
  • rottura prolungata delle membrane (oltre le 18 ore);
  • precedente figlio affetto da streptococco beta emolitico di gruppo B.

Quali sono le conseguenze sul neonato

L'infezione da streptocco in gravidanza può essere asintomatica, ma può anche avere conseguenze gravi per la mamma e soprattutto per il feto.

La colonizzazione batterica materna intraparto è un fattore di rischio per un'infezione da Streptococco nel neonato che può presentarsi con:

  • polmonite,
  • meningite,
  • sepsi,
  • infezioni delle vie urinarie,
  • amnionite, una patologia infiammatoria dalle conseguenze potenzialmente tragiche,
  • morte.

L'infezione del neonato può manifestarsi:

  • entro le 20 ore dalla nascita (esordio precoce): può dare origine a polmoniti e setticemie;
  • due o tre mesi dopo la nascita (esordio tardivo): con una maggiore probabilità di meningiti neonatali.

Come curare l'infezione da streptococco in gravidanza

In caso di positività al test per lo streptococco è necessario intervenire tempestivamente per ridurre il rischio di una trasmissione del batterio al bambino durante il parto.

Generalmente l'infezione da Streptococco si cura con una terapia antibiotica ma in molti casi è necessario intervenire con una profilassi antibiotica per via endovenosa, generalmente a base di ampicillina, durante il travaglio che sembra ridurre di venti volte il rischio che il neonato contragga l'infezione.

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