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Un sondaggio rivela le 5 frasi da non dire mai a una donna che ha abortito

di Laura Losito - 29.01.2016 Scrivici

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Un aborto spontaneo è un evento straziante e non è semplice trovare le parole giuste per aiutare a superare questo trauma. Ecco cosa non dire a chi ha abortito; a volte basta un semplice "mi dispiace" supportato da gesti che esprimono affetto

Cosa non dire a chi ha abortito

Un aborto spontaneo è un evento straziante: chi ne è spettatore può solo cercare di offrire appoggio e conforto, ma trovare le parole giuste è tutt'altro che semplice. Cosa si può mai dire ad una donna che ha dovuto affrontare una cosa del genere? Esiste davvero una frase che potrebbe farla sentire meglio, anche solo per un minuto? È meglio esprimere la propria solidarietà con i gesti o con le parole? Un nuovo video che è diventato virale enumera quelle frasi che, pur animate dalle migliori intenzioni, possono arrecare ancor più dolore a una donna che ha appena subito un aborto.

A realizzare il video è stato Tommy’s, un ente di beneficenza britannico, che prende il nome dall’ospedale di St. Thomas; la struttura ha sede a Londra e si occupa della raccolta fondi per la ricerca sul parto prematuro e l’aborto spontaneo. In un recente sondaggio svolto dall’ente stesso e che ha coinvolto 6000 donne vittime di un aborto spontaneo, è emerso che ben il 95% delle intervistate si è sentita rivolgere frasi benintenzionate ma offensive da amici e familiari. E se alcune di queste possono effettivamente imputarsi a goffaggine o ignoranza, in altri casi è difficile non pensare ad una palese insensibilità. “Ci saranno altre occasioni.” “E’ successo per una ragione.” “Almeno non era ancora un vero e proprio bambino.” “Almeno è successo presto.” “Almeno puoi ancora rimanere incinta.” Sono effettivamente frasi che in certi momenti hanno il potere di un pugno allo stomaco: quella donna ha appena perso suo figlio, il suo bambino.

Nulla potrà consolarla e non penserà mai che ci sia una “ragione” per quanto è successo. Potrà forse superare il trauma un giorno, ma mai dimenticare. E in quel momento pensare ad altri figli che verranno non le da’ nessun conforto, ma ha quasi il sapore del tradimento, perché il suo bambino, a prescindere dall’età gestazione, è insostituibile.

Probabilmente non riesce nemmeno a credere sul serio che avrà mai il coraggio di riprovarci, che smetterà mai di piangere il suo piccolino perduto… e probabilmente non lo farà. Forse non esistono parole che possano darle sollievo, ma sicuramente non sono i “succede”, non la citazione delle statistiche, e forse nemmeno i “è capitato anche a me”. L’unica cosa che vuole veramente sentire è che qualcuno le è vicino nel suo dolore. Un semplice “mi dispiace” è sufficiente se supportato da gesti che esprimono questo affetto più delle parole… Il che può voler dire, a volte, anche rispettare i suoi tempi.

Un dolore così grande deve essere affrontato ed elaborato per poter andare avanti. Certe frasi e commenti inopportuni sarebbero determinati anche dal fatto che oggi come oggi l’aborto spontaneo è ancora un argomento tabù, quindi la maggior parte delle persone semplicemente non ha idea di come reagire quando qualcuno ne è vittima: una mamma, ma non dimentichiamolo, anche un papà. A questo proposito, Tommy's sta utilizzando l’hashtag #MisCOURAGE per incoraggiare la discussione circa l’aborto sui social, e finanzierà il primo Miscarriage Research Center del Regno Unito, che aprirà i battenti il prossimo aprile.

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