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Il diabete gestazionale

di Antonella Galante - 11.04.2016 Scrivici

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Cos'è il diabete gestazionale e come si deve intervenire se gli esami rivelano un alto valore della glicemia

In questo articolo

Diabete gestazionale

Nell’ambito dei vari screening prenatali, in presenza di un alto valore della glicemia, vi verrà sicuramente prescritta intorno alla 25°/28° settimana di gestazione, l’effettuazione della Mini-Curva da carico di glucosio (detto anche Oral Glucose Challenge Test o test di Carpenter) per trattare il diabete gestazionale.

Vi faranno un prelievo di sangue, vi daranno da bere 50 gr di glucosio a digiuno e vi faranno un secondo prelievo a distanza di un’ora: tutto ciò per misurare i valori della glicemia, che non dovrebbero superare la soglia di 140 mg/dl, e stabilire quindi se avete sviluppato o meno il Diabete Gestazionale.

Ma state tranquille: nonostante il nome possa incutere un qualche timore, sappiate che è una patologia tipica della gravidanza (da qui l’aggettivo gestazionale) che compare, scompare (e può ripresentarsi) con essa, benché alcune donne possano sviluppare un diabete di tipo 2 più in là con l’età.

Diabete gravidazionale, sintomi

Ma cosa succede nel nostro corpo? La placenta secerne degli ormoni che vanno a contrastare l’azione dell’insulina prodotta normalmente dal nostro pancreas: questo comportamento anomalo fa sì che vi sia un aumento degli zuccheri del sangue. Il nostro organismo, per fronteggiare l’improvvisa iperglicemia, aumenta la produzione di insulina che risulta però non essere sufficiente.

Ecco il perché di questo disturbo.

C’è da dire che questa patologia colpisce maggiormente chi con il diabete ha una certa familiarità, anche se alla lontana. I principali fattori di rischio che ne favoriscono l’insorgenza sono infatti:

  • sovrappeso o obesità
  • casi di diabete in famiglia (genitori, nonni, ecc)

Ma anche una precedente gravidanza, caratterizzata dalla nascita di un bimbo di peso superiore ai 4 Kg., può rappresentare un valido presupposto per un suo ritorno.

Nel caso in cui l’OGCT dia esito positivo, vi sottoporranno ad un secondo test, denominato “Curva da carico orale di glucosio” (o Oral Glucose Tollerance Test): il quantitativo di glucosio da bere sarà superiore e i prelievi saranno 4, effettuati ad un’ora di distanza l’uno dall’altro.

Il risultato di questo test stabilirà con certezza se effettivamente siete affette da DG.

Diabete gestazionale cosa mangiare

Il diabete gestazionale si cura e si tiene sotto controllo con un’apposita dieta, che fornisca l’apporto calorico e tutte le sostanze necessarie alla mamma e al nascituro, ma che preveda l’eliminazione di zuccheri e dolciumi.

Il personale ospedaliero dell’Ambulatorio Diabete e Gravidanza, c/o cui vi recherete a fare il test diagnostico, vi fornirà una dieta personalizzata e tutto il supporto morale e medico di cui avrete bisogno. Vi daranno in dotazione l’apparecchiatura (con pungidito) per monitorare quotidianamente i livelli di glicemia pre e post prandiali, vi consiglieranno di fare movimento, per quanto possibile, e di tenere sotto controllo peso e pressione. Verificheranno comunque l’efficacia della cura prescrittavi tramite controlli programmati.

La dieta dovrà privilegiare l’assunzione di fibre e proteine, limitando invece l’assunzione di carboidrati, lipidi, e glucidi. Lo zucchero in ogni sua forma (dolci, miele, marmellate, bevande zuccherate, ecc) dovrà essere evitato e persino gli alimenti con dicitura “senza zucchero” dovranno essere momentaneamente eliminati, in quanto ne contengono comunque dei sostitutivi. Frutta e pasta andranno consumate con moderazione.

Si, perché chi può soffrire maggiormente a causa del DG non è tanto la mamma ma proprio il nascituro: durante la gestazione potrà crescere troppo, nascendo quindi macrosomico e debole dal punto di vista metabolico. Potrebbe addirittura soffrire di ipoglicemia, di insufficienza respiratoria e di ittero.

La mamma, dal canto suo, potrà convivere serenamente con questo nuovo “inquilino”: sarà tenuta sotto controllo e potrà partorire a termine o, nel caso in cui il ginecologo lo ritenga opportuno, con qualche settimana di anticipo (generalmente alla 38°) tramite induzione.

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