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Donne e istinto materno

di Francesca Capriati - 12.03.2015 Scrivici

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Un documentario indaga sull'istinto materno e sul desiderio di manternità di 5 donne. E' "Stato interessante" di Alessandra Bruno

Stato interessante

Cinque donne che non sono madri, non ancora, forse mai. Donne tra i 38 e i 43 anni, l’età in cui il ticchettio dell’orologio biologico comincia a battere incessantemente il tempo fino a diventare un cronometro. Tra te e i tuoi limiti. Tra il tuo corpo e la tua volontà. Tra il tuo desiderio e la tua scelta.

Sono le voci di "Stato Interessante" della regista Alessandra Bruno che ha scelto di seguire per qualche tempo la vita di cinque donne che si trovano in quella fase della vita nella quale ci si domanda se si diventerà mai mamme.

Hai tra i 38 e i 43 anni, non hai figli, non li hai ancora, non li vuoi, li vorresti ma non vengono. L’orologio biologico, ovunque si trovi, ti ticchetta nel cervello come un cronometro. Oppure no, quello che ticchetta è l’orologio della vicina, perché il tuo l’hai spento dopo qualche notte insonne.
O magari non l’hai mai sentito.
O forse la tua corsa contro il tempo è talmente sfiancante che ormai non ci fai più caso. Ti accorgi che il mondo comincia ad insospettirsi non vedendoti col pancione. E anche tu qualche domanda te la fai.

Ecco le parole della regista, quarantenne senza figli, che anche lei alle prese con domande così importanti e con la necessità di fare una scelta, come quella della maternità o della non maternità, non più procrastinabile, cerca un confronto con le sue coetanee.

E proprio ad Alessandra Bruno abbiamo posto qualche domanda per capire meglio il suo progetto.

  • Dall’esperienza fatta con queste donne cosa ti ha colpito di più sul desiderio di maternità?

Mi ha colpito il fatto che non sia un desiderio statico, identico a se stesso nel tempo e nello spazio, che  non sia quindi qualcosa di innato che sta lì da sempre solo in attesa di manifestarsi.

E’ un desiderio come gli altri, spesso difficile da riconoscere, perché prende forme diverse a seconda delle varie fasi della vita, si nasconde, cambia, si evolve, si trasforma in qualcos’altro, sparisce e ricompare continuamente. C’è bisogno di molta consapevolezza per metterlo a fuoco e farlo diventare una volontà.

  • Quali pensi siano i fattori che spingono le donne a ritardare il momento della maternità?

Prima di tutto il fatto di sentirsi giovani molto a lungo e “in costruzione “ come individui fino a ben oltre i quarant’anni.  Questa costruzione di sé (e della coppia) è ritenuta fondamentale nella scelta o meno di diventare genitori. Il tempo delle scelte si è allungato molto ed è proprio in questo spazio dilatato che a lungo andare si infilano i dubbi.  E poi naturalmente fattori sociali noti a tutti, il lavoro, la stabilità economica e affettiva. Ma queste sono motivazioni assolutamente secondarie.

  • Che ruolo giocano gli uomini, i compagni di queste donne?

Gli uomini sono interlocutori fondamentali , rappresentano uno specchio e un confronto importante per le loro compagne. Sicuramente hanno un modo diverso, molto meno conflittuale di vivere le contraddizioni legate a questa scelta, accompagnano, cercano di capire, assecondano ma poi a decidere veramente sono le donne.

  • Come hai scelto le donne che hanno partecipato al documentario?

Ho fatto una lunga ricerca e alla fine ho scelto cinque donne, ognuna in grado di rappresentare con la sua storia un aspetto diverso di questa che io definisco una linea d’ombra, una fase di passaggio superata la quale non si è più come prima. Ho scelto donne che in base alla loro esperienza  si sono ritrovate ad elaborare la questione in modo profondo, le ho seguite durante questo loro percorso di consapevolezza e le ho viste cambiare, arrivare a conclusioni diverse e prendere direzioni nuove.

Per approfondire, la pagina Facebook del progetto

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