Hillary Clinton, discorso sulla madre
Hillary Clinton lancia la sua campagna per le primarie democratiche in vista delle elezioni presidenziali del 2016 e nel suo primo discorso parla di sua madre. Una donna forte, che la vita aveva messo a dura prova e che proprio grazie alle difficoltà aveva affinato coraggio e fierezza. Doti trasmesse si suoi figli.
Dorothy Rodham, nata nel 1919, è stata abbandonata dai suoi genitori ad otto anni e spedita da Chicago alla California per essere affidata a dei nonni per nulla affettuosi, ma anzi persino sadici. Scappata di casa a quattordici anni, senza perdersi mai d’animo e senza perdere la fiducia in se stessa e nel prossimo, nella piena povertà ha fatto al colf per 3 dollari l’ora. Si è riscattata da un destino infame facendo affidamento sulle proprie capacità, sull’ottimismo e sull’aiuto degli altri. Il classico american dream diventato realtà grazie alla generosità e all’impegno.
Dorothy è morta quattro anni fa e solo recentemente Hillary ha compreso appieno il significato della sua storia personale e ha capito quanto l’infanzia di sua madre sia stata devastante. Ma non abbastanza da distruggere la sua anima e il suo coraggio. Ciò che non mi uccide mi rende più forte, e Dorothy è diventata fortissima, una donna pratica, divertente, che dopo la morte del marito ha seguito la figlia nella sua vita da First Lady e poi da senatrice. E ai tempi dello scandalo Lewinsky le ha dato il coraggio per cominciare a costruire la sua storia politica personale.
E Hillary ha ricordato i principali insegnamenti di questa mamma americana: l’importanza di essere generosi e soprattutto gentili (ricordava sempre quanto possa essere di aiuto un semplice atto di gentilezza, proprio come era accaduto a lei nel corso della vita), la differenza tra l’essere lamentosi e pessimisti e il non arrendersi mai (inutile lamentarsi della vita, l’importante è non arrendersi)
Perché la vita “non è quel che ti succede, è quel che tu fai di quello che ti succede”.
Un esempio di madre che oggi Hillary, alla vigilia della sua grande corsa verso la Casa Bianca, ha voluto ricordare pubblicamente nel suo primo discorso.
E forse proprio questo approccio molto pragmatico e senza fronzoli (come era suo madre) le porterà le simpatie delle donne.
la narrazione di un rapporto decente e produttivo madre/figlia potrebbe essere un progresso culturale; e un modello da imitare, chissà, addirittura
come suggerisce Maria Laura Rodotà sul Corriere.
